A inizio del maggio 2024 Andrea Riccio ha inaugurato la prestigiosa programmazione de “Il salotto musicale di Nevile Reid” dalla Fondazione Ravello nell’Auditorium di Villa Ruffolo. Non è cosa da poco per il giovane pianista napoletano (è nato nel 2001), che possiede già un curriculum di notevole interesse: concertista per prestigiose istituzioni, vincitore di numerosi concorsi nazionali e internazionali e co-fondatore del NEMA ensemble. Allievo di Dario Candela e Girolamo De Simone, Riccio vanta studi al Conservatorio “San Pietro a Majella”, proseguiti alla Universität Mozarteum di Salisburgo, dove ha seguito il corso di Master of Arts in Piano Performance sotto la guida di Cordelia Höfer-Teutsch. Ha seguito le masterclass di Pasquale Iannone, Rena Shereshevshkaya, Antoinette Van Zabner e Yves Henry. Su Andrea Riccio, Girolamo De Simone dice che si tratta di un musicista di “straordinaria lucidità interpretativa, che unisce una tecnica solida e robusta ad un suono limpido e pulito”.
“Artic_Akt” esce per la nuova collana Neapolitan New Music di Konsequenz, la factory diretta dallo stesso De Simone (una sezione discografica il cui target è il mercato internazionale, in special modo nipponico). Va notato che il disco ha una bella e simbolica copertina in chiaroscuro con diverse tonalità di grigi in cui lo sfocamento dello scatto coglie Riccio in movimento (le immagini sono di Dario De Simone e Simona Valente). Il piccolo booklet è corredato da un breve ma pregnante testo introduttivo del concertista Lorenzo Pone.
L’album è stato registrato sullo storico Steinway & Sons del prestigioso Tonstudio di Salisburgo: la superlativa qualità sonica, dunque, è valore aggiunto del lavoro, la cui prima parte del programma espone, in prima registrazione mondiale, le “Douze images en coutes préludes” (1922) di Annette Dieudonné (1896-1990/1991: non c’è concordanza sulla data della scomparsa tra alcune autorevoli fonti), compositrice, musicologa e didatta, a sua volta allieva di Nadia Boulanger. Pubblicate dall’editore Maurice Sénart, le sue opere non sono facilmente reperibili. Si tratta di composizioni di breve durata e dalla fisionomia descrittiva, tra le più importanti dell’autrice francese, caratterizzate da una sintesi musicale esemplare che Riccio ci restituisce, cogliendo appieno lo spirito intimista delle pagine della Dieudonne, con uno stile che rivela eleganza, nitidezza e sottigliezza nel tocco. È indubbio che la rarità del repertorio ascoltabile in questa prima esecuzione di Riccio sia un altro punto di eccellenza di questo disco.
Del titolo del suo album, il pianista partenopeo dice che è stato ispirato dal nome della Arktika, una nave rompighiaccio (Artic) e dall’idea di gesto e azione (Akt). E di certo questa visione, per così dire glaciale, prende forma nel suono cristallino e al contempo immersivo, profondamente riflessivo ma non privo di passaggi ritmici serrati, nell’uso particolarmente efficace del pedale. Ad emergere è il fatto che il pianismo di Riccio muove, come detto, da una forte base tecnica ma si mostra pienamente nel segno delle consapevolezze e delle aperture verso repertori non “di tradizione”, maturate dalle ultime generazioni di pianisti propensi all’incontro con il nuovo, con il diverso.
A costituire una sorta di interludio è la rielaborazione delle confluenze e delle oscillazioni tra romanticismo, reminiscenze satiane, minimalismo e ricerca intimamente estatica di “Blonde” dei fratelli Roger e Brian Eno (da “Mixing Colours”, 2020). A seguire, lo strumentista si addentra con padronanza nei caratteri contrastanti e mutevoli che animano il ciclo di otto fantasie per pianoforte che costituiscono la “Kreislerian”, op. 16, di Robert Schumann (1838), tra le pagine più singolari e complesse in termini esecutivi nel repertorio del compositore tedesco, il cui nome deriva da quello del maestro di cappella Johannes Kreisler, personaggio creato dalla penna di E.T.A. Hoffmann.
È un passaggio di tempi, luoghi e forme compositive reso continuo dall’espressività pianistica di Riccio, il quale chiude splendidamente eseguendo la celebre “By the River”, vetta compositiva di Brian Eno (“Before and After Science”, 1977). “Apprende e rigenera per trasformarci questi brani in autenticità. Una musica generativa che, profondamente, ci cambia”, chiosa Girolamo De Simone nella nota di presentazione di “Artic_Akt”.
Non si può che salutare con soddisfazione questo debutto discografico di un musicista in cammino. https://www.soundohm.com/product/artic-akt
Ciro De Rosa
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