Di professione ingegnere, ma con la passione per il cantautorato, Tiziano Mazzoni, non è debuttante, ma piuttosto è un musicista con alle spalle un lungo cammino fatto di concerti e nel quale ha pubblicato un apprezzato disco di debutto, Zaccaria per terra di qualche anno fa. Il suo stile mescola il miglior cantautorato italiano e quello americano con influenze stilistiche che spaziano dal folk al country passando per il blues e il rock. Se in apparenza si ha la sensazione di essere di fronte a nulla di nuovo o di particolarmente rivoluzionario, scavando nel profondo del suo stile si scopre un cantautore dallo stile molto personale, molto attento alle sonorità e alla musicalità di ogni parola e ogni verso delle sue canzoni. In particolare il suo nuovo album, Goccia A Goccia, conferma non solo quanto di buono aveva fatto nel suo disco di debutto ma evidenzia anche la piena maturazione del suo songwrting. Dal punto di vista prettamente musicale piace la scelta di sposare arrangiamenti a metà strada tra istanze italiane e sonorità made in USA, il tutto senza perdere di vista una certa apertura dal punto di vista degli arrangiamenti. In questo senso determinate ci sembra l’apporto del gruppo di musicisti che lo accompagna tra cui spiccano Riccardo Tesi (organetto), Ellade Bandini (batteria), Giorgio Cordini (chitarre, bouzuki), Edoardo Palermo (mandolino), Anchise Bolchi (violino), senza contare alcuni ospiti come Luigi Grechi e Nick Becattini che impreziosiscono alcuni brani. Prodotto dallo stesso cantautore pistoiese con la supervisione di Massimo Bubola, il disco presenta dodici brani che compongono una sorta di personalissimo diario nel quale il cantautore si mette a nudo raccontando storie di abbandono, di amori finiti, di sogni infranti il tutto utilizzando una scrittura molto cinematografica come nell’iniziale Ad Occhi Aperti, un omaggio al conterraneo Maurizio Ferretti di recente scomparo. Si spazia così dalle atmosfere quasi noir di Storie Segrete, caratterizzata dalle sonorità world del bouzuki a metà strada tra Mediterraneo e l’Irlanda, al rock blues venato di cajun di Cambio passando per la splendida Dall’Altra Parte dell’Atlantico con il suo splendido ritornello, fino a toccare l’eccellente title track della quale si apprezza un eccellente testo. Le sonorità irish ritornano in Lentamente, ma è con Mi ricorderò di te che si tocca il vertice del disco con il dialogo continuo tra violino e dobro che ci conduce alla soffusa Come un Soffio Di Vento. Il country di Come Un Cane con la complicità di Luigi Grechi alla seconda voce ci conduce al finale con la denuncia sociale di Quando Il Cielo Lava Il Viso alla Città, la storia scura de La Casa della Strega e Vien’mi Incontro Nel Buio, che chiude il disco con la speranza di ritrovare il proprio amore dopo tanto dolore. Goccia A Goccia è un bell’esempio di come il songwriting made in usa possa convivere con la migliore tradizione cantautorale italiana, senza risultare ne derivativo ne scontato.
Salvatore Esposito