Gli anni Ottanta per Firenze hanno rappresento un momento straordinario ed allo stesso tempo irripetibile dal punto di vista culturale, iniziato magicamente sulla scia dei grandi concerti rock di
Patti Smith, Lou Reed, Iggy Pop, e Peter Gabriel e proseguito con lo sbocciare continuo di artisti e band animati dalla voglia di sperimentare in ogni ambito musicale. Così, al fianco di formazioni che hanno fatto la storia del rock della nostra penisola, nacquero anche realtà, forse meno note al grande pubblico, ma certamente di non minor valore artistico. Una di queste fu certamente Hypnodance, band fondata nel 1984 dal giornalista e conduttore radiofonico Ernesto De Pascale e segnalatasi, negli anni successivi, per un paio di pregevoli album e una intensa attività dal vivo.
In quell’eccezionale fermento creativo prese vita “Il Grande Ritmo dei Treni Neri”, l’album di debutto come solista di Massimo Altomare, il quale si era messo da qualche anno alle spalle l’avventura con il duo Loy & Altomare, trovando in Firenze una seconda casa e nuova linfa ispirativa. Complice la frequentazione continua con Ernesto De Pascale, che si divideva tra l’attività musicale e la conduzione di Rai Steronotte a Roma, e Roberto Terzani (bassista già dei Windopen e in seguito dei Litfiba), Altomare si era ritrovato ad entrare in pianta stabile nella line-up di Hypnodance e a comporre insieme a loro. In breve tempo avevano messo insieme otto brani nei quali si intrecciavano le comuni passioni per la black music, il blues, il funky e il rhythm & blues, ma ad impreziosirli arrivò l’intuizione di De Pascale di coinvolgere nelle registrazioni il leggendario bluesman di New Orleans Dr. John, che si trovava a Roma per partecipare a “Doc”, trasmissione Rai condotta da Renzo Arbore nella cui redazione lavorava il giornalista toscano, i Memphis Horns Andrew Love e Wayne Jackson, che andaro a completare l’eccellente organico di strumentisti che avevano lavorato al disco e nei quali spiccavano Danilo Rea al pianoforte, Andrea Venturoli all’organo, Gianni Salaorni alla chitarra, Donnie Bauer alla chitarra, Paolo Palazzoli al basso, Marco Lamioni alla chitarra rimtica, Andy J. Forest all’armonica e Alessandro Galati al pianoforte. Il disco venne pubblicato dalla RCA nel 1988, e fu presentato per la prima volta dal vivo con un inedito concerto alla Stazione Termini di Roma che fece da preludio ad un lungo tour in tutta Italia. A distanza di quasi trent’anni dall’uscita e a cinque dalla prematura scomparsa di Ernesto De Pascale, il disco è stato recentemente ristampato in cd da Il Popolo Del Blues, etichetta fondata dal giornalista toscano in una versione arricchita dalla presenza, come bonus track, di due demo provenienti dalle session di registrazione dell’epoca. A caratterizzare questa nuova ristampa è stata anche la scelta di porre in copertina anche i nomi di Ernesto De Pascale e Roberto Terzani che contribuirono in modo determinante alla sua realizzazione. Riascoltato oggi “Il Grande Ritmo dei Treni Neri” ha conservato intatto tutto il suo fascino, e soprattutto a differenza di tanti dischi dell’epoca non risente affatto degli anni, sfoggiando il suo sound fresco ed originalissimo. Lo sferragliare del treno sulle rotaie ci introduce alla sinuosa melodia della title-track nella quale giganteggia il pianoforte di Dr.John e i fiati dei Memphis Horns. Si prosegue con l’elegante ritratto di donna di “Savoir Faire” e la trascinante “Mi fai bruciare dentro” tra new wave e rhytm & blues, che fanno da preludio perfetto per la sofferta “Due Parole”. Il ritmo si rifà trascinante con “Soddisfatti o rimborsati” impreziosita dai fiati dei Memphis Horns, a cui segue la ballad “Perdo il sonno” in cui spicca il pianoforte di Danilo Rea. “Bugiarda (Dammi almeno una ragione)” e la splendida “Il Treno dell’Anima” completano un disco superbo, nel quale si inseriscono perfettamente anche le due bonus track “Sole Nero” e “Una Sigaretta” dal repertorio di Fred Buscaglione. La ristampa de “Il Grande Ritmo dei Treni Neri” è l’occasione per riscoprire un disco pregevole, l’incontro perfetto tra canzone d’autore italiana, funky, soul e rhythm & blues.
Salvatore Esposito
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