Oquestrada - Tascabeat. O sonho Português (Jaro/Egea)

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La nuova attrazione lusitana è un combo di Almada, cittadina affacciata sul Tago, dirimpettaia di Lisbona. Attivo da più di un lustro, con arguto gioco linguistico nel nome e nel titolo del disco d’esodio, il quintetto si presenta come un’orchestrina da strada dal suono energico da osteria (le tascas sono trattorie in cui si possono gustare piatti poveri e si beve vino rosso o liquore di amarene) per rappresentare il nuovo sogno/suono portoghese. Tascabeat è una prelibatezza acustica, pubblicata in Portogallo nel 2009 e licenziata sul mercato internazionale dalla tedesca Jaro nel 2010, generata con chitarra portoghese, chitarra acustica, contrabacia (sorta di washtub bass, costituito da un bastone cui è fissata una corda vibrante che dall’altro capo è attaccata a un recipiente), organetto, violino, percussioni, tromba e la bella voce solare di Miranda che firma le liriche di larga parta delle canzoni. Passo leggero, immaginazione impetuosa che si manifesta nei continui mutamenti di clima musicale, la chitarra portoghese di Joao Lima che assume fisionomia rock o riprende le linee melodiche del fado, di cui Miranda si è alimentata. Senza assumere le pose austere o certi manierismi che caratterizzano la tradizione fadista, la vocalist privilegia danzabilità e cantabilità, perfino sbarazzina. La band attinge a mille rivoli sonori del Portogallo cosmopolita, ma si permea anche di per ska, musette, flamenco, pop song, hip hop e swing. Partenza serrata con “Oxalà te veja”, cui segue il profilo multiforme di “Va Là”, dove dialogano plettri, organetto e il violino che tesse trame arabeggianti. Anche Eu E O Meu Pais”, racconto di un Portogallo svenduto al capitale straniero, procede per mescolanza di atmosfere. La tromba palpita in “Se Esta Rua Fosse“, celebrazione della strada e delle generazioni che su di essa si sono avvicendate. “Fado-skazito” recupera la desgarrada, canto a contrasto a due voci, infondendovi umori creoli. ”Qualquer coisa que me anima” è un vecchio fado riletto per la voce di Miranda e la contrabacia di Pablo. Coglie nel segno “Creo”, ironico commento alla rivalità tra spagnoli e portoghesi, sorprendente per sviluppo: prima procede a tempo di bossanova, poi esplode in stile di cante jondo. “Tourner en Rond “è un rap franco-lusitano, mentre “Organito” guarda all’Africa lusofona. Nella primigenia versione portoghese del CD troviamo anche “Killing me song”, stralunata rilettura del classico “Killing me softly”. “Kekfoi” è un altro vincente coacervo di stili intersecati. La reprise di “Se Esta Rua Fosse” col suo tripudio di fiati non scade mai nella banale patchanka, ma incalza l’ascoltatore. A chiudere la dolce e vivace ”Sete Colinas”.

Ciro De Rosa

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