Nati nel 1999 con l’intento di lavorare nella ricerca e riproposizione del repertorio folk siciliano, i Nakaira hanno accumulato in questi anni una lunga esperienza dal vivo non solo in Italia ma anche all’estero come dimostrano i successi raccolti in Gran Bretagna e Scandinavia, nonché un ottimo disco di esordio, Onde Sonore del Mediterraneo del 2005. A distanza di quasi cinque anni, il gruppo siciliano torna con Di Terra e Di Mare, una sorta di concept album incentrato sulla ricerca nella tradizione delle danze e dei canti dei pescatori e dei mercanti che nel corso degli anni hanno attraversato il Mediterraneo, registrato nel corso di quattro anni durante le pause dei tour che hanno visto il gruppo siciliano esibirsi in tutta Europa e non solo. Se per molti versi questo disco è la naturale evoluzione del percorso cominciato con il disco di debutto, rispetto al passato il sound è ancor più accattivante essendosi arricchito dell’uso dell’oud arabo, del saz turco, del friscalettu siciliano, e di altri strumenti etnici come il kaval, il chalumeau e il marranzano, che si affiancano alle trame tessute dal bouzouki e dalle percussioni. Laddove l’esordio era incentrato sulla tradizione musicale siciliana, questo nuovo disco allarga l’orizzonte dei Nakaira a tutto il Mediterraneo, arrivando ad esplorare territori musicali nuovi, di cui se ne era intravista la sagoma in lontananza nella splendida Deserti, scritta a quattro mani con Carlo Muratori. Ad arricchire il tutto c’è la presenza di diversi ospiti come Faisal Taher, il cantante palestinese dei Dounia accompagnato dal percussionista Riccardo Gerbino, l’etnomusicologa greca Smaragdi Boura che impreziosisce con la sua fisarmonica alcuni brani, le voci del siciliano Giampaolo Nunzio de i Beddi e del greco Vassilis Karakoussis. Va segnalato inoltre l’ingresso nella formazione dell’ottimo bassista Marco Carnemolla, già al seguito di Carlo Muratori, che con il suo apporto contribuisce in maniera determinante alla sezione rimtica. Durante l’ascolto si viene trasportati in un viaggio che attraversa che parte dalla Sicilia per toccare la Spagna, la Grecia, la Bulgaria fino a raggiungere la Palestina, in un fluire di suoni ed emozioni che si dipanano attraverso le varie lingue usate nei vari brani, ovvero il siciliano, l’arabo, il greco e il turco. Trovano così spazio contaminazioni sonore che spaziano dal mondo arabo ai Balcani, elementi già presenti nel suono dei Nakaira ma che qui esplodono in una originalissima commistione sonora che li ha portati a mescolare nel loro repertorio, brani della tradizione siciliana con i testi recuperati dal Favara, danze greche, balcaniche e spagnole, fino a toccare alcuni brani originali di ottima fattura, che rappresentano la sintesi di tutte le loro esperienze. Nel complesso a brillare in modo particolare sono brani come Amuri Amuri/Pasacalles de Zamora o Bougrana/Stergios, nei quali si apprezza a pieno tutto il talento di questa band nel cercare un meltin’ pot sonoro dai tratti originali, ma allo stesso tempo fortemente legati alla matrice tradizionale. Di Terra e Di Mare è dunque un disco solido ed ottimamente prodotto che apre un interessante spaccato sul rapporto tra la tradizione musicale siciliana e quella del Mediterraneo, quasi a voler ripercorrere le tappe dei pescatori e dei mercanti che da sempre solcano questo mare.
Salvatore Esposito
Tags:
Sicilia