Pifferi, Muse e Zampogne XXI Edizione, Circolo ARCI Aurora, Arezzo, 8 - 10 Dicembre 2016

Il Circolo Arci Aurora di Arezzo è ormai una vera e propria istituzione cittandina, essendo un cantiere di cultura in continuo fermento: ogni sera, infatti, la sua sala interna si anima con proposte diverse dalla musica al teatro, dalle presentazioni di libri al cinema, ma soprattutto è la storica sede del festival “Pifferi, Muse e Zampogne” che, quest’anno, giunge alla sua ventesima edizione. Ritornarci, dopo qualche anno, è stato un grande piacere, perché abbiamo ritrovato una passione e un amore per la musica tradizionale che non sentivamo da tempo. Pur non godendo di finanziamenti pubblici o di grandi sponsor, questa rassegna è diventata, negli anni, un baluardo di resistenza culturale, grazie all’amore e alla dedizione del suo direttore artistico Silvio Trotta e degli organizzatori tra cui non possiamo non citare Stefano Tartaglia, l’Associazione Musicanti del Piccolo Borgo e il grande “Cico” Sergio Nenci, anima grande del Circolo Arci Aurora. L’edizione di quest’anno, alla cui realizzazione ha contribuito anche Blogfoolk, è andata in scena dall’8 al 10 dicembre, presentando un programma ricco e non privo di belle sorprese, incentrato sull’organetto, declinato nelle diverse forme della musica popolare italiana. Anticipato dall’anteprima “… aspettando Pifferi Muse e Zampogne”, il 26 novembre, con il concerto del duo composto da Francesco Berrafato e Davide Ambrogio, la rassegna si è aperta l’8 dicembre con la selezione nazionale di “Suonare@Folkest 2017” per la quale si sono esibiti il gruppo folk-rock Arbitri Elegantiae, il chitarrista Matteo Chiaruzzi alias Coffee e il progetto di teatro canzone Cantabestiario. 
Ad aprire la serata sono stati i marchigiani Arbitri Elegantiae, i quali hanno proposto un set con brani di loro composizione, a metà strada tra folk-rock e canzone d’autore, laddove però non ci sono sembrati brillare in originalità, sono riusciti a compensare bene con una performance sul palco di buon livello. A seguire abbiamo apprezzato il talento di Coffee, chitarrista sanmarinese, dotato di un personalissimo approccio tecnico, il quale ha eseguito una serie di brani strumentali accompagnandosi con la sola sei corde, che hanno contribuito ad alzare non poco il livello qualitativo della serata. Del pari, molto interessante ci è parsa anche il set di Alessia Arena con Cantabestiario, un concept di teatro canzone incentrato sull’incontro tra Sergio Endrigo, e due grandi poeti come Gianni Rodari e Vinicius De Moraes. Sebbene penalizzata dall’utilizzo della base, la brava cantante ci ha condotto per mano tra i dischi “L’Arca” e “Ci vuole un fiore”, facendoci riscoprire con la sua bella voce le canzoni indimenticabili di Endrigo. La vittoria finale è andata a Coffee, il quali si esibirà in due concerti durante la prossima edizione di FolkEst, mentre la seconda pozione è stata assegnata ai marchigiani Arbitri Elegantie, anche loro tra i prossimi protagonisti della kermesse friuliana in un concerto. Senza voler entrare nel merito, chi scrive da giurato della selezione aretina, non può che sottolineare come il concept di questa selezione lasci un po’ a desiderare, in quanto spesso nasconde l’insidia di presentare proposte artistiche troppo differenti tra loro, penalizzando naturalmente il giudizio sulla qualità intrinseca dei vari partecipanti. 
Il festival è entrato nel vivo la seconda serata con la splendida e trascinante performance dei DeCalamus, i quali hanno presentato il loro disco di debutto omonimo, pubblicato da Digressione Music. Dopo una breve presentazione del sottoscritto, il gruppo è salito sul palco proponendo un canto natalizio con l’accompagnamento di zampongne e ciaramelle, per poi raccontare la ricerche sul campo nella Valle del Comino e la genesi del loro primo lavoro. Molto ricco è stato poi il loro set nel quale hanno proposto una selezione di brani dall’album, conclusasi con una applauditissima “Ballarella” che entusiasmato il pubblico presente in sala. A seguire si è esibito il gruppo molisano Alberi Sonori che ha presentato dal vivo il suo secondo album “Mondi stropicciati” proponendone una ampia selezione, con ogni brano opportunamente presentato con racconti ed opere grafiche a cura della cantante Chiara Scarpone. Sebbene un po’ farraginoso nella scansione dei tempi, il concept portato in scena dal gruppo molisano ci ha entusiasmato dal punto di vista musicale con arrangiamenti ben calibrati ed originali nei quali spiccava l’uso di un dobro, allo stesso modo molto curate sono state anche le voci, che hanno impreziosito il loro viaggio sonoro attraverso le musiche tradizionali dell’Italia meridionale. La terza ed ultima serata, ha protagonista in apertura, Donatello Pisanello che ha proposto in una inedita versione per organetto solo i brani tratti dal suo disco solista “Sospiri e Battiti”. 
Il percorso costruito dal musicista salentino ha preso le mosse da una pizzica tradizionale a cui è seguita l’ormai immancabile “Don Pizzica” dalla colonna sonora del film “Sangue Vivo” di Edoardo Winspeare, e le sempre deliziose “La scorza e il nocciolo”, “Quel giorno se verrà” e “Il Crimine dell’organetto”, rese ancora più affascinanti in versione solistica. In chiusura, ancora una volta abbiamo apprezzato l’Orchestra Bottoni, ormai vera e propria macchina da guerra dal vivo, in grado di muoversi con disinvoltura tanto nei grandi spazi delle piazze quanto in realtà più piccole come il Circolo Aurora. Guidati da un Alessandro D’Alessandro sempre più in forma dal punto di vista artistico e creativo (ascoltate il nuovo disco in coppia con Canio Loguercio di prossima uscita per capire di cosa parlo), questo large ensemble non è più una sorpresa, ma una certezza e questo grazie alla loro capacità di attraversare con i mantici degli organetti generi e stili musicali differenti. A chiudere la ventesima edizione di Pifferi, Muse e Zampogne è stato il travolgente finale che ha visto Donatello Pisanello aggiungersi con il suo organetto all’Orchestra Bottoni dando vita ad una performance davvero irresistibile ed applauditissima. Pifferi, Muse e Zampogne si conferma, dunque, una rassegna da seguire con attenzione tanto per la qualità delle sue proposte artistiche, quanto e soprattutto per l’amore per la musica che si tocca con mano al Circolo Aurora. 



Salvatore Esposito

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