Botteghe D'Autore 2017: vince la Massimo Francescon Band con “Sognando la rivoluzione”. Sul palco di Albanella si esibiscono Zibba, ospite d’onore, e Mirkoeilcane, finalista della scorsa edizione. Ai vincitori va anche il riconoscimento per il miglior arrangiamento. Premiata Gabriella Martinelli quale Migliore Interprete, mentre il Premio per il Miglior Testo è assegnato a Gerardo Tango per “La Borsa di Piero (dedicata a Piero Ciampi)”.
Per la dodicesima volta il grande palco di Botteghe d’Autore, ormai considerato uno tra i più autorevoli concorsi nel modo della canzone d’autore italiana, ha accolto i suoi finalisti, proponendoli all’attenzione di una giuria rappresentativa delle massime istituzioni che si occupano di canzone d’arte. C’era Francesco Paracchini, direttore de L’Isola che non c’era, unica rivista dedicata esclusivamente alla musica italiana; c’era Annino La Posta, da molti anni responsabile dell’organizzazione per l’assegnazione delle Targhe Tenco; c’era Dario Zigiotto, già responsabile della comunicazione e tour manager di gente come Fabrizio De André, Ivano Fossati o Enzo Jannacci, giusto per capire, e di importanti manifestazioni musicali come Villa Arconati, storico direttore artistico del Negro Festival, e ci fermiamo qui; c’era il giornalista e scrittore Enrico Deregibus, per anni ufficio stampa del Club Tenco e oggi dei più prestigiosi concorsi musicali nazionali…
Così, solo per fare qualche nome e senza ancora aver citato Zibba, acclamatissimo artista, nuovo direttore artistico del Premio Bindi, ospite d’onore della serata e giurato per l’occasione. Tra loro, anche noi di Blogfoolk c’eravamo, e ci siamo messi in ascolto. Vi raccontiamo dunque questa finale, ma non prima di avervene descritto la sua bella cornice, che non è solo il paesino di Albanella, poggiato sulle colline appena sopra Paestum, verdi di uliveti e aria buona di mare e di campagna, ma è anche il Rotunnella Fest, quattro giorni di musica da riempire la piazza e farla ballare – La Maschera, Il Management del Dolore Postoperatorio, Ex-Otago – e di cibo buono, quello fatto con le mani e il cuore e la storia della gente di qui, che di storia da raccontare e da far assaggiare ne ha tanta: si snodano lungo le strade, appena al di sotto della piazza, stand gastronomici affollati di uomini e donne di ogni età intenti a cucinare per gli ospiti piatti tipici come “ciambotta nel viccio”, “zitun spezzati”, “polpette e mulgname buttunate”... e tutto condito con l’ottimo olio di questi luoghi. Quest’anno, poi, è stato realizzato un “orto sociale” in cui giovani e vecchie generazioni si adoperano per coltivare i prodotti da portare in tavola, perché i sapori di un tempo non vadano perduti.
È qui la festa, non c’è che dire, e accoglie al suo culmine, nella serata finale, il concorso per cantautori che è stato poi il seme da cui questa “rotunnella” (tipica oliva del luogo) è nata e cresciuta, palestra in cui si sono formati i ragazzi che oggi sono la Pro Loco di Albanella, guidata dal giovane Vincenzo Maraio. Il concorso, da parte sua, è garantito dall’esperta direzione artistica di Ivan Rufo, che ne fu l’ideatore e che continua a individuare e proporre agli addetti ai lavori artisti di estremo interesse. Eccoci dunque all’edizione 2017 e ai suoi finalisti. La presentatrice storica, la bella e brava Melissa Di Matteo, ormai presenza imprescindibile di Botteghe d’Autore, è ineccepibile oggi come sempre, e come sempre legge per ogni concorrente qualche verso della sua canzone, trovando per ciascuno il giusto equilibrio tra le parole e la musica. La prima a salire sul palco è la romana Agnese Valle, accompagnata dalla chitarra di Marco Cataldi, con “Rosso”, un autoritratto scaruffato e intricato come il traffico di città. La segue Antonio Langone con la delicata e poetica “Liberiamo i fiori”, esortazione a rendere sempre liberi la bellezza e l’amore. È poi la volta di Francesco Amoruso con “L’era dei cd invenduti”, che è un po’ come dire l’amore ai tempi della crisi dei cantautori: non male per noi scribacchini della musica la riflessione sull’arrancare odierno “tra canzoni debitrici a troppi autori stanchi”…
Sale quindi sul palco un’altra artista romana, Gabriella Martinelli, un grande e indiscutibile talento vocale che le farà vincere il Premio per la Migliore Interpretazione; lei va narrando storie di donne, e stasera la protagonista è la sognante e inquieta Mary e il suo difficile specchiarsi “In una tazza di caffè”. In rigoroso ordine alfabetico giunge il momento di Gerardo Tango, e certamente la sua canzone “La borsa di Piero (dedicata a Piero Ciampi)” cattura la nostra attenzione: la potremmo accostare a un dipinto eseguito a cavallo tra il cubismo e il surrealismo, così com’è visionaria, sfaccettata, onirica, descrittiva e coraggiosa, e tutto questo sia nelle parole che nell’arrangiamento di chitarra e violino. Si imporrà, infine, come Miglior Testo 2017: un cantautore da non perdere di vista. Arriva poi sul palco una band, Ignorantia Legit, con “La banda del paese”, ottimo pezzo tra una strofa rock scanzonata e provocatoria alla Skiantos e un ritornello cantabile e popolare da banda paesana, appunto: brano ben confezionato sotto ogni aspetto. Ancora ironia, ma d’altro stile, nell’artista che segue e che porta il nome di Lorenzo Goccia: “Digiuno” si intitola la sua ballata lenta e fiaccata dalla fame di amore e tenerezza, esilarante descrizione di una storia che langue tra una lei iperintellettuale e iperimpegnata per la salvezza del mondo e un lui trascurato ai limiti dell’abbandono che implora attenzione.
Molto acuta e originale, ci piace. Ancora un gruppo protagonista sul palco: è la Massimo Francescon Band con “Sognando la rivoluzione” ispirata ai drammatici fatti del G8 di Genova (“Chi dà il sangue a un ideale/paga all’oste con la vita”): arriva dritta al cuore la struggente “ninna nanna” e viene premiata doppiamente, per il Miglior Arrangiamento e in assoluto per il premio Botteghe d’Autore 2017. Conclude la carrellata di concorrenti la dolcissima “Lê nóttǝ pórtǝ sémbǝ” (ovvero “La notte porta sempre” tradotto dal pugliese) di Mizio Vilardi, che la porge con grazia e bravura nel canto e nell’arpeggiare di chitarra, portando pian piano il pubblico con sé nel suo notturno poetico. Annotiamo che tra i selezionati per la finale vi erano altri due cantautori che non hanno potuto partecipare per impegni pregressi: si tratta di Pietro Verna e Giacomo Lariccia (quest’ultimo già finalista nell’edizione 2014). Mentre si svolgono i conteggi dei voti della giuria, salgono sul palco gli ospiti. Il primo è Mirkoeilcane, giovane e sempre più promettente talento romano, uno dei finalisti della scorsa edizione di Botteghe d’Autore che nei mesi a seguire ha continuato a ottenere riconoscimenti di critica e pubblico, fino alla recentissima vittoria a Musicultura con il brano “Per fortuna”.
La canta al pubblico di Albanella insieme ad altre sue canzoni che ne confermano lo stile diretto, schietto e musicalmente coinvolgente per cui tanto si sta facendo appezzare. Ne seguiremo le sorti e ne incoraggeremo la strada. Dopo di lui è l’ospite d’onore a intrattenere il pubblico: Zibba, un artista che, come lui stesso ricorda, viene dalla gavetta dei concorsi che lo hanno riconosciuto e accompagnato al successo. È prodigo di parole grate per tutti, Zibba, e dichiara la sua felicità di esserci e la volontà di dedicare ogni canzone che canterà a qualcuno dei presenti. E ne ha davvero per tutti: omaggia i giornalisti in giuria, i concorrenti in gara, gli organizzatori della serata, il pubblico disseminato di fronte e attorno al palco. Per ognuno un canto, lui solo con la sua voce istintiva e solida e la sua chitarra decisa, disvelando una personalità che sa riempire il palco e abbracciare tutta la piazza. Vogliamo sottolineare l’aspetto modesto e generoso di questo artista raccontandovi della canzone con cui saluta il pubblico, dicendo di considerarla una delle canzoni più belle che siano mai state scritte, ma non è sua: è “Se mi lasciassi sola” di Erica Mou. Le premiazioni finali coronano ancora una volta un successo che non è solo della musica, ma della cultura in senso molto più ampio.
Qui, la musica non è che il sigillo di un’impresa fatta da giovani entusiasti e meravigliosamente ostinati in un ambiente difficile e spesso ostile, come è in molti luoghi d’Italia, ma ancor di più nel nostro Sud. Così, la cena dopo il concerto, le tavole continuamente rifornite di prodotti e piatti locali offerti ad artisti e ospiti nonostante le fatiche di quattro giorni di festa, gli abbracci e i saluti commossi agli organizzatori, tutti grati per l’impagabile clima di accoglienza ricevuta ben oltre il risultato della gara, decretano la grande vittoria di questa virtuosa comunità, come ben esprime in una perfetta sintesi il vincitore Massimo Francescon in una dichiarazione rilasciata al sito locale “vocedistrada”: “Abbiamo trovato calore e ospitalità, in un soffio di fatalità un vortice di abbracci ed emozioni forti. Ci portiamo a casa tanto, così tanto che a noi sembra di aver capito tutto quello che sta dietro a quella magia di condivisione che Ivan Rufo ha saputo fare realtà in una festa dove si respira solo bontà, qualità, vita e bellezza… tanta tanta bellezza. Il concorso ha visto nove realtà di qualità a confermare una volta di più che la musica d’autore in Italia è viva […] in un clima di condivisione che ci ha messo tutti sullo stesso piano e la “vittoria” è stata di ogni singola anima di Albanella, quella di essere parte di un attimo di rara felicità”. Tenete duro, ragazzi di Albanella, che non vi lasceremo soli.
Alessia Pistolini
Così, solo per fare qualche nome e senza ancora aver citato Zibba, acclamatissimo artista, nuovo direttore artistico del Premio Bindi, ospite d’onore della serata e giurato per l’occasione. Tra loro, anche noi di Blogfoolk c’eravamo, e ci siamo messi in ascolto. Vi raccontiamo dunque questa finale, ma non prima di avervene descritto la sua bella cornice, che non è solo il paesino di Albanella, poggiato sulle colline appena sopra Paestum, verdi di uliveti e aria buona di mare e di campagna, ma è anche il Rotunnella Fest, quattro giorni di musica da riempire la piazza e farla ballare – La Maschera, Il Management del Dolore Postoperatorio, Ex-Otago – e di cibo buono, quello fatto con le mani e il cuore e la storia della gente di qui, che di storia da raccontare e da far assaggiare ne ha tanta: si snodano lungo le strade, appena al di sotto della piazza, stand gastronomici affollati di uomini e donne di ogni età intenti a cucinare per gli ospiti piatti tipici come “ciambotta nel viccio”, “zitun spezzati”, “polpette e mulgname buttunate”... e tutto condito con l’ottimo olio di questi luoghi. Quest’anno, poi, è stato realizzato un “orto sociale” in cui giovani e vecchie generazioni si adoperano per coltivare i prodotti da portare in tavola, perché i sapori di un tempo non vadano perduti.
È qui la festa, non c’è che dire, e accoglie al suo culmine, nella serata finale, il concorso per cantautori che è stato poi il seme da cui questa “rotunnella” (tipica oliva del luogo) è nata e cresciuta, palestra in cui si sono formati i ragazzi che oggi sono la Pro Loco di Albanella, guidata dal giovane Vincenzo Maraio. Il concorso, da parte sua, è garantito dall’esperta direzione artistica di Ivan Rufo, che ne fu l’ideatore e che continua a individuare e proporre agli addetti ai lavori artisti di estremo interesse. Eccoci dunque all’edizione 2017 e ai suoi finalisti. La presentatrice storica, la bella e brava Melissa Di Matteo, ormai presenza imprescindibile di Botteghe d’Autore, è ineccepibile oggi come sempre, e come sempre legge per ogni concorrente qualche verso della sua canzone, trovando per ciascuno il giusto equilibrio tra le parole e la musica. La prima a salire sul palco è la romana Agnese Valle, accompagnata dalla chitarra di Marco Cataldi, con “Rosso”, un autoritratto scaruffato e intricato come il traffico di città. La segue Antonio Langone con la delicata e poetica “Liberiamo i fiori”, esortazione a rendere sempre liberi la bellezza e l’amore. È poi la volta di Francesco Amoruso con “L’era dei cd invenduti”, che è un po’ come dire l’amore ai tempi della crisi dei cantautori: non male per noi scribacchini della musica la riflessione sull’arrancare odierno “tra canzoni debitrici a troppi autori stanchi”…
Sale quindi sul palco un’altra artista romana, Gabriella Martinelli, un grande e indiscutibile talento vocale che le farà vincere il Premio per la Migliore Interpretazione; lei va narrando storie di donne, e stasera la protagonista è la sognante e inquieta Mary e il suo difficile specchiarsi “In una tazza di caffè”. In rigoroso ordine alfabetico giunge il momento di Gerardo Tango, e certamente la sua canzone “La borsa di Piero (dedicata a Piero Ciampi)” cattura la nostra attenzione: la potremmo accostare a un dipinto eseguito a cavallo tra il cubismo e il surrealismo, così com’è visionaria, sfaccettata, onirica, descrittiva e coraggiosa, e tutto questo sia nelle parole che nell’arrangiamento di chitarra e violino. Si imporrà, infine, come Miglior Testo 2017: un cantautore da non perdere di vista. Arriva poi sul palco una band, Ignorantia Legit, con “La banda del paese”, ottimo pezzo tra una strofa rock scanzonata e provocatoria alla Skiantos e un ritornello cantabile e popolare da banda paesana, appunto: brano ben confezionato sotto ogni aspetto. Ancora ironia, ma d’altro stile, nell’artista che segue e che porta il nome di Lorenzo Goccia: “Digiuno” si intitola la sua ballata lenta e fiaccata dalla fame di amore e tenerezza, esilarante descrizione di una storia che langue tra una lei iperintellettuale e iperimpegnata per la salvezza del mondo e un lui trascurato ai limiti dell’abbandono che implora attenzione.
Molto acuta e originale, ci piace. Ancora un gruppo protagonista sul palco: è la Massimo Francescon Band con “Sognando la rivoluzione” ispirata ai drammatici fatti del G8 di Genova (“Chi dà il sangue a un ideale/paga all’oste con la vita”): arriva dritta al cuore la struggente “ninna nanna” e viene premiata doppiamente, per il Miglior Arrangiamento e in assoluto per il premio Botteghe d’Autore 2017. Conclude la carrellata di concorrenti la dolcissima “Lê nóttǝ pórtǝ sémbǝ” (ovvero “La notte porta sempre” tradotto dal pugliese) di Mizio Vilardi, che la porge con grazia e bravura nel canto e nell’arpeggiare di chitarra, portando pian piano il pubblico con sé nel suo notturno poetico. Annotiamo che tra i selezionati per la finale vi erano altri due cantautori che non hanno potuto partecipare per impegni pregressi: si tratta di Pietro Verna e Giacomo Lariccia (quest’ultimo già finalista nell’edizione 2014). Mentre si svolgono i conteggi dei voti della giuria, salgono sul palco gli ospiti. Il primo è Mirkoeilcane, giovane e sempre più promettente talento romano, uno dei finalisti della scorsa edizione di Botteghe d’Autore che nei mesi a seguire ha continuato a ottenere riconoscimenti di critica e pubblico, fino alla recentissima vittoria a Musicultura con il brano “Per fortuna”.
La canta al pubblico di Albanella insieme ad altre sue canzoni che ne confermano lo stile diretto, schietto e musicalmente coinvolgente per cui tanto si sta facendo appezzare. Ne seguiremo le sorti e ne incoraggeremo la strada. Dopo di lui è l’ospite d’onore a intrattenere il pubblico: Zibba, un artista che, come lui stesso ricorda, viene dalla gavetta dei concorsi che lo hanno riconosciuto e accompagnato al successo. È prodigo di parole grate per tutti, Zibba, e dichiara la sua felicità di esserci e la volontà di dedicare ogni canzone che canterà a qualcuno dei presenti. E ne ha davvero per tutti: omaggia i giornalisti in giuria, i concorrenti in gara, gli organizzatori della serata, il pubblico disseminato di fronte e attorno al palco. Per ognuno un canto, lui solo con la sua voce istintiva e solida e la sua chitarra decisa, disvelando una personalità che sa riempire il palco e abbracciare tutta la piazza. Vogliamo sottolineare l’aspetto modesto e generoso di questo artista raccontandovi della canzone con cui saluta il pubblico, dicendo di considerarla una delle canzoni più belle che siano mai state scritte, ma non è sua: è “Se mi lasciassi sola” di Erica Mou. Le premiazioni finali coronano ancora una volta un successo che non è solo della musica, ma della cultura in senso molto più ampio.
Qui, la musica non è che il sigillo di un’impresa fatta da giovani entusiasti e meravigliosamente ostinati in un ambiente difficile e spesso ostile, come è in molti luoghi d’Italia, ma ancor di più nel nostro Sud. Così, la cena dopo il concerto, le tavole continuamente rifornite di prodotti e piatti locali offerti ad artisti e ospiti nonostante le fatiche di quattro giorni di festa, gli abbracci e i saluti commossi agli organizzatori, tutti grati per l’impagabile clima di accoglienza ricevuta ben oltre il risultato della gara, decretano la grande vittoria di questa virtuosa comunità, come ben esprime in una perfetta sintesi il vincitore Massimo Francescon in una dichiarazione rilasciata al sito locale “vocedistrada”: “Abbiamo trovato calore e ospitalità, in un soffio di fatalità un vortice di abbracci ed emozioni forti. Ci portiamo a casa tanto, così tanto che a noi sembra di aver capito tutto quello che sta dietro a quella magia di condivisione che Ivan Rufo ha saputo fare realtà in una festa dove si respira solo bontà, qualità, vita e bellezza… tanta tanta bellezza. Il concorso ha visto nove realtà di qualità a confermare una volta di più che la musica d’autore in Italia è viva […] in un clima di condivisione che ci ha messo tutti sullo stesso piano e la “vittoria” è stata di ogni singola anima di Albanella, quella di essere parte di un attimo di rara felicità”. Tenete duro, ragazzi di Albanella, che non vi lasceremo soli.
Alessia Pistolini
Tags:
I Luoghi della Musica