
“Naturalmente Pianoforte” giunge alla quarta edizione. Ci puoi raccontare la genesi di questa rassegna?
La nuova edizione parte da dove c’eravamo fermati l’altra volta, cioè il racconto del pianoforte nelle sue diverse sfumature, nei suoi linguaggi, attraverso interpreti che consentano di allargare la visuale. Quindi un po’ attraverso i gusti, un po’ attraverso gli amici e gli artisti che più stimo, ma soprattutto cercando di cogliere le sfumature che ci sono nella musica e nel pianoforte, quindi c’è il pop, c’è il jazz, c’è la musica classica, c’è un po’ di sperimentazione e di avanguardia, ci sono generi che sfuggono alle categorie, sono in tutto una trentina di appuntamenti che crediamo possano ben rappresentare questo panorama.
Credo che sia soprattutto quello di coinvolgere un gruppo di appassionati e di curiosi ma anche di semplici frequentatori della nostra manifestazione. Vogliamo portare della buona musica a un pubblico disponibile, soprattutto “sfruttando” il territorio: il Parco Nazionale del Casentino, le eccellenze enogastronomiche e soprattutto un punto di contatto tra l’arte, la cultura e il paesaggio, che in quella parte di Italia sono veramente di altissimo livello.
In termini di risposta del pubblico come è stato accolto il festival negli anni precedenti?
La risposta fino ad adesso è stata eccellente, abbiamo visto anche quelli che sono i contatti attraverso la comunicazione, i social media, la partecipazione è molto interessata, poi vedremo ovviamente giorno per giorno, però le premesse sono veramente ottime.
Quali sono le peculiarità di “Naturalmente Pianoforte”?
Le peculiarità, come dicevo, sono quelle di attraversare il mondo del pianoforte anche da più punti di vista e da diversi momenti della giornata: la notte, l’alba, i momenti in cui la musica comunque ci fa compagnia, ci appartiene e ci accompagna. Il pianoforte, per come lo intendiamo noi, è veramente un forte alleato e un protagonista nella musica che vogliamo proporre, quindi crediamo, e lo verificheremo fra pochi giorni, che quelle scelte fatte siano utili alla nostra direzione.
C’è qualche novità soprattutto nel desiderio di allargare i punti di proposta, ci sono una ventina di pianoforti disseminati per il paese che potranno anche suonare gli amatori, i visitatori, sono pianoforti liberi. C’è questa tre giorni di lezioni, di incontri con professionisti, a cui possono partecipare venticinque studenti o giovani comunque appassionati alla musica e anche questo è un punto di forza del Festival, che poi propone anche un concerto con degustazione all’interno di una vigna e poi un doppio appuntamento dove mettere in relazione lo yoga, il pianoforte e il mantra singing che è un’esperienza capace di coinvolgere i presenti in maniera, pensiamo, molto originale.
Ci puoi illustrare i principali eventi in programma?
È brutto far delle classifiche, però penso che l’apertura e la chiusura con due momenti per piano solo, prima Omar Sosa e poi Vinicio Capossela, siano le giuste parentesi entro cui mettere tutta la nostra proposta. Poi credo che un bellissimo concerto sarà quello di Uri Caine, che è un grande pianista che è capace di attraversare i generi. Mi piace pensare ai due fondatori dei Tuxedomoon, che ovviamente riporteranno alla memoria le vestigia di un gruppo che ho amato moltissimo. Mi piace pensare al trio di Peppe Servillo, dove il pianoforte comunque è protagonista, come lo sarà nel quartetto di John De Leo, che è uno sperimentatore della voce di altissima qualità, ma che nella band vede appunto un pianoforte in posizione centrale e poi ce ne sono tanti altri, è brutto dimenticarne qualcuno, ma penso che sarà una bella sorpresa il concerto di L’Aura,

Quali sono stati i criteri che hai seguito nella scelta degli artisti?
I criteri sono quelli che dicevo: l’affidabilità, la capacità di declinarsi anche in un orario, in un luogo o secondo quelle che pensiamo siano le attitudini, per esempio il concerto all’alba quest’anno sarà con Remo Anzovino e non credo che sia un suo impegno usuale quello di suonare come farà alla Pieve di Romena alle cinque del mattino, però la sua musica, la sua amicizia credo che assolveranno sicuramente questo compito.
Al programma dei concerti serali è affiancata anche una serie di eventi collaterali. Ce ne puoi parlare?
Gli eventi collaterali sono quelli che un po’ dicevo, cioè le lezioni, le conversazioni per presentare un paio di libri, uno l’ha scritto Carlo Boccadoro, uno invece è dedicato a Roberto Cacciapaglia, il quale ci porta anche tre studenti della sua accademia, sono dei ragazzi molto promettenti, che avranno lo spazio, a cui daremo l’ospitalità per dei concerti veri e propri e questo mi sembrava importante proprio per aprire, per spalancare le porte anche ai più giovani.
Perché non credo ci siano tante manifestazioni che raggruppino così tanti buoni motivi, che sono i luoghi, naturalmente, la qualità dei concerti e anche il fatto che gran parte degli appuntamenti sono a ingresso gratuito. Ci sono artisti italiani, artisti stranieri, la possibilità di incrociare anche in qualche modo le esperienze e magari produrre degli incontri, dei meeting, dei duetti, questo non possiamo saperlo, però il luogo e anche il tipo di organizzazione, la presenza in quest’area che ho già sperimentato, credo che metta i musicisti molto a proprio agio e quindi la possibilità di fare qualcosa insieme o comunque di suonare al meglio delle proprie possibilità.
Salvatore Esposito
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