Istituto Comprensivo Fidanae |
L’intenzione degli organizzatori è di dare al concorso cadenza annuale e sarebbe un bene visto quanto ascoltato il 13 marzo: attraverso i testi e i documenti sonori pubblicati da Squilibri, quanto è stato catalogato in archivi istituzionali come l’Accademia di Santa Cecilia, così come in archivi privati, trova nuova linfa e sollecita nuovi testi: ben due riletture de “Mira la Rondondella” da parte dell’Istituto Comprensivo San Biagio dei Platani e dell’Istituto Piaget Majorana, una “Pasquella” interpretata dagli studenti del Liceo James Joyce (Ariccia), stornelli a cura dell’Istituto Fidanae e una magnifica suite per voci e chitarre da parte degli studenti del Liceo Farnesina, a partire dalle storiche ricerche di Giorgio Nataletti e Luigi Colacicchi. Oltre agli studenti, sono intervenuti i poeti improvvisatori in ottava rima del reatino Donato De Acutis e Giampiero Giamogante che hanno coinvolto la sala prima con un saluto in rima all’Archivio e poi con due “contrasti” suggeriti dalla platea: Salvini-Zingaretti e Buca-Cittadino: la perizia e la capacità di improvvisare e ironizzare ha colpito e affascinato sia gli amanti di questo genere, sia chi vi si avvicinava per la prima volta.
Liceo Musicale Farnesina |
Durante la mattinata, la poesia a braccio e l’ottava rima sono stato oggetto anche delle riflessioni del professore Maurizio Agamennone, responsabile di Per un archivio della poesia estemporanea in ottava rima (APORIE) e di David Riondino, cantautore e scrittore, responsabile de “L’ottava. Accademia di Letteratura Orale” che ha tracciato un brillante ponte con le esperienze artistiche ed educative delle Americhe e dei Caraibi di lingua ispanica ed in particolare con Cuba dove si distingue l’attività didattica sulle poesia in decime di Alexis Díaz Pimienta, responsabile dellaCátedra de Poesía Improvisada dell’Universidad de las Artes e vice-direttore del Centro Iberoamericano de la Décima y el Verso Improvisado. Assente, suo malgrado, il professore Nicola Scaldaferri (responsabile all’Università degli studi di Milano del LEAV-Laboratorio di Etnomusicologia e Antropologia Visuale, http://leavlab.com/), sono stati Domenico Ferraro, Raffaele Di Mauro e Alessandro Portelli a guidare io presenti alla scoperta del tesoro, attualmente di circa 12.000 documenti testuali, sonori e audiovisivi, offerto dalla rete degli Archivi Sonori. Sono state catalogate attraverso un unico approccio, che privilegia un’introduzione narrativa e accessibile, brani e documenti che vanno dalle ricerche dei primi anni Cinquanta alle più recenti manifestazioni delle culture popolari, comprese rilevazioni di ricercatori sconosciuti anche agli stessi addetti ai lavori.
Zampognari di Villa Latina |
Sono quindi consultabili decine di voci che rimandano a Carpitella , Bosio e Leydi, ma anche a pionieri come Colacicchi, alle ricerche di Roberto De Simone e Annabella Rossi, alle registrazioni salentine di Giovanna Marini, a raccolte storiche come quella di Elvira Nobilio, alle rilevazioni abruzzesi di Marco Müller, ai fondi depositati da ricercatori stranieri come Mariko Kanemitsu e Steven Feld: un vasto patrimonio di suoni, canti, narrazioni, immagini restituito ad una migliore fruizione pubblica. Promosso dall’associazione culturale Altrosud, il progetto pluriennale ha visto la collaborazione di centri e istituzione quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Centro di Dialettologia ed Etnografia di Bellinzona, ed il contributo di numerosi ricercatori privati che hanno messo a disposizione i propri archivi. E’ stato sostenuto dalla Direzione Generale per gli Archivi del Ministero per i beni e le attività culturali, dalle regioni Basilicata e Puglia. La collocazione nelle sale della Biblioteca Nazionale rilanci, inoltre, ricerche di antropologi come Ernesto De Martino, di artisti come Matteo Salvatore e Otello Profazio, di registi come Luigi Di Gianni, Alberto Negrin e Lino Del Fra, di uomini di teatro come Eugenio Barba e Annibale Ruccello, di fotografi come Franco Pinna
Donato De Acutis e Giampiero Giamogante |
e Marialba Russo, di numerosi ricercatori privati come Giovanni Rinaldi, Dario Toccaceli e Valentino Paparelli, artefici dei fondi più estesi. Raffaele Di Mauro, insegnante del Liceo Musicale Pisacane di Sapri, responsabile scientifico dell’Archivio Sonoro della Campania, ha mostrato concretamente la varietà dei documenti, spaziando dalle rappresentazioni di lavori chiave come “La Gatta Cenerentola” a dialoghi (durante trasferte in auto) fra Roberto De Simone e Annabella Rossi che aiutano a mettere a fuoco il loro sguardo sui carnevali campani. In chiusura, Alessandro Portelli, dell’Università “La Sapienza” di Roma, presidente del Circolo Gianni Bosio, ha voluto legare il senso di questo lavoro di documentazione alle parole di uno dei collaboratori quando gli venne chiesto di definire il Circolo: una stanza, con dentro un armadio e dentro l’armadio oltre duemila voci che gridano la loro voglia di uscire ed essere ascoltate. Ha quindi ricordato la straordinaria opportunità di trasformare in memoria viva il patrimonio popolare: innanzitutto un atto di giustizia verso chi è considerato subalterno, verso donne, contadini, operai, immigrati e la cui voce e la cui creatività narrano una storia critica indispensabile per saper leggere presente, passato e futuro anche in termini di lotte di classe. Non è un caso se alcune delle melodie che oggi vengono riproposte dagli studenti delle scuole laziali sono nate oltre cento anni fa durante scioperi e lotte per la giustizia sociale. L’ultima “parola” è stata opportunamente lasciata alle armonie degli Zampognari di Villa Latina. Ma anche dopo i saluti “finali”, la maggior parte dei presenti si è fermata ed ha continuato a dialogare con i musicisti, e a scambiarsi impressioni e appuntamenti, segno di una giornata particolarmente generativa. La sera stessa, tramite Radio3, Stefano Poggelli, ha proposto un’impeccabile sintesi sonora della giornata. www.archiviosonoro.org
Alessio Surian
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