Immaginate la colonna sonora e l'atmosfera de La Strada ricreate da un gruppo balkan folk in cui ottoni, fiati e tamburi danno vita ad un affresco musicale dove matrimoni e funerali, amore e guerra, vita e morte si confondono tra realtà e finzione. Immaginate anche un circo, una banda che suona in una festa di paese, un film muto di Buster Keaton, aggiungete a questo un po' di fantasia, un pizzico di follia e un tanta genialità e vi troverete di fronte i fiorentini Camillocromo, gruppo composto da Alberto Becucci (Fisarmonica), Enrico Chiarini (Clarinetto), Giordano Geroni (Susafono & Basso Tuba), Francesco Masi (Tromba & Flicorno), Rodolfo Sarli (Trombone & Basso Tuba) e Gabriele Stoppa (Batteria), ovvero sei musicisti funambolici, in grado di dare vita ad un sound che mescola swing, gipsy, tango e ritmi sudamericani, il tutto con l'aggiunta di una buona dose di musica balcanica. Già vincitori della prima edizione di Suonare a Folkest, il gruppo toscano negli anni ha accumulato una grande esperienza non solo esibendosi dal vivo sui palchi italiani ed europei ma anche curando le musiche per varie produzioni cinematografiche e spettacoli teatrali tra cui I Musicanti di Brema (Catalyst), Raschmunzel con il Circus Bone Idle e numerose collaborazioni con il Teatro Viaggiante, ciò ha consentito di affinare sempre di più la loro proposta musicale che loro stessi definiscono come "musica onirica per film immaginari", una sorta di opera di ingegneria musical-teatrale che con Rocambolesca, il loro quarto album trova la sua più alta rappresentazione. Il disco presenta quattordici brani nei quali i Camillocromo ci concedono un lasciapassare per un entrare nel set di un film surreale nel quale follia, allegria, gioia e dolore, ci conducono per mano in un viaggio senza sosta che parte dai Balcani, attraversa prima le feste di paese dell'Appennino Tosco-Emiliano tra valzer e tanghi, poi ci fa scoprire l'abilità di un giocoliere in un circo fino a raggiungere una balera di provincia tra swing e balli d'epoca. Insomma Rocambolesca è un esempio di come si possa attraverso la musica dare vita ad un percorso cinematografico ed immaginifico, dove le scenografie sono dipinte dall'emozioni e gli strumenti musicali dettano la sceneggiatura.
Salvatore Esposito