L’opera seconda da solista di Fatoumata Diawara si intitola “Fenfo” (Qualcosa da dire) ed esce a distanza di sette anni da “Fatou” (2011), che l’ha fatta conoscere come una delle cantanti più innovative del Mali. Artista nata in Costa d’Avorio da genitori maliani, carattere indipendente e ribelle, la Diawara è vissuta a Bamako, capitale del Mali, fino all’età di diciannove anni. A quell’età aveva già avuto numerose esperienze teatrali e, per evitare un matrimonio imposto, è scappata in Francia prendendo il volo per Parigi con la compagnia teatrale Royale De Luxe, con la quale ha poi girato il mondo interpretando ruoli diversi. Nel corso della sua carriera teatrale sono sbocciate anche le sue grandi capacità vocali portandola a cantare anche negli spettacoli teatrali della compagnia. Dopo l’uscita di “Fatou” non sono mancate le collaborazioni musicali con grandi artisti, spaziando nei generi a trecentosessanta gradi, da Oumou Sangaré a Dee Dee Bridgewater, da Damon Albarn a Herbie Hancock, da Cheikh Lô a Roberto Fonseca, con i quali è stata impegnata in progetti che l’hanno vista in tour internazionali. La Diawara ha al suo attivo anche numerosi film: è apparsa, tra l’altro, nella pellicola “Timbuktu” del 2014 per la regia di Abderramane Sissoko, che racconta della pesante presenza dei jihadisti nelle zone rurali del Mali.


Carla Visca
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