Le Multipart Musics, che in italiano può essere tradotto come musiche in più parti, sono un fenomeno straordinario, variegato ed illimitato, in quanto in continua trasformazione nei modi e nelle forme del suo manifestarsi. Si tratta di qualcosa di ben più ampio rispetto alla polifonia, solitamente indicata per le musiche caratterizzate da sovrapposizioni di linee melodiche differenti, ma piuttosto di un approccio che vede coordinarsi più identità sonore in un genere musicale riconoscibile, tanto da chi le realizza quanto da chi le ascolta nel medesimo scenario musicali. Per lo studio di questo particolare modo di fare musica e della specificità dei suoi processi produttivi, nel 2009 è nato uno Study Group all'interno dell'ICTM (International Council for Traditional Music), mentre nel 2010, grazie all’organizzazione del Dipartimento di Studi Geografici ed Artistici dell’Università di Cagliari, si è tenuto il suo primo simposio nel capoluogo sardo, al quale hanno preso parte esperti e specialisti provenienti da tutta Europa e Stati Uniti. Tra undici sessioni di interventi teorici e dibattiti e cinque workshop teorico-pratici, il simposio è stato incentrato essenzialmente sulla questione della
specificità del fare e pensare la musica a più parti, come suggerito dal tema generale. A corollario di questo importante meeting, l’organizzatore del simposio il Prof. Ignazio Macchiarella ha curato l’interessantissimo volume omonimo, edito da Nota, nel quale sono confluiti non solo una parte degli interventi ma anche gli sviluppi successivi delle risultanze congressuali, ovviamente il tutto in lingua inglese. Introdotto dagli interventi di Ignazio Macchiarella e Enrique Camara de Landa, che focalizza la sua attenzione alla Spagna e all’America Latina, e diviso in cinque sezioni, il testo si sofferma non solo sugli aspetti storici delle Multipart Music, ne analizza nel dettaglio la concezione, la realizzazione e successivamente esamina i casi dei Pirenei e della Sardegna. Si tratta, insomma di un lavoro di altissimo pregio scientifico, non solo perché raccoglie i lavori dei più importanti etnomusicologi europei e statunitensi, ma anche perché analizza il fenomeno delle Multipart Musics, con un approccio meno teorico e più pratico, basato sull’analisi diretta dei fenomeni, e non è un caso che proprio durante il convegno del 2010 non siano mancate le occasioni per mettere a confronto diretto i partecipanti al congresso e alcune tipologie musicali, attraverso alcune sessioni concertistiche tenutesi al teatro Nanny Loy. Per quanti intendessero approfondire l’argomento o semplicemente sono curiosi di saperne di più, al fianco della lettura del libro consigliamo una visita al sit www.multipartmusic.org.
Salvatore Esposito
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