“Tutto intorno” è il primo album da cantautore del musicista ristiano Fattorini (dopo diverse esperienze discografiche come compositore, pianista, tastierista) che contiene otto canzoni e tre strumentali. “Intro”, ovviamente, apre il disco con arpeggi e fraseggi di chitarra classica, “Tutto intorno” (“E la nebbia mi avvolge che non è più mattina, nel silenzio randagio di una strada perduta”) è accarezzata dal pianoforte, violoncello e batteria. “Nuvole come incertezze” (“Tienimi qui con te, come un silenzio seduto sfiancato e sospeso da questo tramonto velluto”) ha un bell’incastro tra chitarra acustica, percussioni e armonica a bocca; in “Devo dirti una cosa” (“Ho comprato questa luna sopra al fiume, l’ho guardata dietro al vetro che pioveva amore, erano in bianco e nero tutte le ballerine”) appare il primo featuring di Fabrizio Bosso insieme al morbido tappeto degli archi. Molto elegante “A guardare la notte” (“Vedo un tappeto di stanze e dolori, cancello promesse e insegne future, la mia città da qui sembra sincera, un filo di luna la primavera, solo sospiri e sguardi dal buio, io fermo come un bambino ingenuo che capisce la poesia”). Invece la successiva “Aria” (“Se ti sveglio inventando i tuoi sorrisi, mi presento giusto per la colazione, è uno scherzo spettinato, proprio sotto le lenzuola”) è sottolineata dal sax. “Lo sguardo paziente” (“C'è un sole soltanto che apre al mattino, che sfiga finestre ed asciugamani, ti viene a trovare fin sotto il cuscino, ti ruba persino un lieve sorriso”) è in odor di bossa nova con la tromba avvolgente di Bosso, più solare è “Sui fianchi di fragola” (“Quel che sarà sa già di velluto, di verità talvolta perdute, l’amore è nei baci in fondo alla strada, quando la sera con poco si dà”). “Respira” (“Respira il cielo vaniglia d’agosto e chiudi la porta al nero di luna, tornavo di fronte ai miei vecchi pensieri, sentivo un caldo scirocco d'asfalto”) è macchiata dai vari fiati; “Chi tene ‘o mare” è un sincero omaggio strumentale a Pino Daniele, registrato dal vivo presso l’Antica Stamperia Rubattino. “La sonata dei pensieri accesi” è una specie di sigla strumentale dal sapore cinematografico con trombone e tuba, che chiude idealmente il disco.
Un piacevole esordio questo di Fattorini, capace di unire il jazz alla canzone d’autore con classe ed eleganza.
Marco Sonaglia
Tags:
Storie di Cantautori