Donata Pinti – Io T’Invoco, Libertà! (Nota)

Mantovana di nascita ma piemontese d’adozione musicale, Donata Pinti sin da piccola ha vissuto circondata dalla musica apprendendo non solo il canto delle mondine ma anche l’operetta, successivamente con la sua militanza nel PSIUP si avvicina alla canzone politica e di lì a breve arriva a collaborare il Cantacronache. La grande svolta della sua carriera avviene con l’incontro con Alberto Cesa e Franco Lucà con i quali da vita a Cantovivo. Nel corso del suo percorso artistico tante sono le collaborazioni con gruppi come La Ciapa Rusa, Lou Dalfin, Baraban e La Macina, e cantautori quali Michele Straniero, Fausto Amodei e Oliviero Malaspina, che contribuiscono a caratterizzarla come un esempio di perfetta congiunzione tra musica tradizionale e riprosta. Infatti se il suo repertorio spazia dalle ballate narrative tradizionali fino alla canzone di protesta rispettando rigorosamente le fonti orali, il suo stile vocale unisce un rispetto rigoroso per le fonti orali ad una personalissima tecnica canora, maturato attraverso intense campagne di ricerca sul campo. Queste particolari caratteristiche le hanno consentito di raccogliere numerosi premi e riconoscimenti, che l’hanno consacrata come una delle voci più belle della musica di riproposta in Italia. Io T’Invoco, Libertà è il primo disco della Pinti e nasce con l’intento preciso di raccogliere e sintetizzare un percorso di ricerca storico-culturale che si snoda attraverso la canzone popolare piemontese fino a raggiungere la canzone politica. Inciso dal vivo nel corso del concerto del 9 luglio 2008, il disco presenta diciotto brani provenienti dalle ricerche di Franco Coggiola e Roberto Leydi, Silvano De Pizzol, Maurizio Martinotti, Maura Guaschino, Leone Sinigaglia, che spaziano dalle ballate della tradizione contadina piemontese fino a toccare i canti operai del Novecento del repertorio del Cantacronache. Al suo fianco c’è l’eccellente Silvano Biolatti alla chitarra che con il suo stile unisce in modo eccellente la musicalità delle strutture tradizionali con suggestioni classiche e jazz, dando vita a perfette tessiture sonore su cui si muove la splendida voce della Pinti. Il risultato è un corpus di canzoni dense di poesia, una poesia da cui traspare la riappropriazione della cultura contadina, che torna a nuova vita anche attraverso la canzone popolare. L’aver affiancato repertori differenziati ci permette di apprezzare tutta la versatilità del canto della Pinti che approccia ogni interpretazione con grande sensibilità e gusto. A brillare in modo particolare sono brani come l’iniziale Prinsi Raimond, il tradizionale religioso Madona Dla Guardia, la struggente Marito Confessore, il medley La Fiat Ebzogna Dilo/Progress Industrial/Turin CH’A Bougia e le conclusive Oltre Il Ponte e Libertà, adattamento di Alberto Cesa del tradizionale sud-americano Libertad. Il vertice del disco è però la pungente versione di Ero Un Consumatore di Fausto Amodei, interpretata in modo magistrale dalla Pinti. Ad accompagnare il disco, c’è un libretto curatissimo di cinquanta pagine che raccoglie i contributi di Placida Staro, che ha ideato il progetto, della stessa Donata Pinti, di Paolo Sirotto e dell’indimenticato Alberto Cesa a cui il disco è dedicato. Io T’Invoco Libertà è dunque un documento di grande importanza per la musica tradizionale italiana perché ci restituisce integra la potenza e la forza del canto rurale ma allo stesso tempo la speranza di cambiamento e la combattività dei canti di protesta. 

Salvatore Esposito

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