Terra Sangue Mare – Terra Sangue Mare (Autoprodotto, 2016)

“Terra Sangue Mare” è il succoso frutto dell’omonimo trio composto dalla cantante di origine siciliana di base a New York Michela Musolino, da Fabio Turchetti, compositore e suonatore di organetto, bandoneon e chitarra, e dal polistrumentista Michael Delia. Incontratisi nel 2013, i tre hanno sviluppato un sound originale guidato dalla voce carnale e pastosa della cantante, nel quale le sonorità degli strumenti della tradizione del Sud Italia (tamburi a cornice suonati dalla stessa Musolino, organetto e mandola) si uniscono a quelle del mbira, il lamellofono dell’Africa sud-orientale, dell’ektara, strumento monocordo del subcontinente indiano, e del bandoneon, argentino. Attraverso le tredici tracce del CD, per la maggior parte brani siciliani della tradizione accanto ad altri di composizione moderna, a grandi pennellate, utilizzando tinte forti, viene dipinto un ampio affresco. Il primo brano “U sceccu”, basato sul testo del poeta rivoluzionario Salvatore Adelfio pubblicato a Palermo nel 1848, musicato nel 1979 dal musicista siciliano Rocco Pollina, rappresenta un’originale visione dei rapporti sociali attraverso il dialogo tra l’asino e il padrone. Tra i brani di composizione si possono ascoltare la seconda e la quarta traccia: “Fammi ristare”, una canzone d’amore scritta in siciliano da Luciano Maio e incisa nel 1976 dalla formazione da lui fondata, Taberna Mylaensis, e l’intenso “Innu a la ficurinnia”, un testo del poeta italo-americano Nino Provenzano, per il quale Michael Delia ha composto la musica. Ancora, due brani composti da Turchetti: “Navigannu”, creato per celebrare l’inizio del sodalizio musicale di Terra Sangue Mare, tradotto in siciliano da Moffo Schimmenti, poeta e cantautore siciliano, e lo splendido “Angelica”, distillato musicale ispirato ad una delle principesse della tradizione dell’Opera dei Pupi, ideato per un’operetta folk. Tra i brani di tradizione che rimandano al mondo del mare, si incontrano “Cantu di donne di marinai”, tradizionale siciliano raccolto da Alberto Favara nel suo Corpus di musiche popolari siciliane e “Cantu a Timuni”, in cui vengono enumerate le attività degli abitanti di diversi paesi della Sicilia. Il lavoro è stato registrato a Praga e si avvale di ospiti dell’Europa orientale: “Tiritera di Bagheria”, ritmato brano tradizionale documentato dalla cantante Muzzi Loffredo, che la imparò da un’anziana donna di Bagheria, è incisivamente caratterizzato dal violino della musicista ungherese Agnes Kutas, mentre il fascinoso “Bonagia”, basato sul testo di anonimo riferito agli attacchi dei pirati fronteggiati dalle popolazioni siciliane, è stato messo in musica da Rocco Pollina e Baldo Pastore creando un originale paesaggio sonoro arricchito dalle peculiarità del waterphone e del bouzouki dell’artista praghese Petr Nikl. Tra le forme musicali particolari si possono ascoltare “Amuri amuri”, canto dei carrettieri - che, viaggiando attraverso la Sicilia per trasportare merci, hanno sviluppato un’originale forma canora - documentato da Elsa Guggino, ricercatrice e cantante siciliana, la cui melodia viene sottolineata dal suono ostinato dell’ektara e “Tira Murieddu”, canto di carrettieri raccolto da Anna Lomax Wood presso la zona di confine intorno alla regione delle cascate del Niagara tra le comunità siciliane emigrate. “Rove ngoma/Palumedda” è l’originale abbinamento della tradizione siciliana - rappresentata dal testo della canzone d’amore -, con quella dello Zimbabwe - luogo da cui proviene la melodia-. Infine, la cantilena tradizionale “Ti la fascisti” chiude l’album con vivacità. Traspare da ogni singola nota di questo lavoro l’amore della Musolino per le tradizioni della Sicilia e per la “sicilianità”. “Terra Sangue Mare”, primo lavoro dell’omonima formazione, propone un ascolto gradevole e incisivo, emozionante e ricco di passionalità, che rimane impresso nella memoria. L’introduzione degli strumenti di altri luoghi del mondo apre la strada ad un approccio musicale raffinato senza tradire lo spirito del repertorio che risulta esaltato dall’espressività della voce scura e sensuale della cantante e dalla sicurezza con la quale spazia nel repertorio, valorizzando la cultura isolana. 


Carla Visca

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