Arangara - Terra di mari (Galletti Boston/Edel)

Nati nel 2005 da un idea del cantautore Gianfranco Riccelli, gli Arangara sono un gruppo formato da musicisti calabresi residenti a Bologna e venuti in contatto grazie a quella importante fabbrica di idee e creatività che era il collettivo E.C.U. Oltre al già citato Riccelli (chitarra, mandolino e armonica) che si fa anche carico insieme a Cinzia Liuzzi delle parti cantate, la formazione degli Arangara è composta da Salvatore Gerace (tamburi a cornice, organetto, zampogna, marranzano, lira calabrese), Febo Nuzzarello (chitarra classica), Francesco Panarese (batteria, percussioni), Massimiliano Paternò (basso), e Giuseppe Presicce (violino). Sebbene il loro percorso parta da un intenso percorso di ricerca sulle fonti tradizionali, nella loro cifra stilistica convergono influenze che spaziano da Fabrizio De Andrè a Francesco Guccini, da Leonard Cohen a Bob Dylan fino ai cantori della tradizione come Otello Profazio, Ignazio Buttitta e Rosa Balistrieri. Negli ultimi anni hanno avuto modo di maturare una considerevole esperienza sui palchi di tutta Italia, ma sin dagli esordi ciò che ha contraddistinto la loro proposta musicale è stato senza dubbio il tentativo di coniugare la tradizione popolare con la canzone d’autore italiana. Terra di Mari, il loro nuovo album, rappresenta un importante punto di svolta nella loro carriera, infatti l’attitudine ai brani cantautorali sembra più marcata rispetto al passato, sebbene il legame con i suoni e gli stilemi tradizionali sia invariato e non è un caso che per la scrittura al fianco di Riccelli, compaiano i nomi prestigiosi dello scrittore Carlo Lucarelli, e di alcuni cantautori come Claudio Lolli, Pierangelo Bertoli ed Andrea Buffa. L’ascolto rivela dodici brani di ottima fattura caratterizzati da arrangiamenti essenzialmente acustici, nei quali uso di strumenti tipi della propria terra e del dialetto calabrese, sono funzionali ad una commistione sonora che parte dalle Coste della Calabria e per toccare quelle del Mediterraneo. Ad impreziosire i brani ci sono i testi, sempre profondi e ricchi di poesia e sentimenti, che raccontano il Meridione d’Italia e la Calabria con le sue bellezze, le sue contraddizioni e i suoi problemi. Si spazia così dal racconto di una tragica morte sul lavoro de Il Sogno di Volare del cantautore lecchese Andrea Buffa, a Nemmeno Tu testo inedito di Pierangelo Bertoli musicato magistralmente da Riccelli, passando per brani di matrice tradizionale come l’iniziale Novella Scura, La Ballata della Luna, A Pippa e Sed Libera, un intenso canto di protesta e denuncia sociale. Un discorso a parte lo invece l’intensa Stracci e Dicerie, nella quale compare come co-autore Claudio Lolli, e che racconta la storia di una persona scomparsa, forse morta addirittura, che l’unica traccia lasciata è un mucchio di stracci e una scia di falsità sul suo conto. Tra i brani meglio riusciti vanno citati la lettera di un analfabeta di Mio Caro Presidente, Se Leggete, e la conclusiva Terra di Mari, un brano dal grande spessore poetico e dalle atmosfere evocative. Se proprio si volesse trovare qualcosa che forse stona è l’intervento di Carlo Lucarelli ne i Musicisti di Carlo Lucarelli, brano divertente ma autoreferenziale quanto basta per risultare stucchevole, e che niente aggiunge e niente toglie ad una raccolta di brani di grande spessore artistico.

Salvatore Esposito

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