Massimo Pasquini, La strada, il palco e i pedali. Trent’anni di storie dei Têtes de bois, SquiLibri 2023, pp. 128, euro 15,00

A guardare in retrospettiva i trent’anni di attività dei Têtes de bois si coglie l’unicità non solo del percorso compiuto, costellato da incontri e collaborazioni prestigiose, ma anche il peculiare approccio artistico che li ha condotti a dare vita a nove splendidi album, ma soprattutto a mettere in fila una serie di progetti originali ed innovativi. Insomma, se è vero come è vero che è un gruppo “mai di moda”, è anche vero che sono riusciti ad andare oltre il tempo, affermandosi nell’alveo della canzone d’autore italiana e non solo, con il loro immenso bagaglio di passioni e poesia, leggerezza ed impegno, militanza e utopia. A raccontare la vicenda artistica della formazione romana, è il gustoso “La strada, il palco e i pedali – 30 Anni di storie dei Têtes de Bois”, firmato dal giornalista Massimo Pasquini, storico amico della band, che ha raccolto dalla viva voce dei protagonisti storie, racconti e ricordi, incrociandoli con le testimonianze di quanti hanno incontrato Andrea Satta, Angelo Pelini, Carlo Amato e Luca De Carlo, le quattro “teste di legno” sulla strada. La lettura scorre piacevole e leggera e consente al lettore di avere uno sguardo d’insieme sul cammino compiuto in questi anni dai Têtes de bois, il tutto senza cadere mai nella retorica o nella più facile delle celebrazioni agiografiche, ma piuttosto cogliendo l’essenza delle storie, degli incontri e delle peripezie del gruppo. Un diario di viaggio di una band in continuo movimento, rigoroso nella sua sconclusionatezza a riflettere e catturare benissimo il loro essere tutti genio e sregolatezza. Una storia anomala quella dei Têtes de bois, come del resto quella dei suoi componenti, cominciata con un concerto a Campo de’ Fiori a Roma sotto la statua di Giordano Bruno di Ettore Ferrari e proseguita in direzione ostinata e contraria sfidando il mercato discografico, girando l’Italia e l’Europa. Ed ancora le magnifiche avventure di Stradarolo, quei gioielli che sono “Ferré, l'amore e la rivolta”, “Pace e male” e “Avanti Pop” e l’incursione sul palco del Teatro Ariston con Paolo Rossi, per giungere alla gioiosa follia del palco a pedali della Retromarcia su Roma. Ad impreziosire il tutto, non sono mancati negli anni importanti riconoscimenti come le tre Targhe Tenco nel 2002, 2007 e 2015 come migliori interpreti. Pagina dopo pagina si tocca con mano l’importanza di ogni snodo della loro storia, al punto che viene il desiderio di saperne di più, di conoscere i fatti nei dettagli, ma probabilmente una scelta editoriale differente, avrebbe tradito il senso di questo volume. Certo ci sarebbe piaciuto leggere qualcosa di più dei legami con Francesco Di Giacomo e con la Famiglia Ferré e delle tante collaborazioni messe in campo, così come il lettore rimpiangerà di non aver assistito ai tanti eventi unici che hanno visto protagonisti i Têtes de bois, ma per rifarsi basterà tornare sui loro dischi, sempre forieri di grandi emozioni. Insomma, “La strada, il palco e i pedali. Trent’anni di storie dei Têtes de bois” non è il classico volume biografico o un approfondimento critico sulla loro produzione discografica, è piuttosto il racconto appassionante di una storia incredibile e irripetibile, ben documentata anche dal corposo apparato fotografico che accompagna il testo. 


Salvatore Esposito

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