Costituito da alcuni giovani appassionati ricercatori etnomusicologi, con alle spalle una lunga esperienza di studio per la conservazione e la tutela delle culture tradizionali e dei patrimoni culturali etnofonici, il gruppo di ricerca Val’S è impegnato da tempo nella gestione del Laboratorio per lo studio del paesaggio sonoro e delle tradizioni musicali della Valle del Sacco, area che comprende la parte meridionale della provincia di Roma e quella settentrionale di Frosinone, estendendosi da nord a Valmontone fino a Ceprano, a sud dove il fiume Sacco si immette nel Liri, delimitata a nord-est dai monti Prenestini e Ernici e a sud-ovest dai monti Lepini. Coordinato da Emiliano Migliorini con l’ausilio di Emilio Di Fazio, Salvatore Rossano e Igino Pucello, questo progetto di ricerca si pone come una sorta di work in progress per la ricostruzione dei vari paesaggi sonori del Lazio raccogliendo documenti audio, video e materiali fotografici, al fine di incentivare la conoscenza, la ricerca sul campo, la catalogazione e la divulgazione della cultura musicale, nelle sue forme tradizionali e contemporanee. Primo risultato di queste intense campagne di ricerca, condotte tanto individualmente quanto in equipe, è stata la creazione progressiva di un archivio, da cui è stato tratto l’interessantissimo disco “Canti e Musiche della Valle del Sacco”, tappa iniziale di una collana di pubblicazioni monografiche su aree specifiche, generi, e tecniche esecutive attraverso cui approfondire diversi temi d’interesse etnomusicologico relativi a questa ricchissima valle laziale. Composto da una selezione di ventiquattro brani tradizionali relativi all’area di Segni e al territorio limitrofo, il disco ci consente di avere un esaustivo sguardo d’insieme sulla cultura orale del territorio, che ci viene svelata in tutta la sua complessa articolazione. Larga parte della raccolta al repertori religioso con i canti di pellegrinaggio (“Inno a San Cataldo”, “Inno per Santa Maria a Fiume”, “Canzonetta in lode alla Santissima Trinità”, “Santa Anatolia”), canti della Settimana Santa (“Gesù mio con dure funi”), ed inni sacri eseguiti dalle bande locali (“Inno a San Rocco”, “Inno a San Quirico”). Di grande interesse sono anche alcune musiche da ballo come il “Saltarello” eseguito da Antonio Siliti al ciufulitto (flauto dritto di canna), lo stornello monostrofico “a miéte” “Tira Ponente” e “Valzer di Schizzetto” suonato alla fisarmonica da Gino Tommassini, ma anche i canti narrativi “La storia di Gina Fonti e Tito”, “Pia de’ Tolomei” e la splendida “Macchiarola”, un canto all’antica suonato da Stefano Quattrociocchi (organetto), Gianmarco Scaccia (organetto) e Carlo Iorio (cutufi). Sul versante dei canti sociali va segnalato “La C.A.P.I.T.O.”, di matrice romanesca composto da Cesare Vari in occasione della fondazione alla fine degli anni sessanta della Cooperativa Anonima Per Il Trasporto Operai e nell’occasione eseguito da lui stesso. Completano il disco alcuni canti e musiche rituali come “Canzone de Carnuàle” suonata dalla Banda Concertistica “Antonio Romagnoli” di Frosinone, le campane di Emilio Lorenzi e Filippo Sportoletti nella “Pitoccata di Pasqua”, le voci femminili di Acuto (Fr) ne “Gli Ardarino” e una toccante ninna-nanna registrata ad Anagni (Fr). A corredo del disco vi è un esaustivo booklet con ampie spiegazioni dei brani e tutti i testi, accompagnato di da un interessante apparato iconografico.
Salvatore Esposito
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