Teho Teardo – Ellipses Dans L’Harmonie. Lumi al Buio (Specula Records, 2020)

A un anno di distanza da “Grief Is The Thing With Feathers”, il compositore friulano Teho Teardo torna con un nuovo album intitolato “Ellipses Dans L’Harmonie”. Siamo ancora in campo letterario ma questa volta la fonte d’ispirazione per la composizione delle musiche, non è un romanzo contemporaneo ma la celebre “Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers”, firmata nel lontano 1751 da Denis Diderot e Jean Baptiste Le Rond d’Alembert. La scelta di volgere lo sguardo all’Illuminismo non è assolutamente casuale e nasconde in realtà un sincero desiderio di recuperare almeno parte di quello spirito per affrontare la nostra contemporaneità, come ha sottolineato lo stesso Teardo. Il filo diretto tra passato e presente, tra i lumi e il buio enunciati nel titolo, è quindi piuttosto evidente. Al di la delle possibili riflessioni teoriche, in realtà, il progetto “Ellipses Dans L’Harmonie” nacque presso la fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano in circostanze piuttosto curiose. In principio, il “protagonista” del possibile album doveva essere “Utopia” di Thomas Moore, ma durante la sua visita, perso tra chilometri di libri, Teho trovò anche una prima stampa della monumentale “Encyclopédie”, probabilmente per un perfetto caso di serendipity, come direbbe Mr. Horace Walpole! Incuriosito dall’inaspettata sorpresa, iniziò a consultarne le preziose pagine scoprendo l’intera sezione dedicata alla musica e soprattutto, diverse partiture incluse nell’opera con finalità didattiche ed esemplificative. Lo scopo originario degli autori, era quello di portare il lettore più curioso a conoscenza delle principali formule armonico/compositive dell’epoca. Dopo secoli di ingiustificato oblio, questi spartiti ancora poco noti nel mondo accademico contemporaneo dovevano assolutamente ritornare in vita... Teardo decise quindi di eseguire le rigorose partiture settecentesche registrando il tutto e utilizzando il risultato ottenuto come ispirazione per la scrittura di brani completamente nuovi ma rispettosi delle antiche regole. “E’ stato come suonare con un fantasma, qualcuno che apparteneva ad una comunità rappresentata qui dalle proprie regole, esempi chiari di gesti musicali devoti ad un mondo che non esiste più”. Questo lavoro però, non nacque con l’intento di rinnovare la musica del Settecento ma diversamente, partì dalla tradizione per giungere ad altro: “Io ho trovato una mappa antica e ho pensato di utilizzarla per una passeggiata avventurosa in luoghi in cui non sono mai stato. Sul piano musicale “Ellipses Dans L’Harmonie” non è quindi un’opera nostalgica o di semplice recupero storico, ma il frutto di studi e appassionate ricerche che riescono a condurci in un mondo dove passato e presente si incontrano sino a coesistere. Questo concetto alla base dell’intero lavoro è ben sintetizzato in “Systehme de Mr Kirnberger”, una composizione che si riferisce direttamente alle teorie del musicista tedesco e allievo di Bach al tempo trattate nell’Encyclopédie. Durante le prime fasi di ideazione e prova del pezzo, Teardo si confrontò direttamente con queste indicazioni, rispettando e applicando comportamenti e gesti musicali estremamente rigidi (e oggi desueti) per poi ridefinirli radicalmente sino a trovare la propria voce. Anche “Cadence Féminine”, “Canone Chiuso”, “Chant Primitif” o la conclusiva “Ellipses Dans l’Harmonie”, nel loro incedere lento e profondo trasudano una solennità arcaica, quasi sacrale pur risultando perfettamente contemporanee. Gli archi (violino, viola, violoncello, contrabbasso) sono protagonisti indiscussi delle composizioni, accompagnati da flauto, clarinetto basso, celesta e clavicembalo. Questo organico, in linea con i canoni settecenteschi è però volutamente stravolto e arricchito dal compositore con l’aggiunta di piano, elettronica, sintetizzatori, chitarra e voci sino a superare ancora ogni confine tra passato e presente con soluzioni musicali e sonore molto originali. Brani evocativi come “Effet et Marque du Bombo” e, soprattutto, l’ottima “Origine de l’Accord”, ne sono la perfetta dimostrazione. Uno dei grandi pregi di Teardo, particolarmente evidente in questo tipo di lavori, è proprio quello di scrivere per formazioni inconsuete, abbattendo ogni gerarchia e riuscendo ad accostare strumenti molto diversi tra loro che però, come per magia trovano sempre spazio in un tessuto sonoro estremamente articolato e ricco di sfumature. 


Marco Calloni

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