Il de Martino. Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario, n. 26-27, 2016-2017, Euro 15,00, pp. 228

Storica rivista dell’Istituto Ernesto de Martino, “Il de Martino” è una fonte inesauribile di materiali di studio ed approfondimento, spesso difficilmente reperibili, e non suonerà come un’ovvietà il sottolineare la fondamentale importanza di ogni sua pubblicazione. Non fa eccezione questo doppio numero del 2017 che prone una antologia di scritti di Alessandro Portelli sul canto sociale e la popular music, due ambiti di ricerca che, come scrive il curatore Antonio Fanelli nell’introduzione, “si muovono in Italia su binari separati e le rare frequentazioni di entrambi i settori di studio sono occasioni preziose ma sporadiche che si devono principalmente a rapporti umani fra le persone più curiose e sensibili al dialogo, piuttosto che a scambi e dibatti intellettuali più stabili e duraturi e, tantomeno, a orizzonti culturali e politici comuni e a prospettive di lavoro condivise”. In questo senso il fecondo contributo di Portelli ha avuto una importanza fondamentale in quanto ha prodotto una sintesi unica ed irripetibile fra approcci di studio diversi “tenuti assieme dalla centralità prestata all’analisi dei processi culturali della narrazione orale e della sensibilità dialogica e politica” e che convergono in un unico discorso in cui si fondono con la ricerca sul campo e l’analisi critica. Questo straordinario florilegio di scritti, molti dei quali di difficile reperibilità, si apre con il lungo racconto dell’impatto l’arrivo del rock in Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta e prosegue con un articolo del 1979 su “Cultura operaia, condizione giovanile, politicità del privato: ipotesi per una verifica sul campo” nel quale Portelli analizza la crisi dei linguaggi politici tradizionali in rapporto al movimento del ’77. Il saggio “Tipologia della canzone operaia” del 1983 ci offre, poi, una esemplare riflessione critica sui rapporti tra produzione egemone, creatività orale e culture popolari che Portelli prende in considerazione a partire dal confronto serrato tra la storia culturale degli Usa e quella dell’Italia. Un filo rosso questo che lega i vari articoli e che si è sviluppato sulla base di materiali di ricerca sulla storia operaia di Terni, campo di lavoro da cui parte anche la riflessione critica sulle trasformazioni del canto sociale. Se “Cristiani che bevono birra. La country music e le ambiguità della cultura operaia in America” del 1984 ruota sulle anomalie che caratterizzano la natura di classe del country, il successivo “La memoria della pizzica” offre una preziosa riflessione sull’esplosione della pizzica in Salento. Tra critica letteraria e sociologia della cultura si pone “La tarantella dei baraccati e il blues di Robert Johnson: l’io lirico e l’improvvisazione poetica nella cultura popolare” che prende in esame la diffusione e le trasformazioni della ballata narrativa, del blues e dello stornello. Più recente è “Ospiti: tre voci migranti in Italia” nel quale è racchiusa la traccia di lavoro del progetto “Crossroads” del Circolo Gianni Bosio di Roma e dedicato alle musiche migranti, mentre a completare la raccolta è la bella intervista di Antonio Fanelli allo stesso Alessandro Portelli. Giusto compendio di questo pregevole lavoro è il focus “Il canto sociale oggi: collettivi musicali, crowdfounding e cori multietnici” a cura di Antonio Fanelli. Marino Severini, nel corso di una lunga intervista, racconta l’esperienza di autofinanziamento degli ultimi dischi dei Gang, mentre Daniele Sepe vestendo i panni di Capitan Capitone narra le vicende piratesche del collettivo I fratelli della Costa. Di grande interesse è anche l’esperienza di Sara Modigliani con il Circolo Gianni Bosio e il progetto dei cori multietnici nelle scuole delle periferie romane, esempio reale di integrazione e dialogo tra culture differenti. Completa il numero lo speciale di Cesare Bermani e Filippo Colombara su Sandra Mantovani, straordinaria ricercatrice e interprete del canto tradizionale settentrionale, grande protagonista del folk revival, della quale viene proposto in allegato il disco “E per la strada. Sandra Mantovani canta storie dell’Italia settentrionale”, uno dei grandi classici dei “Dischi del Sole” che torna per la prima volta su compact disc.  Per richiedere la rivista consultare il sito https://www.iedm.it o scrivere a iedm@iedm.it.


Salvatore Esposito

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