Floriana Cangiano è Flo, che abbiamo imparato a conoscere come dotata e versatile vocalist della Rote Jazz Fraktion di Daniele Sepe (considerando la scrupolosità del compositore napoletano nella scelta dei suoi “compagni” di viaggio e il fatto che Flo è stata designata per sostituire nientemeno che la formidabile cantante poliglotta Auli Kokko, poteva essere altrimenti?), ma vanta un passato di collaborazioni in musica e teatro (da Lino Cannavacciuolo al musical “C’era una volta…Scugnizzi”, fino al teatro di Davide Iodice). Con “D'amore e di altre cose irreversibili”, disco che ha visto la luce grazie al crowdfunding ed è pubblicato dell’etichetta napoletana Agualoca, la cantante brilla di luce propria con la collaborazione di Ernesto Nobili (chitarra classica, chitarra elettrica, programmazione, produzione del CD), Edoardo Puccini (chitarra classica, charango), Michele Maione (percussioni) e una combriccola di ospiti, tra i quali segnaliamo Antonio Fraioli e Lino Cannavacciuolo (violino), Charles Ferris (trombone, flicorno), Davide Costagliola (basso elettrico) e i Ringe Ringe Raja. È un piacevole programma plurilingue quello offerto dalla trentenne autrice: “Volevo che il mio primo disco avesse un sapore appassionato, che fosse pulsante, che saltasse fuori come una vecchia lettera che arriva da lontano e parla di qualcosa che abbiamo già vissuto ma perduto nella memoria. Cercavo un suono che parlasse di un sud immaginario, una Macondo che forse non troveremo mai”, rivela Floriana, chanteuse dalla voce morbida e limpida, capace di emozionare cantando composizioni che colgono suggestioni provenienti dalla musica da camera, dalla canzone d’autore francese, dal folklore e dalla world music. Un album di delicata eleganza, aperto dal personalissimo “D’amore e di altre cose irreversibili”, uno dei due brani in lingua Italiana; l’altro è “Lusitania”, racconto marino di un viaggio-naufragio, scritto con Massimiliano Sacchi dei Ringhe Ringhe Raja. Ha passo di milonga “Ça ne tient pas la route” (uscito come singolo e di cui il CD contiene anche una alternative version), desiderio e aspirazione si proiettano nel profilo di umore fadista di “O Ponto mais a sul”. Ancora la malia lusitana, ma condita di atmosfera capoverdiana in “O meu tempo melhor”, il cui testo canta l’urgenza di cogliere l’attimo (“[...] és o meu tempo melhor, esquece o que passou que serei depois, de nossa primavera tão fugaz só resta uma flor!). È ispirato dalla lettura di Camus “Para que tu me oigas”, deliziata dal violino inarrestabile del folletto flegreo Lino Cannavacciuolo, ancora in spagnolo è “Santa lluvia”, un triangolo amoroso raccontato dal punto di vista della donna innamorata di due uomini, mentre “Olor a lluna” è un musicalmente gustoso omaggio linguistico ed esistenziale alla capitale della Catalogna, composto con Alessio Arena ([…] És complicat trobar paraules / que no distorsionen / El meu record de Barcelona / I no vull que això sigui / Una cançó de frases fetes / El vol sec d’un cometa/ Que torni a ser com l’ultim dia/ Alè i monotonia…) . Flo si produce anche nell’ interpretazione di due classici: il primo è la celeberrima "Pirati a Palermu", la poesia di Buttitta musicata da Rosa Balistreri, donna simbolo continuamente chiamata a modello di canto e di tensione sociale da tante vocalist, non solo siciliane; il secondo è "Presentimento", scritto da E. A. Mario agli albori del ‘900, che segna in un certo senso il ritorno a casa, è come una dichiarazione d’affetto nei confronti dell’espressività canora della sua città.
Ciro De Rosa
Tags:
Campania