Festival Popolare Italiano. IX Edizione, Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, Roma, 23 settembre – 6 ottobre 2023

Come sanno i nostri lettori, le nostre attività non si sono mai limitate unicamente alle pagine del nostro magazine, ma piuttosto in parallelo abbiamo cercato di muoverci come agitatori culturali a tutto tondo, organizzando presentazioni, concerti, convegni, tavoli di lavoro e show case, così come, quando abbiamo avuto l’opportunità, non abbiamo fatto mai mancare il nostro sostegno a tutte quelle iniziative che fossero in armonia con il nostro progetto culturale. Così, quando all’inizio dell’anno, Stefano Saletti ci proposte la partnership per una rassegna a cui stava lavorando, l’abbiamo accolta con piacere. Purtroppo, quel progetto non fu finalizzato, ma le idee nato nei brainstorming domenicali non le abbiamo abbandonate, e, così, ha preso vita il segmento autunnale della IX edizione del Festival Popolare Italiano che, dopo i cinque spettacoli tra marzo e maggio 2023 è tornato ad animare l’auditorium del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma per altri tre appuntamenti in una diversa formula con quella
bella scommessa che è stato l’esperimento di Foolk Talk, un incontro di approfondimento curato dalla nostra testata, ad anticipare i concerti. Sotto la direzione artistica di Stefano Saletti, la rassegna ha preso il via venerdì 23 settembre con la grande festa del primo European Folk Day che ha visto andare in scena in contemporanea centinaia di eventi legati alla world e alla trad music in tutta Europa. Ad aprire la serata, è stato il primo talk sul tema “Percorsi innovativi per la tradizione popolare: dalla musicassetta alla musica liquida” curato da chi scrive e da Ciro De Rosa e che ha visto protagonisti la musicologa Simona Frasca e il Dj e producer Marco Dalmasso aka Ghiaccioli e Branzini. Il dialogo si è dipanato dal volume “Italian Birds of Passage” dedicato ai musicisti napoletani che trovarono fortuna a New York tra 1895 e 1940 al più recente “Mixed by Erri. La storia dei fratelli Frattasio” entrambi firmati dalla Frasca, al progetto “Future Tradizioni” che vede protagonisti alcuni tra i principali dj e producer italiani alle prese con le storiche registrazioni sul campo, per giungere ad una riflessione finale sull’importanza della tutela degli archivi sia dal punto di vista della conservazione sia da quello prettamente legato ai diritti di utilizzo. A seguire è salita sul palco la splendida carovana del progetto 
speciale "Foolking Thunder Revue" con protagonista Stefano Saletti, accompagnato da Gabriella Aiello, Luigi Cinque, Nando Citarella, Gabriele Coen, Barbara Eramo, Raffaella Misiti, SALE e Fabia Salvucci ad alternarsi al suo fianco. L’itinerario sonoro proposto dal musicista romano ci ha condotto attraverso il porti del Mediterraneo, seguendo le rotte di marinai, commercianti e pescatori, raccontandoci di un mare che un tempo era occasione di incontro, conoscenza e dialogo, ma che oggi, invece, rappresenta la fine di un sogno e della speranza di tanti migranti che, alla ricerca di un futuro migliore, vi trovano la morte naufragando su imbarcazioni di fortuna. Di fronte ad un pubblico attento e partecipe che ha occupato l’auditorium in ogni ordine di posti, le corde di Saletti ha proposto i brani del suo album più recente “Mediterraneo Ostinato” ma anche alcuni classici del suo repertorio, non senza qualche spaccato sorprendente come nel caso di “Nina se voi dormite” in trio con Gabriella Aiello alla chitarra e una straordinaria Raffaella Misiti alla voce, o del lungo
segmento improvvisato con il tamburo a cornice di Nando Citarella e gli eclettici fiati di Luigi Cinque. La rassegna è proseguita il 30 settembre con il Foolk Talk dal titolo "Cultura popolare e World Music Academy: come conservare la tradizione" a cura di chi scrive e con la partecipazione di Mimmo Ferraro, direttore editoriale della casa editrice SquiLibri e Andrea De Siena e Iris Ros della World Music Academy di San Vito dei Normanni. Nel corso dell’incontro si è sviluppato un interessante riflessione sull’importanza di tutelare, diffondere e far conoscere gli archivi sonori e in particolare Ferraro ha raccontato il lavoro fatto in questi anni dalla sua casa editrice e dall’associazione AltroSud, ma soprattutto nella pubblicazione dei volumi dedicati agli archivi dell’Accademia di Santa Cecilia. Durante il dibatto è intervenuta Elisabetta Malantrucco di Rai Radio Techetè che ha portato il suo contributo raccontando della produzione del recente speciale dedicato a Ennio Morricone, mentre Andrea De Siena e Iris Ros hanno fatto conoscere al pubblico romano le
diverse attività di quella magnifica realtà che è la World Music Academy dove i giovani si formano nello studio e nell’approfondimento degli strumenti della tradizione popolare, acquisendo un titolo di studio valido per l’accesso ai Conservatori.  Al termine del Foolk Talk è salita sul palco la cantante e ricercatrice Maria Moramarco con il suo ensemble che ha portato in scena “C'era e 'ngere” un recital che si dipana tra canti tradizionali, filastrocche, racconti e storie legale alla cultura orale dei contadini, conducendo il pubblico alla scoperta di quell’universo denso di fascino che è l’Alta Murgia barese. La rassegna si è chiusa il 6 ottobre con un altro pomeriggio molto denso che si è aperto con l’ultimo Foolk Talk in cui con Giovanni Chiriatti, direttore editoriale di Kurumuny, abbiamo ricordato la figura di Luigi Chiriatti, fondatore e animatore della casa editrice salentina, recentemente scomparso e ci siamo soffermati sul grande lavoro fatto in questi anni, dando alle stampe una parte del materiale raccolto dei suoi archivi personali ceduti quest’anno al Comune
di Melpignano dove, si spera, diventino presto accessibili a ricercatori e appassionati. L’ultima parte dell’incontro è stata riservata alla presentazione delle ultime opere editoriali: “Introduzione all’etnomusicologia” di Maurizio Disoteo e “Canzoniere. 101 canti della tradizione popolare del Salento. Testi, melodie e accordi” di Luigi Chiriatti, Rocco Nigro e Giuseppe Spedicato. A seguire sono saliti sul palco Redi Hasa e Valerio Daniele che hanno regalato al pubblico uno straordinario set basato su album “My Nirvana”, un originalissimo omaggio ai Nirvana di Kurt Cobain per violoncello, elettronica e chitarra elettrica. Dopo l’apprezzato album “The Stolen Cello”, il violoncellista albanese ha incrociato gli strumenti con il chitarrista e produttore salentino per un disco di assoluto pregio che sul palco si evolve in maniera ancor più imprevista e imprevedibile. Le strutture grunge dei brani vengono in alcuni casi vengono preservati nelle linee melodiche, il altri sono completamente destrutturati conducendo le varie composizioni laddove nemmeno il suo autore
(probabilmente) avrebbe mai immaginato potessero arrivare. Il violoncello e la chitarra dialogano ora in modo armonico intessendo insieme le linee melodiche, ora si intersecano tra dissonanza e spaccati free form in cui spicca l’uso dell’elettronica. A risaltare ovviamente sono i grandi classici come “Come As You Are”, “Polly” e “Smells Like Ten Spirits”, ma ancor più affascinante è quando il quo si libera dalle strutture dei brani e reinventa, crea e va oltre, con la scrittura di Cobain che è base ispirativa per una ricerca musicale tanto imprevedibile, quando avvincente. Insomma, non poteva esserci conclusione più bella per questa rassegna e, per il futuro, non possiamo che sperare di ripetere ancora l’esperienza di Foolk Talk di cui, senza retorica o autoreferenzialità, possiamo dire che si è trattato di un esperimento riuscito. Momenti di riflessione e confronto necessari di cui sempre di più si sente l’esigenza. Per non perdere la memoria. 


Salvatore Esposito

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