Silvio Capeccia – Silvio Capeccia Plays Decibel. Piano Solo (Anyway Music/Believe, 2020)

Il percorso artistico di Silvio Capeccia è legato a quello di Enrico Ruggeri, infatti, entrambi sono stati tra i protagonisti di quella schiera di giovani musicisti, accomunati dalla passione per il punk e il glam-rock, che si fece largo, tra la metà degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta nella scena rock milanese. Per entrambi furono anni gloriosi, vissuti in corsia di sorpasso, prima con gli Champagne Molotov e successivamente con i Decibel che raggiunsero il successo con la partecipazione al XXX Festival di Sanremo con “Contessa”, brano contenuto nell’album “Vivo da re” del 1980. Poco dopo, Ruggeri uscì dal gruppo per concentrarsi sulla sua carriera come solista, mentre i Decibel proseguirono la loro esperienza muovendosi tra il rock di “Novecento” del 1982 e la ambient di “Desaparecida” del 1998, album strumentale nato dalle sperimentazioni di Silvio Capeccia e Fulvio Muzio, da lungo tempo impegnati in progetti di psicoacustica e sonorizzazione di istallazioni multimediali ed esposizioni d’arte contemporanea. I Decibel si riunirono con Enrico Ruggeri nel 2010 sul palco del Festival di Sanremo, ma solo nel 2017 tornarono insieme ufficialmente per la pubblicazione del cofanetto “Noblesse oblige” a cui seguì un lungo tour teatrale. L’anno seguente tornarono in gara al Festival di Sanremo con “Lettera dal Duca” dedicato a David Bowie e contenuta nel disco “L’anticristo” e, a coronamento di un intenso triennio insieme, nel 2019 uscì il box set “Punksnotdead-Decibel live” con le registrazioni audio e video di due concerti tenuti a Milano. A due anni di distanza dall’ultimo acuto discografico dei Decibel, Silvio Capeccia ha dato alle stampe “Silvio Capeccia Plays Decibel. Piano Solo”, album che lo vede rileggere in versione strumentale per piano solo tredici brani del songbook dei Decibel, scelti tra classici di successo e qualche perla dimenticata. A riguardo il pianista e compositore milanese afferma: “Durante il lockdown postai sui miei profili social alcune versioni per pianoforte di successi dei Decibel e la risposta, da parte dei follower, fu immediata. Fu proprio Enrico a suggerirmi l’idea di un disco”. Non è un caso, infatti, che proprio questo album tenga a battesimo la sezione “Classic” della Anyway, etichetta fondata da Ruggeri. Il pianista milanese rilegge i brani del gruppo con approccio esecutivo semplice e misurato che ci consente di scoprirli in una veste completamente nuova in cui risaltano le strutture melodiche originarie e, nel contempo, si scoprono inediti aspetti timbrici e ritmici. “Non sono un pianista di estrazione classica - sottolinea Capeccia - La rilettura in chiave pianistica svela una dimensione sonora da sempre affascinante. Alcune di queste composizioni erano nate al pianoforte, altre invece sono state da me completamente rivisitate. Vorrei trasmettere a chi ascolta tutta l’energia e la passione che vibrano in ogni singolo brano”. Se il punk velato di glam-rock dei Decibel degli esordi appariva rivoluzionario, questo disco va alla ricerca delle radici proiettandole in una dimensione completamente nuova. Il disco si apre con il primo singolo estratto “Vivo da Re”, brano scritto negli anni Settanta e che in qualche modo ha segnato l’inizio dell’avventura dei Decibel, e con la gustosa versione del classico “Contessa” per condurci attraverso la storia della band con “A disagio”, “Peggio per te” e la bella riscrittura di “Tanti auguri” in cui si percepiscono echi di Béla Bartók. Non mancano estratti dai più recenti “Noblesse Oblige” e “L’Anticristo”, ma è con la sequenza finale composta da “My Acid Queen”, “La Belle Epoque” e “Buonanotte” che si tocca il vertice del disco dal punto di vista del fascino e dell’intensità. Insomma “Silvio Capeccia Plays Decibel. Piano Solo” è un lavoro intrigante e denso di buone vibrazioni che non mancherà di regalare un piacevole ascolto. 


Salvatore Esposito

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