Tra la metà degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta, Firenze conobbe un periodo di straordinario fermento culturale e creativo, spinta giovani talenti che diedero vita ad un sorprendente fiorire di spazi culturali, club, fanzine, etichette e radio indipendenti, ma anche esperienze di teatro sperimentale e di avanguardia nelle arti figurative. In quei formidabili anni, Firenze sognava con i concerti memorabili al Manila, allo Space Electronic e al Tenax e lo sbocciare di band che hanno resistito nel tempo e hanno conquistato un posto di rilievo nella storia della musica italiana, ma anche altre che, invece, appartengono alla memoria collettiva dell’underground cittadino avendo contribuito ad accendere e ad alimentare la scena musicale fiorentina. Firenze sognava così forte che in breve tempo divenne un vero e proprio punto di riferimento non solo per l’Italia ma anche per tutta la scena internazionale e non è un caso che a metà degli anni Ottanta venne ribattezzata la Capitale del Rock Italiano. A documentare quella lunga ed irripetibile stagione nel 1993 venne dato alle stampe “Firenze Sogna! Itinerari Musicali 1976-1983” un doppio album curato da Giampiero Bigazzi, Bruno Casini ed Ernesto De Pascale che attraverso ventitré brani documentava le vicende di tre generazioni di musicisti che sulle rive dell’Arno avevano dato vita ad una scena musicale unica nel rock in Italia. A lungo fuori catalogo, questo doppio album è stato recentemente ristampato in vinile da Materiali Sonori e Spittle Records (in contemporanea con “Rockgarage” e “Matita Emostatica”, altre due pietre miliari dell’underground musicale italiano degli anni Ottanta) con una speciale dedica ad Ernesto De Pascale, giornalista, musicista ed agitatore culturale, la cui voce la si ascolta nel primo secondo Lp in un frammento di intervista. Nelle note di copertina, Bruno Casini lo ricorda così: “A lui va una grande dedica per la passione, l'amore e il continuo coinvolgimento per la scena musicale fiorentina (e non solo). Ci siamo divertiti, insieme, a ricercare tutte quelle band, gruppi, musicisti, protagonisti di quegli anni così elettrici e indimenticabili”. Riascoltare oggi questo doppio album è l’occasione per compiere un salto indietro nel tempo alla riscoperta di un percorso di evoluzione musicale e di ricerca ricchissimo, fattosi radice per le successive generazioni di musicisti e che ci arriva intatto nella sua prepotente attualità sonora.
Nel booklet della prima edizione di “Firenze Sogna”, Ernesto De Pascale scriveva: “Tutti i musicisti presenti nella compilazione Firenze Sogna sono cresciuti in un periodo non caratterizzato dalle classifiche di vendita e perciò tutte le scelte musicali qui rappresentate non sono e non furo in nessun modo coercizzate dall'esigenza di entrare in Hit Parade. Ecco allora quello che, se pur con le debite differenze di tempi e modi, quello che ascolterete in Firenze Sogna è la musica pura e, nella sua purezza, attraversata da sentimenti ed emozioni senza alcun doppio fine”. L’ascolto è, così, assolutamente rivelatore, mescolando sorprese inaspettate e rarità, perle dimenticate e curiosi esperimenti sonori.
Si spazia dal prog di “Music is painting in the hair” dei Sensation’s Fix, “Picchia e ripicchia” degli Insieme e lo strepitoso inedito “Mattutina” di Bella Band” alla new wave dei primi Litfiba di Piero Pelù e Ghigo Renzulli con “Anniversary” e i Diaframma di Federico Fiumani di “Illusione Ottica”, dalla frizzante versione rock di “Tintarella di Luna” riletta dai Café Caracas di Raf, al punk-rock di “Situation” degli Alcool di Sergio, Gianni e Riccardo Salaorni. Si prosegue con l’altro inedito “Deborah” dei Mugnion’s Rock dell’indimenticato Ringo De Palma e il blues di “Caledonia” dei Mr. Blues per toccare il trascinante funky di “Let's Get Four Funky Steps” dei Lightshine di Ernesto De Pascale e le sperimentazioni nei territori dell’elettronica della Naif Orchestra dei fratelli Arlo e Giampiero Bigazzi con “Fratelli Italiani”, dei Rinf con “Was Besonders” e dei Neon con “Information Of Death”. Non manca la dance di Alexander Robotnick al secolo Maurizio Dami con “Problèmes D’Amour” e gli Avida de “La bustina”, le avanguardie artistiche a metà strada tra musica e teatro del Collettivo Victor Jara (“Pazzum Pazzia”), N.E.E.M. (“L’Italia che vola” e Magazzini Criminali (“Tijuana, Frontiera a Nord-Est”) e gli incroci tra prog e musica etnica degli Zeit con “Una danza infinita”. “Firenze Sogna! Itinerari Musicali 1976-1983” è, dunque, un disco prezioso non solo dal punto di vista storico ma anche da quello prettamente musicale e culturale, rappresentando il primo passo di un più articolato percorso compiuto da Bruno Casini ed Ernesto De Pascale e percorso concretizzatosi negli anni successivi con la mostra “Un weekend Post Moderno” del 2002 e nei due preziosi volumi di “Anni di Musica in Toscana 1960-2000” pubblicati tra il 2003 e il 2004.
Salvatore Esposito
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