Piazza Blues Festival 13-17 Luglio 2010, Bellinzona

Edizione numero ventidue per il Piazza Blues Festival di Bellinzona, vincitore del prestigioso Keeping The Blues Alive Award attribuitogli dalla Memphis Foundation. Una manifestazione quindi tra le più prestigiose nel blues europeo, con un cast stellare che non ha tradito le aspettative.  L'edizione ha avuto inizio con la serata ad ingresso libero di giovedì 15: Sean Carney Band, San Pedro Slim e James Hunter. Bella apertura da parte di Carney, seguito dall'armonicista San Pedro Slim, talento di punta del blues californiano, giunto a Bellinzona in esclusiva europea, che ha regalato un'esibizione serrata e avvincente tra west coast blues e jump.

Momento speciale anche il set dell'inglese James Hunter, costretto per motivi familiari a cancellare le successive date italiane, con una band trainata da due sassofoni e un giusto equilibrio tra blues e soul.
Il festival è poi proseguito in crescendo con la serata del 16, aperta dai Blues Culture con l'armonicista Steve Baker. L'attesa era per il grande nome in cartellone, quello di Buddy Guy, chitarrista-leggenda in una forma straordinaria per i suoi 74 anni.  Guy imbraccia la chitarra con un tocco sicuro, ancora agile ed efficace, accompagnato da una band molto solida. 

Concerto trascinante che non disdegna le citazioni di brani di coloro che a Guy si sono ispirati, dai Cream a Hendrix, con un classico come Hoochie Koochie Man nel mezzo e l'irrinunciabile passeggiata finale tra la folla. Grande spettacolo.
Prima di Guy è salito sul palco il duo, estremamente convincente, con Cedric Burnside alla batteria (nipote di L.R.Burnside) e Lightin' Malcom alla chitarra. Blues scarno, riff essenziali ma sempre molto originali, con una cifra personale rispetto ai tanti che negli ultimi anni hanno sfruttato il combo chitarra-batteria.

La testimonianza di come il festival guardi al futuro del blues. Ciliegina sulla torta Rick Estrin & The Nightcats, paladino dell'armonica dallo swing accattivante e, se pur non main act, vera garanzia di una serata segnata dalla ricerca qualitativa.
Serata conclusiva, il 17, aperta dal bel blend acustico del trio ticinese Marco Marchi & The Mojo Workers. A seguire, il blues suadente dello svizzero Philipp Fankhauser, nome di successo al centro Europa, capace sviluppare blues e assoli di pari passo con le canzoni. Conoscitore della forma canzone è anche l'americano Robert Cray, chitarrista di grande talento, voce affascinante e grande interprete vocale. Cray conclude il festival segnando l'apice dell'ultima serata, con grande gusto sia chitarristico che nella scrittura. Prima di lui Jimmy Vaughan, il nome più atteso, che ha regalato un blues trascinante dalla verve ballabile con la partecipazione della cantante Lou Ann Barton. Ottima edizione.


Giulia Nuti

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