Sandra Mantovani, ricercatrice, cantante, docente, madre del folk revival italiano

Le principali opere 
Proseguendo nel nostro ricordo personale, in attesa di un (indispensabile) sistematico lavoro di catalogazione, pare utile almeno menzionare le principali produzioni di Sandra Mantovani, tenendo sempre presente la correlazione tra la sua opera di ricerca e quella di Roberto Leydi il quale, negli anni Cinquanta, scriveva come giornalista per “L’Avanti” e per il “Festival di Musica Contemporanea di Venezia”. Da sempre appassionato di Jazz, nel 1955, Leydi scrisse con Tullio Kezic “Ascoltami mister Bilbo”, libretto comprendente una raccolta di canti popolari politico-sindacali di protesta contro un senatore americano. 
Da quel momento, iniziarono le sue ricerche sui canti sociali italiani e, più in generale, sulla musica popolare. Di questa vasta ricerca, Sandra Mantovani fu subito compartecipe. Insieme, negli anni, firmarono alcune opere basilari per l’etnomusicologia. In particolare, “I canti popolari italiani” e il “Dizionario della musica popolare europea”. Nei primi anni Sessanta, Leydi iniziò a operare anche come organizzatore di spettacoli teatrali. Nel 1962, a Milano, con Gianni Bosio diede vita a “Il Nuovo Canzoniere Italiano” (NCI). Nel dicembre dello stesso anno, al Teatro “Gerolamo” di Milano, andò in scena “Milanin Milanon”, spettacolo dedicato alla città nelle sue espressioni più popolari. Lavoro intellettualmente ricercato, con cinque attori-cantanti di rilievo: Sandra Mantovani, Tino Carraro e Milly (noti al pubblico meneghino per una memorabile interpretazione al “Piccolo Teatro” dell’“Opera da Tre soldi “ di Brecht, con la regia di Giorgio Strehler), Anna Nogara ed Enzo Jannacci, il quale da lì a poco avrebbe avuto un successo nazionale.  Nel 1963, Mantovani pubblicò il disco “Il Testamento dell’avvelenato” (antiche ballate contenente canzoni dell’Italia settentrionale), per la Serie “Folklore nel mondo”, edizione “Ricordi”.  Nello stesso anno, procedette intensa l’attività all’interno del Nuovo Canzoniere; nel 1964, nel quarto numero dell’omonima rivista, venne scritto in merito alla rassegna “L’altra Italia”, curata da Roberto Leydi, cui parteciparono parecchi musicisti e intellettuali dell’epoca. Il 1964 fu l’anno in cui venne presentato lo spettacolo “Bella Ciao”, con centinaia di repliche e circa 100.000 copie di dischi venduti negli anni. Sempre nel 1964, “Pietà l’è morta. La resistenza nelle canzoni”, curato da Leydi, Crivelli e da Pirelli, presentato in anteprima al Teatro Regio di Parma (il 21 aprile del 1964). 
Per i “Dischi del Sole”, nel 1967, Sandra Mantovani pubblicò “E Per la strada” (DS 143/145, Canta storie dell’Italia settentrionale: Il carrettiere / Senti la tromba / O piamontesi / Sante Caserio / E per la strada / Il garibaldino /L’infanticida / Il muratore / Cecilia). Del 1970, invece, è il long playng “Servi, baroni e uomini”(Vedette Albatros VPA 8090, contenente Cecilia / Moran dell’Inghilterra / Donna Lombarda / I Giuvu d'Antraime / Papà demi la bela // Prinsi Raimund / E l’an taglià i suoi biondi capelli / El fiol del re sa l’a dait un bal / Nel bosco di Leandro /Il testamento dell’avvelenato). Sono numerose le partecipazioni di Sandra Mantovani a raccolte discografiche di canti sociali che, in questo contesto, evitiamo di citare perché troppo numerose. Riteniamo indispensabile ricordare i vari saggi scritti per la Collana bibliografica “Mondo popolare in Lombardia” e citare il testo della sua ultima pubblicazione (2002), presentata da Roberto Leydi, scritta con Alessandra Litta Modignani. “Il circo della memoria: storie, numeri e dinastie di 266 famiglie circensi italiane” è un’opera enciclopedica che ha impegnato le due Autrici per oltre dieci anni in una pionieristica ricerca, grazie alla quale è stato possibile ricostruire l'attività professionale delle principali famiglie circensi e lo sviluppo delle loro dinastie. Sempre in ambito teatrale, bisogna ricordare che Leydi e Mantovani furono particolarmente attivi nella valorizzazione del mondo che ruota attorno alle marionette e ai burattini, i cui esiti furono principalmente concentrati nella mostra “Burattini, Marionette, Pupi”, inaugurata a Milano, nel 1980, a Palazzo Reale.  Poche le interviste rilasciate dalla cantante folk, soprattutto dopo il decesso del marito (2003). Durante una discussione toccammo, di passaggio, anche il tema della morte: 
"Ciò che mi dà maggiore soddisfazione oggi è vedere crescere la mia amata nipote ... Per il resto ho una ragguardevole età ed è nelle cose che per me la vita non sia ancora lunga".  Questo suo pensiero stupì perché, sebbene avanti negli anni, era una donna vitale, lucida nel pensiero, con buona memoria per gli avvenimenti del passato. Con lei si poteva dialogare in modo aperto e franco. Meravigliava il suo (disincantato) entusiasmo rispetto agli argomenti trattati. Si spaziava a tutto campo. A distanza di alcuni decenni, utilizzava sempre la tecnica dello “zapping”. Dai suonatori di launeddas, si passava a parlare della raccolta delle erbe selvatiche per preparare piatti specifici; dai concerti si arrivava a conversare sui carnevali Lombardi o in merito ai riti pasquali; dai libri si giungeva a discutere degli spettacoli teatrali o della tecnologia nei mezzi di riproduzione. Sapere che non è più tra noi rattrista, ma affascina l’idea (spirituale) che ora abbia potuto riabbracciare l’amato marito, studioso illustre. Insieme diedero vita a una delle più interessanti coppie intellettuali musicali del XX secolo. Roberto e Sandra, è stato un onore avervi avuto come docenti in ambito accademico e universitario. A entrambi, devo un ringraziamento speciale anche per le generose parole che avete scritto in presentazione alle mie opere. Auspichiamo che le Istituzioni non latitino e, presto, sappiano trovare per voi adeguati riconoscimenti, per quanto avete saputo consegnare con amore alla nazione: una grande lezione di cultura, nel segno di un’evoluta umanità e della promozione delle libertà individuali.   Nel porgere ai familiari le più sentite condoglianze, seguendo un’usanza teatrale viene spontaneo togliersi il cappello, pensando con stima alla vostra intensa esistenza e agli insegnamenti: Magistri meritis multa: ad perpetuam rei memoriam!

Paolo Mercurio  
    
© Foto n. 3 pag.1  Archivio Alessandra Litta Modignani  (Sandra Mantovani e Alessandra Litta Modignani durante l’intervista a Jonne Casartelli, Milano, 22.1.1987) 

Torna a pagina 1

Posta un commento

Nuova Vecchia