Francesco Stumpo, La passacaglia: analisi, composizione e improvvisazione, Rugginenti 2023, pp. 102, euro 20,90

Il libro del Maestro Francesco Stumpo ha per titolo “La passacaglia: analisi, composizione e improvvisazione" e aggiunge “per chitarra e tutti gli altri strumenti”. Non posso non nascondere una vera curiosità nel momento in cui ho avuto modo di approcciarmi al testo e all’autore in questione; questo perché vi è da parte mia un vero e proprio stupore nel vedere una persona, un musicologo, che si interessa a un determinato andamento musicale. Purtroppo, vorrei dire che tale analisi sia consuetudine nei Conservatori, perlomeno italiani, ma ahimè, non ho mai riscontrato questo. Ad oggi vi è molta chiusura da parte di alcuni Maestri di Conservatorio alle domande legittime di uno studente che chiede l'approfondimento, il perché o la nascita di tali danze o ballate, ma la risposta che si riceve più frequentemente (vorrei dire che non è così, ma è una risposta ricevuta diverse volte da Maestri di strumento barocco): È scritto così, va suonato così”. Io mi chiedo... perché bisogna sempre restringere un campo, tra l’altro, così appassionato della musica barocca, a mera esecuzione degli spartiti? Allora a tal proposito, ringraziare Francesco Stumpo della sua analisi e dedizione per questo testo, va da sé che non è scontato. Infatti, è stata una delle prime domande che mi sono posta ma che ho posto anche a lui: “Perché scrivere un intero testo sulla passacaglia?” La risposta vien da sé leggendo e potendo avere un confronto con lo scrittore. Il libro ha una premessa che vuole essere fondamentale: approfondire risvolti storici e addirittura psicanalitici della passacaglia. Promette addirittura di essere un volume che vuole dare di più. Rispetterà la promessa? Stumpo è musicista e musicologo calabrese, di Cotronei. Si diploma al Conservatorio di Cosenza nel 1986 e insegna musica in scuole medie e superiori, approfondendo in tal modo il contatto con metodologie didattiche della musica e portandolo a divenire un educatore eccellente. Autore e musicista molto attivo sul panorama italiano, si è dedicato a monografie e pubblicazioni e questa di cui stiamo trattando è il suo ultimo lavoro, edito del 2023. Ilo volume si configura come un vademecum per chiunque voglia eseguire questa forma musicale; qualsiasi aspetto di tale andamento avrà risposto e sarà sviscerato e svelato con arguzia e con dimostrazioni che saranno praticamente dimostrate da esercizi richiesti al lettore inserendo diversi spartiti ed esempi. Avendo un repertorio immenso a propria disposizione, Francesco Stumpo può attingere a diverse forme e diversi autori, tra i quali Haendel o Weiss ed altri ancora, ma è il rapporto che trova e le analisi, che stupiscono e portano a capire che effettivamente siamo davanti a qualcosa “di più”. Il suo è un esplicare la memorizzazione a livello psicologico, e quindi di poter assimilare e usare tutti i mezzi che propone in modo creativo. Fa notare, infatti, Stumpo il suo continuo soffermarsi sui tipi di memorizzazione, processo che viene portato ancora di più in risalto dall'introduzione di uno dei massimi esperti di tali pratiche di memorizzazioni, Mauro Montanari. Innanzitutto, il libro non è un trattato per chi esegue e basta, oscilla spesso tra la filosofia e diversi rapporti sociali della forma musicale che vuole avere cura di prendere in analisi. Gli esempi sono scrupolosi e precisi e riportati con dedizione. Le informazioni che l'autore propone nel suo trattato sono ben intessute nel discorso, senza mai cedere nell'accademismo. Nonostante vi siano anche nozioni pratiche ai più che studiano e leggono la storia della musica, poter leggere e approfondire alcuni tratti fondamentali del percorso storico musicale l'ho trovato piacevole, mai ripetitivo e sicuramente mettendomi nei panni di chi non ha competenze musicologiche molto profonde, sicuramente il libro di Stumpo è un'occasione per ampliare un bagaglio culturale importante. È proprio questo aspetto di essere tecnico ma non troppo, di essere per tutti ma senza eccedere nell'essere un volume scontato, che secondo me arricchisce il manuale. Infatti, non è necessariamente legata la sua ricerca alla pura esperienza barocca, lui stesso infatti afferma che la passacaglia per chitarra barocca per lui, è stata un punto di arrivo e non di partenza. Più che la passacaglia come forma lo ha sempre interessato il “principio passacaglio” che si ritrova in molte composizioni di ogni latitudine ed epoca storica. La sua esperienza musicale colta e non solo, molto pratica e viscerale, la sua esperienza di vita di essere un educatore che si è perfezionato negli anni, si nota per la scrittura agevole e i periodi concisi e mai troppo prolissi. Ha avuto così modo di intrecciare i diversi mondi che ha studiato creando ponti incredibili di comunicazione, mettendo in relazione mondi spesso diversi, come ad esempio Bach/Procol Harum o Battiato/Passacaglia della vita attribuita a Stefano Landi. Le sue stesse riflessioni sulla passacaglia trovano un punto che secondo me è cruciale e fondamentale: quanto sia istintiva, quanto sia pratica e quanto effettivamente è contenuta anche in forme musicali che assolutamente non appartengono al repertorio colto, ma a quello popolare, abbracciando così danze e tarantelle presenti nel Sud Italia e che sicuramente hanno cadenze specifiche e che strizzano l'occhio alla loro nascita nel periodo tardo rinascimento-inizio barocco. Non mancano nel libro anche accenni a quelle che sono le cugine della passacaglia, con esempi e spartiti da poter leggere e eseguire. Quindi mostrano al lettore un orizzonte abbastanza ampio nel quale muoversi e che può rispondere a determinati dubbi quando ad esempio le armonizzazioni possono spostarsi per altri modi. In questo senso, l'autore risponde a qualsiasi dubbio. Semplifica per chitarra i 135 esempi utilizzati ma che possono essere utilizzati da altri strumentisti, pensarli per ensemble. Questa la sua speranza e la sua realizzazione, infatti egli sostiene che gli esempi inseriti, anche quelli chitarristici, sono stati poi utilizzati in questo senso, come la passacaglia di Roncalli riscritta da Respighi o “Les Baricades Mysterieuses” di F. Couperin, che è una trascrizione dal clavicembalo ed esiste in molte versioni, o ancora la citata passacaglia di Haendel. Alla mia domanda se vi fosse qualcuno che oggigiorno stima per utilizzo della forma passacaglia (perché è sempre importante riconoscere dei modelli di lavoro attuali e contemporanei per poter partire da qualche riflessione), Francesco Stumpo mi ha indicato compositori-chitarristi come Dusan Bogdanovic, Leo Brouwer o Andrew York, ma poi ci sono anche i jazzisti come Ralph Towner. I futuri progetti di Stumpo prevedono aperture di nuovi scenari, che sono accennati nel libro ma che l'autore ha intenzione di analizzare, soprattutto utilizzando una chiave psicologica, che non è mai scontata e sicuramente di questo musicologo è assolutamente un segno distintivo interessante. Dal momento che la parola chiave di questo testo è "la pratica" dello strumento, ho chiesto a Stumpo se fosse sua intenzione creare lezioni-spettacolo intorno a tale volume, e infatti mi ha riposto essere assolutamente già qualcosa che sta mettendo in atto, coinvolgendo Licei musicali e Conservatori, per poter vedere i contenuti del libro messi in pratica. Io vi avevo lasciato una domanda aperta all'inizio di questo articolo chiedendo se il libro di Francesco Stumpo rispetta la promessa di essere qualcosa di più. Ecco, io la mia personale risposta ce l'ho e credo di averla espressa in questo scritto, ma lascio a voi che comprerete il testo e lo leggerete la vostra personale risposta. Non è certo il libro da portare sul treno Crotone-Milano e leggere tra la fermate, bensì prendetevi il tempo, affinate l'orecchio, imbracciate uno strumento musicale e fate quello che i libri vorrebbero e dovrebbero scatenare da secoli: la pratica. 

Alessia Luongo

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