Scrivendo dello splendido progetto transmediale “Majakovskij! Il futuro viene dal vecchio ma ha il respiro di un ragazzo” firmato dal bassista e produttore toscano Arlo Bigazzi e dall’attrice Chiara Cappelli alla voce ci soffermammo nel sottolineare l’importanza seminale che ha avuto, nella scena musicale italiana e in quella fiorentina in particolare, il collettivo di musicisti che ruotano intorno all’etichetta Materiali Sonori con i fratelli Giampiero e Arlo (Giancarlo) Bigazzi a fare da agitatori culturali ed artistici. Se il primo, negli ultimi anni, ha concentrato le sue energie nell’attività di discografico, il secondo ha messo in fila una lunga serie di dischi di grande pregio, tutti giocati sul l’incrocio tra forme d’arte differenti e caratterizzati da una ricerca sonora che dalle radici rock si inerpica verso la sperimentazione nei sentieri della musica contemporanea. Significativo in questo senso è proprio il già citato progetto dedicato a Vladimir V. Majakovskij intrapreso ormai quattro anni fa e diventato prima un concerto multimediale e successivamente un doppio disco, un libro con testi e graphic novel ed anche una serie di t-shirt e stampe d’arte andate subito a ruba. L’improvvisa irruzione della pandemia nel marzo del 2020 ha bloccato la promozione del disco e, durante i giorni del lockdown, Arlo Bigazzi (basso, tastiere, synth e semples) e Chiara Cappelli (voce) hanno registrato l’Ep “Solitarie Comunanze Digitali” con la partecipazione di Lorenzo (synth e semples), Mirio Cosottini (tromba e flicorno), Marco Furelli (chitarra elettrica), Mirco Salvatori (voce), Francesco Frank Cusumano (chitarre elettrica) e Nicolò Failli (cimbali). Prodotto e mixato da Lorenzo Moka Tommasini, il disco è stato accompagnato dalla pubblicazione su YouTube di quattro video realizzati da Pierfrancesco Bigazzi, Daniele Casolino e Giulio Torde Dell’Aquila. A riguardo Arlo Bigazzi ha dichiarato: “Per i brani inediti di “Solitarie Comunanze Digitali” riconosco che ognuno di noi ha trovato non poche difficoltà a lavorare; tuttavia, avevamo deciso di usare questa pausa forzata provando a creare musiche con le parole che avevo letto in alcuni post della rete. Spesso descrivono bene il nostro smarrimento; così come le immagini, catturate spesso da una finestra o girate andando a fare la spesa. Un mosaico realizzato nella propria abitazione e con quello che avevamo a disposizione”. L’ascolto è una immersione negli stati d’animo di smarrimento e paura che hanno caratterizzato i primi mesi del lockdown, con suoni, voci e parole che arrivano dritte dalla vita reale, pescano dai social e nello stesso tempo si aprono alla poesia. “All’inizio” su testo di Sara Di Lello racconta dei primi giorni vissuti chiusi in casa, la musica e i canti alle finestre per sentirci meno soli, ma con lo scorrere del tempo tutto questo ha lasciato il posto allo smarrimento e alla solitudine. L’arrangiamento evoca il silenzio delle strade e il vuoto delle piazze, ma anche il dramma delle tante morti e di quanti, tra medici e infermieri, hanno lottato in prima linea per cercare di salvare quante più vite possibile. Si prosegue con “Filo” con le liriche firmate da Maria Giovanna Geromel e la voce di Chiara Cappelli avvolta dall’elettronica e la tromba, e la struggente “Venezia (un tuffo nel silenzio)” in cui l’ottone è ancora protagonista nella descrizione di una solitaria ed inedita Venezia con le voci di Chiara Cappelli e Mirco Salvatori che interpretano il testo firmato da quest’ultimo. L’intensa “Piano Zero” con le liriche di Alessia Giovanna Matrisciano che raccontano il risveglio della natura a primavera, mentre ci trovavamo ancora confinati nelle nostre case e la bonus track “Cari Belli” con testo di Arlo Bigazzi chiudono un disco di grande spessore, un racconto in musica del dramma della pandemia da COVID-19 e dei suoi tanti risvolti che hanno segnato e segnano le nostre vite.
Dopo la timida ripresa dei concerti nell’estate del 2020, la risalita dei contagi in autunno ha bloccato nuovamente l’attività dal vivo, così il 22 dicembre 2020, Arlo Bigazzi e i musicisti della cellula “Majakovskij”, aderendo all’invito dell’Assessorato alla Cultura di Loro Ciuffenna, hanno realizzato uno spettacolo in streaming nell’affascinante scenario del Museo dedicato a Venturino Venturi. È nato così il concerto-reading "Io canto il corpo elettrico - e abbraccio quelli che amo” tratto da tre poesie di Vladimir V. Majakovskij, intervallati da testi di Walt Whitman, poeta molto amato e punto di riferimento dell'artista russo. Il disco prende le mosse da dove si concludeva “Solitarie Comunanze Digitali” da quella “Cari Belli” a cui Arlo Bigazzi aveva affidato una profonda riflessione sulla poesia e sulla vita, impreziosita da un arrangiamento mimale guidato dalla linea di basso su cui si innestano le impunture della tromba di Cosottini, il disco entra nel vivo con il lirismo di “Conifere” di Majakovskij, sospesa tra increspature elettroniche ed aperture floydiane, e la splendida “Poeti estinti” di Walt Whitman magistralmente interpretata da Chiara Cappelli. Se la title-track su testo di Whitman è sospesa tra gli echi di jazz della tromba di Cosottini e le atmosfere siderali dell’elettronica, la successiva “Ascoltate!” di Majakovskij è il vertice di tutto il disco tanto per la intrigante architettura sonora, quanto per il testo recitato dalla Cappelli. L’intensa sequenza con “Poeti futuri” su testo di Whitman e “Ma Voi” di Majakovskij, ci accompagnano al finale con la pianistica “Voglio scolpire un fiume” su testo di Venturino Venturini nella quale l’attrice toscana ci regala un’ottima prova vocale. Ad accompagnare è la registrazione del concerto disponibile sul canale YouTube di Materiali Sonori con le immagini curate da Pierfrancesco Bigazzi e Giulio Dell’Aquila che hanno già collaborato ai progetti “Majakovskij!” e “Solitarie Comunanze Digitali”. Per quanti acquisteranno il disco in omaggio verrà regalato il libro “Paesaggi dell’Anima” di Venturino Venturini e il n.1 dei Quaderni del Museo dedicato allo scultore toscano.
Salvatore Esposito
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