Piero Ciampi, 53 poesie, Cura e note di Enrico de Angelis, Introduzione di Diego Bertelli, Postfazione di Giovanni Peli, Lamantica Edizioni, Brescia 2021, pp. 102

“53 poesie” di Piero Ciampi è il primo, e forse unico caso in Italia, di un libro di poesie firmato da un cantatore messo in commercio da un’etichetta discografica. Nel 1973, infatti, la RCA di Ennio Melis che, su insistenza di Gino Paoli aveva contrattualizzato anni prima il livornese, diede alle stampe questo, addirittura in due formati: uno grande e l’altro dalle dimensioni di minilibro in una elegante veste editoriale e con una copertina molto spartana che ricordava il “White Album” dei Beatles. Quella raccolta di liriche, ben presto, finì fuori catalogo, divenendo un vero e proprio oggetto di culto da parte degli appassionati e collezionisti, e solo le 1992 vennero ristampate all’interno del volume “Piero Ciampi. Tutta l’opera” curato da Enrico de Angelis per Arcana. A distanza di quasi cinquant’anni, “53 poesie” torna in libreria, su iniziativa di Lamantica Edizioni, in una nuova versione, stampata in 200 copie numerate, arricchita dalla premessa firmata proprio da Enrico de Angelis che, a buon diritto può essere considerato tra i massimi esperti sull’opera del cantautore livornese, e una pregevole introduzione critica di Diego Bertelli nella quale vengono analizzate con dovizia di particolari le peculiarità e le unicità della poetica di Piero Ciampi, la sua distanza dalla tradizione poetica italiana, in uno con le tante affinità tematiche con Giorgio Caproni e con lo stile di Giuseppe Ungaretti. La lettura svela come non si è di fronte ad una semplice raccolta di poesie, ma una narrazione in versi articolata attraverso temi differenti ma che segue uno sviluppo coerente dall’inizio alla fine. Dal punto di vista prettamente letterario, il suo valore non è stato affatto scalfito dal tempo, in quanto queste liriche riaffermano e riportano alla luce la stretta connessione che esiste tra poesia e canzone. In Piero Ciampi rappresentavano, infatti, le due anime della sua complessa personalità artistica, due aspetti che spesso si confondevano e si sovrapponevano in un processo di osmosi creativa continua. Molte delle poesie raccolte nel volume nascevano come evoluzione ed estensione delle canzoni, in alcuni casi vennero pubblicati anche nei libretti allegati ai dischi, in altri erano recitati dallo stesso cantautore livornese durante i concerti, altri frammenti vennero inseriti nelle stesse canzoni diventandone parte integrante. A riguardo Enrico de Angelis, nella premessa scrive: “Piero Ciampi, eccezionalmente, ci stava dentro la categoria del poeta, per varie ragioni. Lui stesso aveva fatto apporre la dicitura «poeta» nella professione sulla carta di identità, peraltro qualificandosi invece come «musicista» sul passaporto, tuttora esposto nella trattoria romana che frequentava”. Certo, il livornese resta pur sempre un cantautore perché nelle canzoni, oltre alle parole c’è la musica, la voce, l’interpretazione e la presenza scenica, ma “Piero era anche un poeta in senso stretto, e lo era contemporaneamente al cantautore, per l’evidente carattere orale della sua poesia, spesso declamata sul palco e persino nei dischi, in un nesso contiguo alle canzoni”. Se il songwriting di Ciampi seguiva traiettorie irregolari e metriche sghembe integrandosi nella melodia, allo stesso modo le sue poesie nascondono una trama melodica nascosta e, sebbene prive di musica, suonano come fossero canzoni, allo stesso modo numerosi sono gli addentellati letterari, ma la sua unicità si concretizza nella naturalezza dell’uso dei mezzi espressivi e nella totale assenza di retorica nell’affrontare temi come la vita, l’amore e la morte. Insomma, avere tra le mani “53 poesie”, sfogliarlo, leggerlo e rileggerlo ed ancora tornare su ogni verso, ogni parola è un’emozione difficile da descrivere, e per questo l’invito al lettore è quello di non lasciarsi sfuggire le ultime copie di questa meritoria e splendida riedizione. 

Salvatore Esposito

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