Il giorno del Folk: il 23 settembre è lo European Folk Day lanciato dallo European Folk Network

Si aggira per l’Europa un’associazione creata con una prospettiva distintamente continentale, che intende rispondere all’esigenza di far dialogare e cooperare operatori culturali, artisti, promoter, produttori e studiosi riconducibili al variegato mondo del folk e delle musiche di derivazione tradizionale. 
Va detto che si tratta di categorie complicate da definire (sempre ce ne sia ancora la necessità), considerati il carico semantico e ideologico della qualificazione “folk” e i meccanismi costruttivi delle pratiche musicali cosiddette “tradizionali”, che si realizzano come proiezione a ritroso del presente sul passato . Né, tantomeno, si può trascurare il fatto che – come rimarca Maurizio Agamennone – nell’ambito musicale il folk ha perso la sua qualificazione rurale o periferica, diventando un “marcatore di pratiche che si possono scrivere largamente al campo delle espressioni popular”.  In altre parole, le espressioni musicali che definiamo tradizionali, al di là di come si sono trasformate a partire dai secoli precedenti, sono forme espressive della contemporaneità che soddisfano differenti bisogni individuali e collettivi, modi di pensare se stessi e le proprie appartenenze: si tratta, pertanto, come avverte Ignazio Macchiarella, di “musiche contemporanee”.  Certo è che nel nome del “folk” si articola un variegato movimento di musicisti, festival, curatori, ricercatori e professional delle arti e dello spettacolo, senza dimenticare il ruolo che tutto ciò che è ascrivibile al folk e alla tradizione (pure inventata) ricopre nelle azioni di patrimonializzazione.  
Come che sia, il “Folk” è al centro dell’organizzazione senza scopo di lucro European Folk Network, lanciata nel 2018 dopo una serie di incontri, riunioni e confronti preliminari. Fin dall’inizio il nome più in vista è stato quello di Nod Knowles, ancora oggi amministratore del network e già Presidente dell’European Jazz Network, che ha ricoperto, tra le tante attività, incarichi con lo Scottish Arts Councli per il settore musicale, ed è stato CEO del Bath Festival. In cinque anni la Rete Folk è cresciuta allargando i propri iscritti non soltanto a cittadini dell’Unione Europea. Tra i membri attuali del direttivo dell’EFN c’è Eric Van Monckhoven. Belga di origine, siciliano di residenza da tanti anni (vive a Modica), per oltre due decenni ha lavorato nella cooperazione sociale internazionale come progettista e project manager. Dal 2007 si occupa di export e management di artisti di world, folk e jazz, opera in servizi di coaching & mentorship e di realizzazione di progetti creativi. Lo abbiamo raggiunto per conoscere meglio l’attività dell’EFN e introdurci all’European Folk Day, previsto nel giorno dell’equinozio autunnale per l’emisfero boreale, il 23 settembre.


Quando nasce l’European Folk Network?
La European Folk Network nasce formalmente nel 2019. A gennaio viene registrata ufficialmente in Belgio come associazione senza scopo di lucro. A novembre si svolge poi la prima conferenza annuale a Bruxelles con 89 partecipanti da più di 30 paesi che fornisce le basi per un manifesto e un piano strategico triennale. È il risultato di un percorso di riflessione e condivisione iniziato nel 2015 nel Regno Unito tra rappresentanti di organizzazioni attive in 14 paesi nel settore delle musiche e danze tradizionali e sostenuto dall'organizzazione scozzese Burnsong. Una prima dichiarazione d’intenti viene presentata 
pubblicamente durante il festival Celtic Connections a Glasgow, in Scozia, all'inizio del 2016. Ci vorranno poi ben tre anni per passare alla fase operativa.

Con quali intenti?
Le musiche tradizionali (o d’ispirazione tradizionale) sono state caratterizzate dall’assenza di una struttura di collegamento e rappresentanza a livello europeo (non solo UE). Tali strutture esistono per molti altri settori culturali e creativi, come ad esempio per il jazz, la lirica, il teatro, i festival, ecc. Questo ha fatto che le attrici e gli attori del settore, e le organizzazioni all'interno delle quali operano, sia come dilettanti che come professionisti, non hanno ricevuto per decenni l'attenzione o la considerazione dovuta in termini di visibilità, riconoscimento, o sostegno. La rete europea è nata per rispondere a questa lacuna, e per facilitare il dialogo e la cooperazione a 360 gradi: ricerca, archiviazione, produzione, diffusione, distribuzione, educazione, trasmissione, musica live, sviluppo professionale, ecc. dunque non solo un grande contenitore, ma anche tanti contenuti. 

Cosa intendete per folk?
Questa è una bella domanda, e in qualche modo ci rifiutiamo di rispondere! Infatti, la parola significa diverse cose in diverse lingue e diversi contesti. Esiste un focus sulle musiche e danze tradizionali e sulla narrativa (storytelling in inglese), nelle loro varie origini, forme ed espressioni - anche quelle più contemporanee. Direi che è un po’ come per il Jazz – più di un genere musicale è un'attitudine, un modo di pensare, di creare, di vivere, e di relazionarsi con le persone, la società e l'ambiente. Nel caso del Folk, direi che ha a che vedere con la trasmissione orale, radici culturali antiche o legate a comunità o territori specifici. – un mondo di diversità che si esprime in vari codici e valori, e anche attraverso le lingue, i dialetti. Nel concetto di European Folk, c'è chiaramente anche spazio per tutte le minoranze culturali o etniche che, nel corso della storia, hanno trovato spazio in Europa. Il mondo della diaspora, delle musiche migranti. In breve, un grande patrimonio immateriale che vive e viene trasmesso dalle persone e comunità, prossimo al mondo popolare, alla scena trad e alle musiche di confine. 

Quanti membri conta l’EFN al momento? Da quali Paesi? Non solo EU?
Ogni settimana aderiscono nuove realtà, ma parliamo di circa 150 soci: 90 organizzazioni (tra cui alcune federazioni nazionali) e 60 individui. Sono circa 30 i paesi rappresentati, dalla Scandinavia al Mediterraneo, dai Balcani al Regno Unito. Si può visitare la pagina dedicata sul di European Folk Network.

C’è un profilo da avere per vuole aderire? E con quali modalità?
Possono aderire sia realtà organizzate che singoli. La quota associativa è annuale (€ 60 per i singoli, € 150 per le organizzazioni con un fatturato inferiore a € 100.000, € 250 per le organizzazioni con un fatturato compreso tra € 100.000 e € 300.000, 350€ per organizzazioni con fatturato superiore a 300K€). Basta scaricare il modulo dal sito, compilarlo e mandarlo a info@europeanfolknetwork.com  

Come si svolge la vita di questa associazione?
L'associazione ha un consiglio direttivo di otto membri che rappresentano abbastanza bene l'Europa (Scozia, Galles, Ungheria, Italia/Belgio, Lettonia/Germania, Norvegia, Spagna, Belgio). Tutti si impegnano a titolo volontario per portare avanti il programma delle attività, dalla gestione del sito web, social media, e della newsletter, all’organizzazione della conferenza annuale – che si svolge ogni volta in autunno in un Paese diverso (Belgio 2019, Ungheria 2021, Catalogna 2022, Inghilterra 2023). La rete è ancora molto giovane e impiega un solo amministratore part-time. Oltre alle quote associative, non beneficiano ancora di altri fondi, ma ci stiamo lavorando piano piano (con Creative Europe). Siamo in Europa, un continente con molte lingue e sensibilità diverse. Usiamo l'inglese come lingua ufficiale e questo non sempre facilita la 
comunicazione. Ma ci diamo da fare per dare spazio a tutti e facilitare il dialogo.

Quali azioni sono state realizzate in questi anni?
Dopo la prima conferenza, che si è svolta nel mese di novembre 2019, è arrivata la pandemia. Siamo comunque riusciti a organizzare 3 importanti incontri online nel 2020 per meglio definire la mission, vision, i valori della rete, e finalizzare un primo piano strategico triennale. Nel 2021, la conferenza annuale organizzata dalla Hungarian Heritage House a Budapest è stata molto interessante, e ci ha permesso di scoprire cosa sta succedendo nei Balcani e in Europa centrale. Questa organizzazione impiega 200 persone che lavorano sulle musiche e danze tradizionali. Penso sia una realtà abbastanza unica in Europa. Hanno fatto un lavoro enorme di raccolta e archiviazione, anche in Ucraina (più di 1500 video registrazioni), che hanno presentato ai partecipanti. Nel 2022, la conferenza è stata ospitata da Fira Mediterranea a Manresa. Fira è una delle maggiori conferenze professionali europee ed internazionali con un focus sulle musiche e danze tradizionali, le arti di strada e le tradizioni popolari della Catalogna, della Spagna e del Mediterraneo. Ogni anno partecipiamo anche a vari incontri, tra qui il Womex, BabelmusicXP, la Nordic Folk Alliance Conference, Folkelarm, o l'assemblea generale della FAMDT in Francia (una federazione di 150 organizzazioni impegnate nel settore). 
Il primo step nella vita della rete è di conoscerci di persona. Il combustibile sono le relazioni umane. E da qui che nascono i singoli progetti e le iniziative condivise. 

Come agire affinché il “Fare Rete” e il fare sistema non restino solo uno slogan?
"Fare rete" significa cooperare e avere voglia di cooperare. Più dai e più ricevi. Il successo dipende dalla qualità delle persone e dalla capacità di stare insieme creando dei nodi o luoghi/spazi/momenti di incontro, riflessione, condivisione, collaborazione. Richiede ascolto, pazienza, generosità, gentilezza e apertura verso gli altri - e il mondo. Siamo tutti co-responsabili di quanto succede o non succede. Fare comunità nella diversità è sicuramente tra le sfide più grandi della post-modernità, e dobbiamo allenarci. EFN è una delle nuove palestre per questo tipo di sport: crescere insieme. Non è per forza pesante ed è anche divertente. Impariamo dagli altri, mettendo in rete sogni, passioni, talenti, conoscenze, capacità, competenze, ecc.  

Ci puoi raccontare qualche buone pratiche?
Ho partecipato di recente alla seconda edizione della Nordic Folk Alliance conference che si è svolta ad aprile a Roskilde in Danimarca. Un incontro quasi perfetto direi, dove tutti i partecipanti (Islanda, Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia) sono riusciti in una mezza giornata a definire, attraverso un esercizio di progettazione partecipata, a definire una bozza di roadmap (piano strategico) per l'export della musica folk nordica nel mondo. 

Il 23 settembre è stato lanciato l’European Folk Day: con che motivazioni?
L'European Folk Day rappresenta il tentativo di far crescere la consapevolezza, in particolare da parte dei media e delle istituzioni, dell’esistenza di un settore, quello della scena folk, che mobilita più di 2 milioni di persone in Europa. Grazie all'European Music Council, attraverso il programma MusicAire, siamo riusciti ad ottenere un micro-finanziamento per lanciare questo progetto pilota, che speriamo si ripeterà ogni anno. L'idea è che il 23 settembre, attraverso eventi, concerti, conferenze, ecc. che si svolgeranno online e offline in tutta Europa, si (di-)mostrerà che le arti tradizionali della musica, della danza, della narrativa sono patrimonio di tutti e coinvolgono una massa critica di persone e organizzazioni attraverso il 
continente - e non solo. 

Chi può partecipare all’European Folk Day?
La partecipazione è aperta a tutti in modo democratico. Infatti, tutti possono proporre un evento online o in presenza, indipendentemente dal fatto che siano o meno membri della rete europea EFN. L’importante è avere a cuore la musica e la scena folk, ed eventualmente essere attivi in quel settore come artisti, operatori, associazioni culturali, scuole di musica, conservatori, gruppi di ricerca, media, festival, rassegne, teatri, enti locali, ecc. 

Come si può partecipare?
La partecipazione può essere semplice come la registrazione di un video riferito a un brano che appartiene alla tradizione popolare e taggato #europeanfolkday, e la sua pubblicazione sui social media; o più articolata come l’organizzazione il 23 settembre di una rassegna musicale che presentì artisti folk/world, e la sua registrazione sul sito dedicato per la sua diffusione a livello europeo. C’è anche spazio per i rappresentanti dei media, non solo a coprire l’evento ma, ad esempio, a dedicare un programma sull’argomento (con playlist, interviste a artisti o organizzazioni del settore, ecc.). 
Per rimanere aggiornati sui progressi e vari eventi, esiste la newsletter o i vari canali della rete EFN.   

Quali iniziative finora sono state organizzate in occasione di questa data?
Come rete europea, non organizziamo nessun evento in particolare. Ci limitiamo a gestire e facilitare 
l’“agitazione” e dare la massima visibilità a quanto sarà organizzato dai singoli o dalle organizzazioni attraverso il continente. Mettiamo a disposizione varie risorse, tra cui il sito web della campagna all'indirizzo www.europeanfolkday.eu dove tutti possono registrare il loro evento (concerto, conferenza, seminario, laboratorio, nuova uscita, ecc.). Verrà data la massima visibilità alla mappa e all'agenda degli eventi. I singoli artisti che vogliono iscrivere un brano sul sito, lo possono fare mandando un file mp3 (320kb) con le informazioni a media@europeanfolkday.eu seguendo le indicazioni disponibili su Music repository - European Folk Day - September the 23rd

Quali aspettative e prospettive per il futuro?
Non posso parlare per tutti i membri della rete, ma esiste un sentimento diffuso che è quello di organizzare forme di resistenza culturale per uscire dagli isolamenti, appiattimenti e provincialismi. La musica, anche quella tradizionale, che appartiene alla storia delle comunità e dei territori, è un linguaggio universale, espressione della diversità, che va protetto, valorizzato, trasmesso e tramandato: la tradizione è moderna fino a quando viene condivisa, riappropriata e re-inventata. Una delle prospettive è un maggiore coinvolgimento delle giovani generazioni. Il dato positivo è che le musiche e danze tradizionali hanno un grosso “appeal” per i giovani, anche perché costa meno partecipare a un balfolk – ed è più divertente – che andare in discoteca.   


Ciro De Rosa

2 Commenti

  1. Grazie per la presentazione e condivisione. #europeanfolkday

    RispondiElimina
  2. Grazie per le informazioni. Come associazione culturale "Circolo della Zampogna" di Scapoli (Isernia, Molise), vorremmo partecipare al Folk Day con un evento.

    RispondiElimina
Nuova Vecchia