Rundt Segen – Bagpipe melodies from Bornholm (GO’ Danish Folk Music, 2024)

Niels Erik “Niller” Rasmussen, apprezzato e conosciuto suonatore di nordic bagpipe, la cornamusa nordica (o svedese), vive a Segen, nell’interno dell’isola danese di Bornholm. Bornholm, con una superficie di 600 kmq e una popolazione di 39.000 persone potrebbe sembrare un’isola come tante nel Mar Baltico, ma in realtà ha delle peculiarità che la distinguono: l’essere molto più vicina alle coste svedesi che a quelle danesi e confondere le proprie acque con quelle tedesche e polacche ne fanno una terra di confine; in gran parte coltivata, conserva però nella sua parte centrale la grande foresta di Almindingen, di immenso valore paesaggistico e naturalistico, la cui vegetazione e fauna testimoniano del clima mite dell’isola, che affianca specie nordiche ad altre mediterranee, come la vite e il fico. Il nome dell’isola poi deriva dal norreno Burgundaholmr, cioè “isola dei Burgundi”, ed è proprio da qui che, all’inizio dell'era cristiana, popolazioni di stirpe burgunda si mossero per raggiungere prima le Alpi e poi la Pianura Padana. Bornholm è quindi uno scrigno di bellezze naturali, di storie e testimonianze del passato, di incontri e intrecci di culture. Da questo insieme variegato di elementi Rasmussen, arrivato nell’isola nel 1977, è prima stato colpito, incuriosito e affascinato, e ne ha poi tratto ispirazione per le proprie composizioni musicali, una decina delle quali sono state registrate e raccolte in questo ottimo album, in cui l’Autore è affiancato da Clara Tesch, al violino e viola, e da Mads Kjøller Henningsen, alla ghironda, mandolino, flauto e percussioni. Pur senza alcun testo cantato, in “Bagpipe melodies from Bornholm” sono descritte e raccontate sensazioni, emozioni, incontri e storie. Storie come quella da cui è nato “Lys over Makkehøj” brano di sapore medioevale che rievoca una delle danze che si dice si sentano provenire dal sottosuolo di una bassa collina chiamata Makkehøj, abitata da troll. Costoro ne sono gelosi custodi, tanto che chiunque osi asportare da lì anche una sola pietra rischia grossi guai. Oppure la tragica vicenda di due novelli sposi, periti cercando di sfuggire al Diavolo, ed il cui ricordo è affidato a due sorgenti, scaturite nel punto dove essi caddero, oltre che alla vivace “Tingsted Polka”. A Herluf Jensen, agricoltore, cantante e suonatore, è dedicato “Herlufs vals” un valzer delicato e malinconico, perfetto per ricordare un amico scomparso, fonte inesauribile di storie e racconti su Bornholm. Lucente e tintinnante, come le monete dell’Età del Ferro ritrovate nel 2021 nel corso di una campagna di scavi, è invece la musica di “Guldgubben”, brano in medley con “Rynkeby engledans”, danza evocata dalle frequenti soste dell’Autore all’interno di una chiesa di Rynkeby, la cui volta è adornata da una teoria di angeli musicanti. Al potere salvifico o almeno terapico della musica sono dedicate “Ulvevalsen”, ispirata dalla storia di un musicista che, caduto in una trappola insieme ad un lupo, suona in continuazione per evitare di essere attaccato; “Christiansø Real” nata nel corso di un movimentato ritorno per nave dall’isola di Christiansø, nel corso del quale fu improvvisato un concerto a ballo, con l’intento, riuscito, di alleviare a molti passeggeri e agli stessi musicisti un fastidioso mal di mare; “Coronagallop”, scritta durante la pandemia di Covid. Quindi motivi di isprazione sono anche avvenimenti e situazioni contemporanee, come la poco tranquillizzante vicinanza alla casa di Rasmussen di una base aerea militare, da cui è nata la quasi marcia “Segentur”. Al corvo, animale centrale della mitologia norrena, è dedicata la leggera e naturalistica Kragetræet (The crow tree), composta da Rasmussen guardando dalla finestra della sua sala da musica la vita nella vicina foresta. Dai paesaggi di Almindingen sono state ispirate anche l’allegra “Plantoren”, un omaggio a Hans Rømer, colui che nel 1800 iniziò a piantumare gli alberi che l’hanno formata, e la conclusiva “Oktoberregn (October rain)”, scritta osservando la foresta nella insistente pioggia di ottobre, dando forma musicale a un sentimento misto di malinconia, pace e quiete. Musicalmente aderente alle forme tradizionali, l’album ha un suono fresco e rilassato, che in alcuni brani si fa più vivace e danzante, in altri più riflessivo e impressionista, ma non è mai banale o ripetitivo. Perfetto l’equilibrio timbrico e di volume tra gli archi, la ghironda e la nordic bagpipe, a cui le ridotte dimensioni e le caratteristiche costruttive conferiscono un suono più morbido e meno imponente rispetto ad altre cornamuse, rendendola adatta tanto a un’esecuzione da solista, quanto insieme ad altri strumenti. 


Marco G. La Viola

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