Rigo – Water Hole (Rivertale Productions, 2016)

Antonio “Rigo” Righetti non ha bisogno di presentazioni, soprattutto per i lettori di Blogfoolk che lo hanno imparato a conoscere con la seguitissima rubrica Taglio Basso, perché per lui a parlare è una carriera straordinaria iniziata con i Rocking Chairs e proseguita per un lungo tratto al fianco di Luciano Ligabue, prima di dedicarsi con decisione al proprio percorso come solista, dividendosi tra dischi in italiano ed inglese. Ad un anno di distanza da “Rivoluzione e Sensi”, il bassista modenese torna con “Water Hole”, disco che lo vede ritornare dopo alcuni anni all’inglese, e la cui pubblicazione è stata anticipata dall’Ep omonimo in edizione limitata che presentava in anteprima “Henry’s Siege Mentality” e le splendide riletture di “Golden Brown” degli Stranglers e di “Heroes” di David Bowie. Registrato in presa diretta nell’arco di due giorni di sessions tra 13 e il 14 giugno 2015 presso lo studio The Garage di Fabrizio Simoncioni ad Arezzo, il disco raccoglie otto brani originali nei quali Rigo si divide tra il canto, il basso e la chitarra, accompagnato dall’inseparabile Roby Pellati alle percussioni e da Franco Andelini all’armonica. Rispetto ai precedenti lavori, questo nuovo album vede Rigo lavorare per sottrazione agli arrangiamenti creando intorno alle sue canzoni un’atmosfera intimista e densa di poesia che esalta la profondità lirica dei testi e le trame melodiche. Dal punto di vista concettuale il titolo racchiude in modo eccellente il significato profondo che accomuna i vari brani, ovvero il sogno utopico di un mondo in cui convivano in pace tutti i popoli. Ad aprire il disco sono le atmosfere waitsiane della già citata “Henry’s Siege Mentality” nella quale Rigo omaggia la chiarezza di Lev Tolsoj, e che fa da preludio perfetto prima per la splendida “Tear It Up” e poi per “The King Of Love” in cui nell’intro spicca la voce narrante di Danilo Mafredini che interpreta le parole di Raymond Carver. Si prosegue con “Dangerous” con le sue atmosfere, lo strumentale “Vetro” e quel gioiello che è “For So Long”, ma il vero vertice del disco arriva con “The Beauty” in cui Rigo omaggia i suoi numi tutelari Vincent Van Gogh, John Coltrane e Bob Dylan. “(Don’t Want To) Cheat You” chiude un disco pregevole che si inserisce dritto tra i lavori più ispirati ed intensi di Antonio “Rigo” Righetti. 


Salvatore Esposito

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