(a cura di Febo Guizzi), Maschere Di Suoni. Costruzione del caos e affermazione di sé. Per un’antropologia sonora della liminarità contemporanea, LIM, 2013, pp. 471 Euro 35,00

Il concetto di “liminarità” si configura come un terreno di riflessione sul quale incentrare l’interpretazione di pratiche complesse, come quelle che definiscono le strutture dei carnevali contemporanei. All’interno dei quali - nella misura in cui rivestono un ruolo di primo piano - la musica e, in generale, i processi di sonorizzazione degli eventi, divengono strumenti fondamentali per interpretare le espressioni culturali. Anzi, le musiche forniscono una “specifica mediazione interpretativa”, in quanto “elemento costitutivo irrinunciabile e ubiquo dei carnevali stessi, a volte letteralmente intasati da questa immateriale presenza”. Il terzo elemento che (semplificando) compone il quadro delle indagini è il concetto trasversale di “carnevalizzazione”, una “parola chiave” che non solo accomuna i diversi casi di studio raccolti nel volume “Maschere di suoni. Costruzione del caos e affermazione di sé. Per un’antropologia sonora della liminarità contemporanea” (LIM, 2014), ma interessa molti processi contemporanei, legati, come si può leggere nella quarta di copertina, ai “modi della comunicazione e della formazione del consenso, dell’espressione della volontà e dei desideri collettivi, della riorganizzazione di gerarchie di valori”. Da queste prime righe si evince quanto sia interessante e complesso il testo di cui parliamo, nel quale sono raccolti vari contributi sul tema generale del carnevale e - come in parte anticipato - le connessioni che le forme contemporanee di queste pratiche “liminari” - elaborate cioè in uno spazio di eccezionalità - hanno con le gli ambiti culturali e sociali entro cui prendono forma e sono condivise. Il libro è a cura di Febo Guizzi - professore ordinario di Etnomusicologia all’Università degli Studi di Torino - e raccoglie cinque saggi che sono i resoconti di altrettante esperienze etnografiche, oltre una serie di contenuti multimediali, che si possono reperire online, consultando un portale dedicato dove sono raccolte anche altre pubblicazioni (suonoeimmagine.unito.it). I saggi che compongono il volume sono riferiti a diversi temi che interessano il carnevale e che si sviluppano in relazione a questo. Difatti propongono una serie di approfondimenti su manifestazioni che sono state indagate in vari contesti socio-culturali e in un’area geografica molto ampia: dalla Val Varaita (CN) ad Accettura (PZ), dai carnevali valdostani a quelli della Valresia (UD). Il saggio che chiude il volume, “Diario Milagros”, di Mario Calderaro, è un “rendiconto del processo di lavorazione” e una riflessione su Señor de Los Milagros, un documentario quadrifonico su una manifestazione religiosa dei peruviani di Torino e Milano (gli altri saggi - a titolo di informazione - sono i seguenti: “Una novella cultural-musicale: come gli sguardi cuciono gli eventi significativi” di Giulia D’Angelo; “La Baìo di Sampeyre: il non carnevale” di Guido Raschieri; “Su alcune formule ricorrenti nel cinema nordamericano contemporaneo: esperienza del limite, costruzione del caos” di Ilario Meandri). La documentazione di Señor de Los Milagros - realizzata nel quadro di un PRIN del 2008 dell’Università di Torino da un’equipe di ricerca coordinata da Febo Guizzi - rientra “in una serie di avvenimenti rituali non riferibili al periodo ‘classico’ del Carnevale, ma non per questo separabili rigidamente per forme e contenuti”. Il documentario si può scaricare per intero al link sopra indicato, dove sono anche reperibili alcune note imprescindibili per la “corretta” visione e comprensione del materiale. Questo infatti è stato organizzato tenendo conto della centralità degli elementi sonori, attraverso una “sceneggiatura” che ha inevitabilmente derubricato l’impianto visivo e decostruito lo sviluppo cronologico originale. Come specifica Guizzi - che è anche l’autore del corposo saggio introduttivo “Suoni e carnevalizzazione”, dove oltre a al quadro di riferimento teorico-metodologico entro il quale si sono sviluppati i vari lavori di approfondimento, trovano posto i dati etnografici della ricerca - “il legame tra il complesso festivo e la sua sonofera” costituisce “un nodo culturale la cui importanza va ben oltre il fatto specifico della festa e di ‘quella’ festa in particolare denominata carnevale nella tradizione occidentale. Da lì, cioè, derivano suggerimenti e insegnamenti molto rilevanti per la conduzione di ricerche dedicate alla dimensione sociale e immaginativa dei suoni, anche fuori dai confini della festa della sospensione del tempo e del rovesciamento delle convenzioni”. Inoltre - citando un intervento di Umberto Eco su la Repubblica - la carnevalizzazione della vita, l’espansione e la deformazione di alcuni elementi culturali e politici attraverso spazi sociali strutturalmente indefiniti, si sta configurando come una dinamica che caratterizza in modo sempre più evidente la nostra contemporaneità. Il problema, ovviamente, nasce dalla sovrapposizione di modelli di comportamento, ruoli e relazioni, che dovrebbero mantenere un’autonomia strategica e che, al contrario, determinano “un complesso culturale sempre più organicamente cementato in Italia” e legato a trasformazioni difficilmente reversibili “di valori e di costumi”. In questo scenario, “l’equilibrio, anche simbolico”, tra la modalità del lavoro e quella del non-lavoro, “è stato spezzato” e ha perso il suo valore parentetico, finendo per trasfigurarsi in una forma di carnevalizzazione permanente, non più sorretta dalla “licenza temporanea e rituale”: d’altronde, “durante il carnevale si gioca senza interruzione, ma perché il carnevale sia bello e non faticoso, deve durare poco”. 

Daniele Cestellini
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