Tra i borghi dell’entroterra ponentino ligure Ceriana, situato in valle Armea, ha un posto di privilegio nella cartografia etnomusicologica italiana, dal viaggio di Alan Lomax alle registrazioni di Giorgio Nataletti, Roberto Leydi, Luciano Berio, Sandra Mantovani, Edward Neill, Mauro Balma e via proseguendo con altri studiosi fino al terzo millennio. In tal senso, data la densità di documenti sonori disponibili, Ceriana è uno dei quei luoghi dove si pongono riflessioni su aspetti di continuità ed innovazione delle procedure canore e dei repertori. Il paese, di origine medievale abitato da circa 1300 abitanti (la cui economia è fondata sulla floricoltura, la coltivazione dell’ulivo e della vite e su settore turistico-alberghiero) accoglie espressioni polivocali in ambito profano e sacro (i canti profani sono quasi tutti in dialetto cerianese, mentre quelli sacri sono in lingua latina; inoltre, è attestato anche un repertorio monodico, che speso si trascura), affidate ad associazioni confraternali laicali (ne sono attive tre, ciascuna distinta per il colore della cappa o de ‘u tabarin’, la mantellina), a una Compagnia e ad aggregazioni corali. Specificità canora di Ceriana è il canto a bordone, fondato sulla libertà ritmica e sul movimento che si manifestano nello sviluppo delle voci principali in contrasto con l’organizzazione delle voci di accompagnamento, in cui si aggregano registri e timbri diversi, per realizzare una struttura di basso continuo. Una bellissima armonia emerge da questa maestosa polivocalità, in cui la seconda voce (baritono) introduce il canto; ad essa si unisce la prima voce (tenore), mentre i bassi accompagnano e sostengono i solisti. È indubbio che a Ceriana la longeva Compagnia Sacco costituisca la più significativa formazione che esegua questa pratica canora. Il nome deriva dall'abitudine di portare sulle spalle, da parte dei lavoratori che andavano in campagna, un sacco bianco contenente le provviste per il pranzo. Siamo di fronte ad un ensemble celebrato a livello nazionale e internazionale, che ha all’attivo numerose incisioni e documenti video (per questi rinviamo al loro sito web), ritenuto il più mirabile interprete della tradizione cerianasca del canto maschile. Se è vero che la prima registrazione, in assetto informale, si fa risalire alla campagna di Lomax del 1954, la Compagnia entra nell’ufficialità di organico e mediatica con “Sentite Buona Gente” di Leydi al Piccolo di Milano (1967). Oggi la Compagnia Sacco annovera sette elementi: Demo Martini (prima voce), Giovanni Martini, Mirco Soldano, Daniele Di Francesco (seconda voce), Alberto Lupi, Rino Lanteri e Matteo Lupi (bassi). Per celebrare i novant’anni dalla fondazione (1926), con l’album prodotto per l’etichetta monferrina da Davide Baglietto e Beppe Greppi, il focus della Compagnia Sacco è sui canti dalla vibrante emozionalità eseguiti nei rituali del Giovedì e del Venerdì Santo dalle Confraternite di Ceriana. Nelle dieci tracce (puntualmente commentate dalle note del booklet in italiano e in inglese), si passa dai “Miserere” processionali agli “Stabat Mater”. Dall’implorazione della misericordia divina cantata in “Domine Jesu Christe”, testimonianza di una religiosità tipicamente medievale, a “Lauda da madonna da Vila”, uno dei testi più antichi, nonché canto condiviso dalla comunità di uomini e donne di Ceriana. Non meno significativi il canto a tre voci “Alma Contempla” e quello mariano “Quasi Cedrus”. Chi non ha mai ascoltato le potenti voci cerianasche non mancherà di emozionarsi, mentre per chi è aduso a questo magnifico affiatamento polifonico si rinnoverà un’esperienza toccante.
Ciro De Rosa
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