L.R. Carrino, A Neopoli Nisciuno E’ Neo, Laterza, Euro 12,00, pp.165

Sparare a zero sui cantanti neo-melodici napoletani è cosa fin troppo facile, sia per l’immaginario a cui sono legate queste canzoni sia per l’automatico parallelismo con la camorra, ben più difficile è invece confrontarsi con queste realtà e calarvisi dentro per capirne le dinamiche, studiarne l’evoluzione e in qualche modo anche il messaggio. Se Roberto Saviano in Gomorra ne ha accuratamente evidenziato la stretta connessione che tiene insieme neomelodici e criminalità, nel 1999 il giornalista de Il Mattino, Federico Vacalebre con il saggio Dentro Il Vulcano, Racconti Neomelodici e Altre Storie dal Villaggio Locale, ne ha analizzato il fenomeno dal punto di vista della critica musicale, dando vita ad una vera e propria rivoluzione che in un certo senso ha aperto un varco ad una visione meno critica e più riflessiva del fenomeno dei neomelodici. Sull’argomento è tornato di recente lo scrittore Luigi Romolo Carrino con A Neopoli Nisciuno E’ Neo, pubblicato nella bella collana Contromano di Laterza Editore, getta nuova luce sulla musica neomelodica napoletana, facendo vestire i panni di un moderno Virgilio all’amico e produttore Ettore Petraroli. Partendo dal racconto della sua partecipazione al matrimonio di Ida Rendano, celebre cantante neomelodica napoletana, lo scrittore elabora una originale geografia cittadina di Napoli, municipalità per municipalità, quartiere per quartiere passando in rassegna quasi tutta questa scena musicale sommersa, dove ogni artista è legato ad un quartiere, quasi esistesse una spartizione del territorio da noi tradire mai. Si tratta di un lavoro appassionato ed appassionante, il cui stile a metà tra romanzo e saggio contribuisce in maniera determinante a far emergere quelle che sono le peculiarità della musica neo-melodica, una scena dove il concetto di indipendenza trova il suo massimo e più compiuto significato, nonostante il grande giro di soldi che la caratterizza e le inevitabili infiltrazioni della malavita, che la condizionano. Ben guardandosi dal fare apologia, Carrino analizza il fenomeno dal punto di vista sociologico, facendo emergere una storia ricca di talenti bruciati, brutte canzoni, frasi dense di poesia, ma anche di tristi imitazioni delle star di turno o dei talent show che popolano le tv nazionali. Attraverso aneddoti e racconti di vario genere che spaziano dall’ironia al dolore, lo scrittore napoletano tratteggia i ritratti non solo di artisti che sono riusciti ad uscire ad emergere anche a livello nazionale come Gigi D’Alessio, e Sal Da Vinci ma anche di vere e proprie leggende come Maria Nazionale, quest’ultima riscoperta di recente anche da Francesco De Gregori nello spettacolo Vola Vola Vola, o talenti come Valentina Stella e Franco Ricciardi, o ancora i più giovanni Alessio e Raffaello. In parallelo viene posto l’accento anche su quello che è il contorno che circonda questi artisti, un vero e proprio mondo che “campa” grazie a loro e fatto di pochi bravi autori, ma anche di manager padri e padroni, truffatori e figli che nutrono il sogno, spesso presto tradito, di diventare una star. Non manca anche un accenno “critico” a Passione di John Turturro, del quale viene sottolineata la caratteristica di aver dato vita ad una visione della Napoli musicale da cartolina, e a qualche progetto interessante come Cafè do Friariell, compilation curata da Gianni Simioli. A Neopoli Nisciuno E’ Neo è dunque un opera interessante, non solo perché ha il pregio di catturare l’attenzione del lettore su un argomento spinoso come quello dei neo-melodici, ma soprattutto perché offre di questa scena musicale una visione sincera, cruda e allo stesso tempo piena di quel fascino sfuggente e contraddittorio che solo Napoli riesce a donare. Del resto anche la musica dei neomelodici è musica che nasce dal popolo e che del popolo è voce, proprio come i tanti fenomeni musicali della World Music. Da par suo Napoli non ha mai prodotto una versione in salsa campana di Khaled, restando eterna incompiuta e così vittima del suo stesso genio creativo. 



Salvatore Esposito
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