Questo lavoro è arrivato come per sorpresa in un momento perfetto.
In occasione della scorsa “puntata” di Contemporanea abbiamo annunciato l’imminente pubblicazione di “Trespassing”, ottima raccolta di Michel Banabila curata dalla giovanissima Séance Centre, promettente label canadese fondata dal musicista, dj e archivista Brandon Hocura che ci riserverà non poche sorprese, ne sono sicuro, preparate le vostre orecchie…
Proprio all’indomani della pubblicazione del nostro numero, visitando il sito personale di Michel Banabila, www.banabila.com, ho letto con piacere alcune notizie riguardanti un ulteriore nuovo album, ufficialmente pubblicato solo in digitale il 28 settembre 2017 per la Tapu Records.
Dopo averlo ascoltato, volevo scoprire qualcosa di più, così ho scambiato qualche mail con Michel che con grande disponibilità, mi ha raccontato diverse curiosità sul progetto...
“New Land” è nato senza un “concept” di base stabilito, per poi trasformarsi gradualmente in qualcosa di diverso, come mi ha confidato personalmente il musicista.
L’intenzione iniziale era quella di realizzare alcuni brani che potessero essere utilizzati per documentari televisivi o film, ma non trovando un’adeguata opportunità di pubblicazione, Michel pensò di continuare a lavorarci con la collaborazione degli amici Mehmet Polat all’oud ed Eric Vloeimans alla tromba che tra l’altro, avevano già lavorato con lui in altre occasioni, il primo nel 2010 per “Fragments Of Memory”, mentre il secondo, nel 2003 per il premiato “Voiz Noiz 3”.
La lavorazione di “New Land” è stata rilassata e piuttosto rapida, ma era sempre più chiaro che con l’integrazione degli strumenti di Eric e Mehmet, l’iniziale idea stava prendendo una nuova forma…
Michel si rese presto conto che alcune delle tracce a cui aveva lavorato in precedenza, erano troppo legate a quell’ipotetico progetto di “library music”, così le scartò concentrandosi sulle più efficaci, con l’idea di inserirle in un nuovo album.
Le tredici tracce di “New Land” evocano luoghi, spazi e sensazioni, rivelando le profonde radici del musicista, di padre Yemenita e madre Olandese.
Non a caso, Banabila mi ha confidato che ama pensare a una sua creazione sonora come qualcosa che possa idealmente fondersi con immagini, come una texture per un film immaginario o non ancora esistente...
La tromba di Vloeimans, definita da Michel come: “ La città di Rotterdam di notte e l’oud di Polat, un ritorno con il cuore in Yemen, tratteggiano melodie cristalline e penetranti, che aprono ampi spazi ed evocano luoghi deserti e lontani, fondendosi a perfezione con le ambientazioni elettroniche di Banabila.
La splendide “Dream Stories”, “Autumnal Equinox” o “Jabal Haraz”, per esempio, ne sono la vivida dimostrazione.
La foto di copertina, un’istantanea scattata da un autobus durante un recente viaggio in Islanda di Michel con la moglie e la figlia, sintetizza a perfezione l’atmosfera di un album intenso che vi trasporterà molto lontano, “immergendovi” in un luogo dove dominano silenzio e contemplazione…
Marco Calloni
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