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Salvatore Esposito
Compositore geniale, arrangiatore spettacolare e sperimentatore eclettico, Hector Zazou nel corso della sua vita musicale aveva attraversato e segnato con il suo passaggio la storia del rock, quella dell’elettronica e da ultimo la world music. Uno degli ultimi regali che ha voluto farci prima della sua scomparsa due anni fa, è il progetto Oriental Night Fever che lo ha visto affiancato da due eccellenti musicisti italiani ovvero la cantante Barbara Eramo e l’eccellente polistrumentista Stefano Saletti, che con lui hanno condiviso l’idea di rileggere in chiave world alcuni grandi classici della disco music degli anni settanta. Registrato a Roma e missato a Parigi con Julien Bourdin, il tecnico con il quale Hector Zazou aveva iniziato il lavoro, Oriental Night Fever, vede la partecipazione di un prestigioso cast di musicisti come il violinista Carlo Cossu, il suonatore indiano di tabla Rashmi Bhatt, il fiatista israeliano Eyal Sela, della cantante Raffaela Siniscalchi, del contrabbassita Marco Loddo. Per comprendere lo spirito che ha animato questo progetto, basta leggere quanto hanno raccontato di recente la Eramo e Saletti: “Come tante cose nacque per caso, Hector voleva fare un lavoro insieme a noi, ma senza un’idea precisa. Passammo da una rilettura in chiave world di Mozart, a Bach, fino a Gesualdo da Venosa. Quando questa sembrava l’idea giusta (i madrigali risuonati con oud e darbouka…) salimmo in casa a cercare dei CD di Gesualdo per cominciare a mettere giù qualche spunto e Zazou ci sorprese. “Ecco l’idea”, disse tutto soddisfatto. Aveva in mano il CD Disco Inferno con il quale avevamo ballato a Capodanno in un tuffo negli anni ’70. “Con percussioni, oud, bouzouki suoneremo la Disco come se fosse World Music”. Così tornammo nello studio e arrangiammo I Feel Love di Donna Summer, di getto, come se non avessimo ascoltato altro fino ad allora. Questa era la genialità di Hector, il suo metodo, la sua ricerca del suono partendo da un particolare, da un fruscio, da un tamburo percosso sulla cornice e non sulla pelle. Poi ci ha lasciati da soli a finire il lavoro. E a ballare la Disco…”. All’ascolto il disco sorprende tanto per originalità quanto e soprattutto per la qualità dei suoni elaborati da Zazou e Saletti, infatti il suond unisce l’elettronica con le sonorità tipiche della tradizione mediterranea in un mix suggestivo, in grado di riscrivere completamente il suono della Disco Music e di riscoprirne la forza musicale originaria. In questo senso ci piace sottolineare come l’utilizzo di strumenti tradizionali quali l’oud o il bouzuki contribuisca a rendere ancor più coinvolgente il sound di questo disco. Si spazia così da I Feel Love di Donna Summer ad Y.M.C.A. dei Village People, passando da Disco Inferno dei Trammps fino a toccare il must della dance ovvero I Will Survive di Gloria Gaynor, in un fluire di immagini nelle quali si mescola l’ipnotica spiritualità orientale con l’irresistibile forza melodica della dance musica. Tra i brani migliori vale la pena citazione l’avvolgente accoppiata Fever night e Staying Alive dei Bee Gees, che brilla per lo splendido impatto sonoro, ma soprattutto il crescendo di You Make Me Feel di Sylvester, che da solo vale il prezzo del disco. Oriental Night Fever è dunque un disco che vi riconcilierà con la disco music, facendovi scoprire le trame melodiche più nascoste e soprendenti, il tutto con un impatto world davvero unico ed irripetibile. Magie di Zazou, non c’è che dire.
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Global Sounds