Rigo – Angeli e Demoni (Irma Records, 2013)

Quando lo scorso anno Rigo diede alle stampe l’Ep “Solo”, il suo primo disco in italiano, sottolineammo come quella scommessa poteva dirsi assolutamente riuscita, tanto per la qualità dei testi, della napoletana Sara Del Popolo, quanto anche le strutture musicali che si lasciavano apprezzare per il loro solido impatto rock. A distanza di un anno, Rigo ha deciso di rilanciare, e così è nato “Angeli e Demoni”, disco che raccoglie tredici brani, nati sulla scia del già citato Ep “Solo”, e ancora una volta caratterizzati dai testi firmati da Sara Del Popolo, la cui collaborazione è nata in modo quasi casuale, come ricorda lui stesso nelle note di presentazione del disco: “Le parole scritte da Sara mi son giunte viaggiando nell’etere, a volte di notte, in quella terra di nessuno ove viaggia il codice binario, spesso di giorno, io le ho lette e ho imbracciato la mia amata e scartazzata Epiphone acustica e ho cominciato a strimpellare e salmodiare improbabili inni laici su giri d’accordi”. Per chi ha amato i dischi precedenti di Rigo, il primo ascolto sarà certamente un po’ straniante, perché la sua voce ha una naturale attitudine al canto in inglese, e in italiano stenta un po’ a catturare l’attenzione, tuttavia superato lo straniamento iniziale, si comprende subito quale sia stato il percorso, che ha condotto i testi di Sara Del Popolo tra le braccia del rock di Rigo. Vestendo abiti rock magmatici, ritmiche potenti, ed allo stesso tempo essenziali, questi testi hanno assunto i tratti di riflessivi spooken words, in cui si rincorrono suggestioni, riflessioni, ed introspezioni, che il bassista modenese fa propri, interpretandoli, e caratterizzandoli con la sua ruvida voce. Nel loro insieme i vari brani, come evoca lo stesso titolo, esplorano il contrasto e il confronto tra gli opposti, il bene e il male, il maschile ed il femminile, gli angeli e i demoni, una sorta di yin yang declinato in chiave rock, che emerge in modo particolare in brani come il singolo “Dimmelo”, in cui spiccano il travolgente drumming di Roby Pellati e la chitarra di Mel Previte, la trascinante “Io Non Cambio Mai” dal ritornello cantato in duetto con Katia Marun e il crescendo “Cosa Mi Dirai” in cui alla chitarra troviamo Federico Poggipollini. Certo in alcuni casi, le canzoni sembrano non decollare mai, ma basta poco, perché esploda, lasciandoti dentro sempre qualcosa, una frase, un riff, un pensiero. Ben sapendo che a Rigo non piace vincere facile, anche questa scommessa non era semplice, un po’ come era stato “Profondo Basso”, e questa sua capacità di tirare dritto per la sua strada ci è sempre piaciuto. Certo ci auguriamo di risentirlo presto alle prese con il seguito di “Songs From A Room”, ma non possiamo non apprezzare l’impegno e la dedizione con cui ha portato a termine questo suo nuovo lavoro. 

Salvatore Esposito
Nuova Vecchia