ZinA – Afreeque/Mentaly Doof - Il Santuario della Pazienza (11/8 Records)

ZinA – Afreeque (11/8 Records) 
Pubblicato nel marzo del 2009, Afreeque è il secondo album del sorprendente progetto musicale Zina, ideato da Cesare Dell’Anna, eclettico trombettista jazz, già fondatore degli Opa Cupa. Seguendo la già collaudata formula del primo disco, il musicista salentino ha raduanto intorno a se alcuni musicisti africani e pugliesi dando vita ad una fusioni di suoni e ritmi che stendono un ponte ideale dal Tacco D’Italia al Nord Africa in un meltin’ pot sonoro che spazia dal jazz al rap passando per il reggae e il dub. I quindici brani presenti in scaletta compongono un caleidoscopio sonoro brillante e vivace di cui Cesare Dell’Anna è anima e cuore pulsante. Dividendosi tra vari strumenti come la sua inseparabile tromba, le tastiere, le percussioni e il sax, nonché alla voce, il musicista salentino ci prende per mano accompagnandoci attraverso i canti griŏt del senegalese Amadou Faye, il rap dei palestinesi Dam, le melodie vocali del tunisino Marzuk Mejri, ma anche la pizzica della trad-innovazione di Claudio “Cavallo” Giagnotti, l’hip hop del beatmaker romano Dj Gruff e gli afrori del collega sardo Riccardo Pittau. Durante l’ascolto si viene letteralmente rapiti dalle travolgenti sonorità di ogni canzone che ci conducono attraverso una sorta di viaggio che parte dalle coste del Salento, attraversa le grandi città portuali del Mediterraneo fino a giungere al deserto del Nord Africa, in una sorta di ode laica all’accoglienza e alla tolleranza. Importanti in questo senso sono anche i testi che rispecchiando le sonorità parlando di un mondo libero, senza passaporti e senza permessi di soggiorno, un mondo dominato da quell’amore che la guerra cancella ogni giorno. Afreeque è, dunque, un disco che ruota intorno alla libertà sia essa creativa o legata alla condizione degli immigrati, ed è probabile che nessun artista avrebbe saputo rendere meglio questo concetto in musica se non uno spirito libero ed eclettico come Cesare Dell’Anna. In quest’ottica da non trascurare è anche il fatto che parte del ricavato della vendita del cd, è destinato a sostenere il centro pediatrico di Emergency di Mayo, nella periferia di Khartoum, in Sudan. 



Mentaly Doof - Il Santuario della Pazienza (11/8 Records) 
Attivo sin dal 1994 e tra i partecipanti della famosa compilation Salento Show Case prodotta dai Sud Sound System nonché già collaboratore del progetto ZinA, Jam_P ha radunato alcuni musicisti come il senegalese Bay Fall e Anna Zecca alle voci, Luigi Bruno alla chitarra, Giancarlo Dell'Anna alla tromba, Gaetano Carrozzo al trombone, Stefano Valenzano al basso ed insieme a loro ha dato vita ai Mentaly Doof, una sorta di collettivo la cui caratteristica principale è quella di proporre un freestyle cantato su ritmi irregolari ed impreziosito da sonorità he spaziano dal reggae allo ska passando per l’elettronica. Il disco, nato in quella fucina di idee e creatività che è la 11/8 Records, non poteva non avere come direttore artistico Cesare Dell’Anna, che oltre a seguire da vicino gli arrangiamenti ha impreziosito il disco cantando anche nel brano lodo 7/8. E’ nato così Il Santuario Della Pazienza, una sorta di concept album ispirato alla vicenda artistica di Ezechiele Leandro, pittore e scultore naïf (1905 - 1981), nato a Lequile (Le), ma vissuto a San Cesario di Lecce (Le), dove aveva creato la sua casa museo trasformando il giardino nel suo "Santuario della Pazienza". I tredici brani del disco, cantati in salentino, wolof, italiano e francese, attraverso una dura critica contro la disinformazione che caratterizza la società del terzo millennio, rimandano idealmente al vissuto di Leandro, e alla sua capacità di dare nuova vita a ciò che gli altri buttavano. L’intensità dei testi unita alle sorprendenti strutture metriche e ritmiche irregolari (7/8 e 7/8+9/8), rappresentano così una formula assolutamente rivoluzionaria che non mancherà di impressionare tanto l’ascoltatore esperto quanto quello occasionale. Mentaly Doof è certamente un disco sperimentale, ma i contenuti profondi che racchiude lo rendono tutto da scoprire a partire proprio dalle sue strutture musicali. 

Salvatore Esposito
Nuova Vecchia