Ilaria Pilar Patassini con Angelo Valori & Medit Orchestra – Canto Conte (Parco della Musica Records, 2025)

Paolo Conte da sempre è considerato un cantautore ricercato, non facile da reinterpretare, proprio per quel suo stile unico e ricercato. Però se in quel repertorio ci mette le mani (e la voce) una fuoriclasse come Ilaria Pilar Patassini il risultato può essere sicuramente interessante. “Canta Conte” contiene diciotto tracce, arrangiate dal direttore e arrangiatore Angelo Valori, che guida gli archi della Medit Orchestra. Al disco partecipano anche Manuel Trabucco (clarinetto e sassofono), Danilo Di Paolonicola (fisarmonica) e Alessandro D’Alessandro (organetto). In apertura un classico come “Alle prese con una verde milonga”, sostenuta dal sassofono e dagli archi ostinati, cui segue “Come di”, proposta in una bella versione teatrale. “Un vecchio errore” è al tempo stesso delicata e intensa; “Gli impermeabili”, invece, è molto sinfonica. Sprizza energia “Dancing”, mentre “Dal Loggione” è solenne con un riuscito intreccio di archi e clarinetto. Se il canto si fa struggente in “Madeleine”, in “Architetture Lontane” domina quasi un sapore retrò complice il sax singhiozzante. “Spassiunatamente” è quanto mai passionale, laddove “Una giornata al mare” (scritta con il fratello Giorgio) ha il ritmo di un valzer solare e leggero. “Reveries” ha un tocco di grande raffinatezza, diversamente, “Messico e Nuvole” ha un’atmosfera francese e meno scanzonata. Colpisce la luminosa bellezza di “Snob”, mentre “Azzurro” ha un andamento popolare, con l’organetto in primo piano (D’Alessandro l’aveva fatta “sua” in “Canzoni”). Bellissima “Elisir” con il suo crescendo vocale e strumentale, altrettanto efficace la jazzata “Via con me”. Pianoforte e organetto dialogano poeticamente in “Come mi vuoi”. Il disco si chiude in maniera brillante con “Il Maestro”. La cosa che colpisce immediatamente in questo lavoro è la scelta dei brani, non affatto scontata, anzi si coglie perfettamente la passione e il rispetto verso Paolo Conte, proponendo anche delle perle poco frequentate. Sembra scontato dirlo, ma tutto suona perfettamente, grazie al lavoro scrupoloso di Angelo Valori e anche degli altri bravissimi musicisti. Pilar ancora una volta ci dimostra cosa significa saper cantare, usando divinamente e in maniera versatile la sua voce pura, per tratteggiare ogni colore, ogni stato d’animo, ogni atmosfera, senza andare mai sopra le righe, anzi con la consueta lezione di eleganza. Paolo Conte cantava che “Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti”, Pilar invece non sbaglia un colpo e ci regala un’altra gemma nella sua preziosa discografia. 


Marco Sonaglia

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