Ivano Fossati – Contemporaneo (Sony, 2016)

Quella dei cofanetti retrospettivi, per una volta, non ha l’aria di essere solamente un’operazione di marketing o una moda del momento, ma piuttosto un progetto concettualmente ben concepito e volto ad offrire agli appassionati non solo una raccolta più completa rispetto ad una semplice antologia, ma anche diverse gustose rarità. Dopo aver apprezzato in serie le pubblicazioni che prendevano in esame i primi album di Pino Daniele, nonché le carriere di Francesco Guccini, Franco Battiato e Vasco Rossi, l’ultimo arrivato in ordine di tempo è “Contemporaneo”, box set dedicato ad Ivano Fossati, che giunge a quattro anni di distanza dal suo ritiro, avvenuto dopo l’ultimo concerto tenuto al Piccolo Teatro di Milano il 19 marzo del 2012. Nonostante in molti sperassero che il suo allontanamento dalle scene fosse solo temporaneo, il cantautore genovese è rimasto fermo nella sua scelta, pur non abbandonando il mondo della musica. Infatti, lo abbiamo ritrovato come autore per diversi colleghi, così come non si è arrestata l’attività discografica come dimostrano lo splendido disco dal vivo “Dopo Tutto”, che fotografava la sua ultima tournée e il cd+dvd “Decadencing Tour”. Rispetto ai due album precedenti che ne tratteggiavano fedelmente l’attività live degli ultimi anni, questo cofanetto è una vera e propria autobiografia in musica, essendo stata curata dallo stesso Fossati il quale ha selezionato - in prima persona - i vari brani, inediti compresi, dall’epoca post-Delirium all’ultimo lavoro in studio. Particolarmente efficace ci è sembrata la scelta del titolo che rimanda ad uno dei brani più belli di “Lampo Viaggiatore” del 2003, in quanto questo box set riesce a catturare in modo sorprendente la contemporaneità delle canzoni del cantautore genovese. Disco dopo disco, brano dopo brano, si ha la sensazione di essere di fronte a brani che non invecchiano mai, tanto dal punto di vista sonoro, quanto da quello degli arrangiamenti. Leggendo le note di copertina si può comprendere ancor meglio il senso di tutto questo soprattutto, quando parlando del blues, Fossati scrive: “Mi piace il blues, forse più di ogni altro genere di musica. Soprattutto il blues delle origini: Blind Lemon Jefferson, Robert Johnson e altri ancora, come Sonny Boy Williamson II. Nonostante questo, ho composto canzoni come “La costruzione di un amore”, “Non sono una signora” e “Una notte in Italia”. Se avessi provato a scrivere dei blues, chi li avrebbe cantati? Uno deve fare i conti col posto in cui è nato, dove la gente ha il proprio gusto e una tradizione tutta sua, anche quando si tratta di canzoni. A dire il vero, qui da noi la tradizione si è persa per strada: il gusto corrente è un insieme di contraddizioni, comprende l’amore cieco e distratto per la musica di importazione e un sentimento vagamente retrogrado che imparenta spesso le nostre canzoni più con il pop latino-americano che con le espressioni internazionali avanzate. Un autore ci deve stare attento. Eppure in quel sentimento nazionale, che pure così spesso appare superato e perennemente in ritardo, occorre immergersi e cercare le chiavi per imparare a leggerlo. Dopo, come in una ricetta di cucina, bisogna filtrare tutto attraverso le proprie aspirazioni, intuizioni, capacità e ricordarsi di farlo praticamente ogni giorno per tutta la vita. Per quanto riguarda il blues ho cercato di lasciarne trasparire un po’ in molte canzoni, appena un velo, un tocco leggero. Qualcuno se ne accorge, la maggioranza del pubblico credo di no, ma io tutt’ora mi ci diverto parecchio”. Insomma conformemente alla sua idiosincrasia per l’etichetta di cantautore, Fossati nel suo far canzone è riuscito nella non facile impresa di calarsi nella contemporaneità per andare oltre il tempo, e di tutto questo “Contemporaneo” ne è la prova chiara. Sebbene non adattissima a tutte le tasche, la versione Deluxe è senza dubbio quella più completa ed esaustiva, raccogliendo dieci dischi che ripercorrono cronologicamente la sua carriera, con l’aggiunta degli inediti: “Idealista” originariamente interpretata da Noemi, il demo piano e voce de “Il Suono della Voce” interpretata successivamente da Tosca, “Quelli siamo noi” incisa da Fiorella Mannoia e la versione live di “Ho Visto Nina Volare” di Fabrizio De André, a cui si aggiungono le superbe versioni dal vivo di “Vola” e “Dolce Acqua”, la sigla scritta per Ballarò “Les jeux d'enfants” e un tema per il regista Mazzacurati, “A cavallo della tigre”. Ad arricchire il tutto è poi il corposo libro di duecento pagine con foto inedite e un’intervista realizzata da Massimo Bernardini. Non meno interessante, ancorché forse più economica ed agile, è la versione Standard (disponibile anche in vinile) con quattro dischi, e i quattro inediti: “Il suono della voce”, “Idealista”, “Quelli siamo noi” e “A cavallo della tigre”, che appare senza dubbio molto ben rappresentativa ed adatta soprattutto a coloro i quali necessitano un’introduzione al cantautore genovese, fotografando in modo molto chiaro l’evoluzione del suo songwriting. 


Salvatore Esposito

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