Marilena Paradisi, Kirk Lightsey – Some Place Called Where (Losen Records, 2017)

Questo nuovo progetto di Marilena Paradisi e Kirk Lightsey è come un ritorno “a casa”, una riscoperta delle radici del canto come veicolo comunicativo. Dopo un lungo periodo dedicato all’improvvisazione totale e al rapporto col “suono”, approfondito in ben quattro album differenti, “Some Place Called Where” torna a raccontarci storie con l’accompagnamento del solo pianoforte, suonato magistralmente dal grande pianista di Detroit Kirk Lightsey e collaboratore di musicisti del calibro di: Chet Baker, Dexter Gordon, Pharoah Sanders e Kenny Burrell tra i molti… Pubblicato dall’etichetta Norvegese Losen Records “Some Place Called Where” è anche un brano di Wayne Shorter scelto per intitolare questo progetto, ad accompagnarlo ci sono anche “Portrait” di Charles Mingus, una splendida esecuzione della “Like A Lover” di Dori Caymmi che dimostra le notevoli doti espressive e tecniche della Paradisi, capace di fondere con sorprendente grazia e continuità tanto le sperimentazioni vocali di Meredith Monk e Joan La Barbara, quanto la vellutata fluidità di Norma Winstone che proprio qualche anno fa ha inserito un’esecuzione di questo stesso brano nell’ottimo “Stories Yet To Tell” edito nel 2010 per Ecm Records. Anche “Little Waltz” di Ron Carter della quale segnaliamo inoltre il lavoro assolutamente delizioso al pianoforte di Lightsey, riesce a far convivere tanto la natura più esplorativa di Paradisi, quanto la sua innata urgenza espressiva ed emotiva. La conclusiva “Fresh Air”, unica traccia composta dagli stessi Lightsey e Paradisi con un inaspettato e puntuale solo di flauto, suggella perfettamente questa riuscita partnership artistica, ponendosi come ideale conclusione di un progetto che rivela la notevole personalità dei suoi autori senza artifici o filtri d’ogni sorta. “Some Place Called Where” nasce per comunicare, emozionare e per esprimere il piacere e la magia del far musica insieme come ci dice Marilena Paradisi nelle note di copertina… Dopo aver ascoltato il disco, possiamo dire che la sua voce e il pianoforte di Lightsey ci riescono davvero molto bene. 


Marco Calloni

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