Ada Montellanico – Canto Proibito (Giotto/Egea Music, 2024)

Cantante, compositrice e didatta, Ada Montellanico è una delle artiste più apprezzate e rappresentative della scena jazz italiana, avendo dato vita, nel corso della sua lunga carriera, ad una serie di progetti artistici di alto profilo, animata da una tensione costante verso la ricerca su repertori di grande interesse non solo musicale, ma anche storico, politico e sociale, come nel caso del pregevole “Danza di una ninfa” nel 2005, dedicato ai testi inediti di Luigi Tenco o di quel gioiello che è “Abbeys Road” del 2017 incentrato sul songbook di Abbey Lincoln. Nel medesimo solco si pone “Canto Proibito”, il nuovo disco dedicato al medio-tardo-barocco, epoca musicalmente caratterizzata da grandi rivoluzioni come il passaggio dalla polifonia alla monodia, la nascita del primo teatro pubblico e l’affacciarsi delle donne sulle scene artistiche. Furono anni straordinari in cui nacquero opere meravigliose, ma che sotto il profilo politico e sociale rappresentò un passaggio storico complesso fatto di grandi trasformazioni a cui si spesso oppose il conservatorismo della Chiesa. Se a Venezia trovarono terreno fertile le più innovative proposte artistiche dell’epoca, a Roma il teatro era considerato un luogo di perdizione, tant’è che alle donne fu proibito esibirsi in pubblico e durante gli spettacoli i ruoli femminili erano affidati ai “cantori evirati”, ragazzi a cui in età prepuberale veniva praticata una atroce mutilazione ai genitali. La musica, tuttavia, resistette all’oscurantismo, protetta dai nobili mecenati e al sicuro nei grandi palazzi presero vita opere di straordinario valore, cariche di passione, amore e sensualità. Arie cantante che per loro natura intrinseca si prestano ad essere rilette in una moderna chiave jazz quasi fossero degli standard e, partendo dal medesimo approccio con il quale aveva lavorato all’omaggio alla Lincoln, ha raccolto intorno a sé un quartetto pianoless, guidato dal trombettista Giovanni Falzone che ha curato gli arrangiamenti, e completato da altri tre straordinari strumentisti come Filippo Vignato (trombone), Jacopo Ferrazza (contrabbasso), Ermanno Baron (batteria). Registrato nel maggio 2023 alla Casa del Jazz, questo nuovo disco non è solo un tributo alle composizioni di autori tra i più rappresentativi dell’epoca come Handel, Scarlatti, Caldara, Cesti, Carissimi e Cavalli, a cui si aggiungono le straordinarie Barbara Strozzi e Francesca Caccini, ma rappresenta per Ada Montellanico l’occasione per riannodare i fili del tempo e ritornare ad una fase fondamentale per la sua formazione, quella dello studio della musica barocca che rappresentò uno snodo fondamentale per avvicinarla successivamente al jazz. La musica barocca diventa, così, oggi un laboratorio a cielo aperto nel quale la cantante romana si diverte non solo a rileggerne alcune tra le pagine più importanti, ma anche a sperimentare, esplorando linguaggi interpretativi nuovi. In questo senso, non casuale di rinunciare al pianoforte per esaltare voce e fiati e con essi dare maggiore rilievo all’aspetto melodico ed armonico delle composizioni originali. Ad aprire il disco è l’elegante swing del medley che intreccia “O Cessate di Piagarmi” di Alessandro Scarlatti con “Luci Ingrate” di Giovanni Falzone, nel quale spicca il dialogo tra la tromba e il trombone ad incorniciare la voce della Montellanico. Si prosegue con la title-track, unico inedito del disco firmato dalla cantante romanda e da Falzone che ci porta nei territori di Charles Mingus per spostarsi verso certe atmosfere sonoro della musica tradizionale del Sud Italia. Arriva, poi, la sequenza in cui ascoltiamo la superba rilettura di “Che si può fare?” di Barbara Strozzi, il medley blues che incrocia “Delizie Contente” di Cavalli e “Delizie” di Falzone, e le ricercatezze melodiche di “Piangerò la sorte mia” di Handel per culminare con il medley “Vittoria, Vittoria!” di Carissimi e “Vittoria” di Falzone di cui spicca l’architettura ritmica. Gli echi di blues di “Intorno all’idol mio” di Cesti ci introducono al vertice del disco “Sebben, crudele” di Caldara che incontra “Desir” di Falzone dando vita all’incontro tra due mondi sonori solo in apparenza differenti ma che trovano il loro punto d’incontro nella straordinaria interpretazione vocale di Ada Montellanico. La chiusura è affidata ancora ad una composizione di Alessandro Scarlatti con “Già il sole dal Gange” nella quale spicca tutta la versatilità, l’eclettismo e la creatività di questo gruppo in grado di assecondare in modo magistrale il magmatico talento della cantante romana. “Canto Proibito” è, dunque, un disco splendido, un opera musicalmente intrigante e dall’altissimo profilo culturale. 


Salvatore Esposito

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