Breabach - Ùrlar (Breabach Records, 2013)

In Scozia il desiderio di folk innovazione si manifesta anche attraverso la musica di band come i Breabach, alfieri di un vigoroso e dinamico sound acustico, che trova conferma nel loro nuovo lavoro. Il set strumentale d’apertura “The Poetic Milkman” è il loro formidabile biglietto da visita. Eccoci al cospetto di una potente combinazione di cornamuse, violino, whistle, sostenuti dal robusto contrabbasso di James Lindsay: che attacco gente! “Ùrlar”, titolo del lavoro dei glaswegian, prodotto da Kris Drever dei Lau, è il tema principale del piobaireachd, la più alta espressione musicale nel repertorio della cornamusa scozzese delle Highlands, dal carattere quasi iniziatico. Che la “ceòl more” per bagpipe sia in cima ai pensieri del quintetto (schierano due cornamuse nella line-up, imbracciate da Calum McCrimmon e da James Duncan Mckenzie) è ribadito nel titolo del tradizionale “I am proud to play a pipe”. Ma non dovete pensare di essere di fronte a una pipe band, le atmosfere cambiano con “Hi Ho Ro Tha Mi Duilich” è una canto gaelico di emigrazione ottocentesco per la splendida voce di Megan Henderson (canto, violino, step-dance).
Lo strumentale che segue è dotato di una notevole potenza evocativa, con violino e flauto in primo piano a rievocare la tragica sorte del villaggio di Forvies, una comunità di pescatori che nel quindicesimo secolo si vide costretta a lasciare le proprie dimore, devastate dalla sabbia nel corso di una terribile quanto lunga bufera. La versatilità della band è accentuata dal fatto che allinea ben tre cantanti. Cosicché, nella delicata ballata operaia, intitolata “The Orangedale Whistle”, dalle venature country, McCrimmon assume la veste di lead vocalist, per raccontare dei manovali impegnati nella costruzione della linea ferroviaria nel Canada occidentale, a partire dalla sua storia familiare del suo bisnonno emigrato. “The Bowmore Fair”, altra combinazione strumentale (due tradizionali e una composizione del grande piper Mike Katz della Battlefield Band) e l’irresistibile set “Monday at Riccardo’s (due danze firmate Henderson e McCrimmon che sono un omaggio ad un ristornate italiano di Glasgow che al lunedì diventa sede di infuocate session)
provano l’estro, la vivacità, la versatilità, ma anche la compattezza del suono d’insieme della band, che si attesta tra i migliori live act britannici. La cristallina voce di Megan intona il tradizionale gaelico “Bha Mise Raoir Air An Àirigh”, arricchito dalle belle armonizzazioni del flauto di McKenzie. Il chitarrista ed autore Ewan Robertson è la terza voce principale, impegnata nell’appassionata ballata politica “The Seven Men of Knoydart”, su testo di Hamish Henderson, coniugata con un inserto strumentale dal profumo bretone, uscito dalla penna di McCrimmon. Lo spettacolare set finale d’autore, “The Old Hill”, è ancora all’insegna del fitto interplay e della potenza delle pipes. Eccellenze caledoni!


Ciro De Rosa
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