Apprezzato fotografo, nonché musicista e ricercatore indipendente, Fabrizio Gaggini, è stato a lungo impegnato nell’area Himalayana del Nepal in un importante percorso di ricerca antropologico, condotto come membro dell’équipe dell'Area Scienze Antropologiche del Comitato Ev-K2-CNR. Negli anni diversi sono stati i suoi contributi a numerose pubblicazione scientifiche e divulgative, e ad aggiungersi ad essi arriva “Gandharva, La Musica e Gli Dèi”, edito da Kurumuny, casa editrice salentina, che con quest’opera apre ulteriormente i suoi orizzonti verso gli studi antropologici e la world music. In particolare questo libro raccoglie i risultati relativi al progetto di ricerca "Himalayan Sound Landscape" del Comitato Everest-K2-CNR, soffermandosi ed approfondendo l’antica tradizione musicale Gandharva, della quale sono rimaste tracce importanti in alcune aree del Nepal, quali le zone di Gorkha, Kaski, Lamjung, Pkhara e Katmandu. Il testo, dopo la preziosa introduzione in cui vengono descritti dettagliatamente i termini della ricerca, attraverso sette capitoli esamina nel dettagli questa pratica musicale, che deriva direttamente dai geni celesti della mitologia indiana. Lo studio si sofferma in modo particolare sulla contestualizzazione storica, antropologica e religiosa di questa pratica, analizzando nel dettaglio la tradizione musicale indiana, il territorio, e i principali strumenti utilizzati, ma soprattutto approfondendo la cultura e la mistica Gandharva. Non manca anche una attenta digressione sui principi metafisici della gandharva shastra, così come Gaggini descrive con dovizia di particolari anche l’estetica delle esecuzioni dei vari canti, le modalità di apprendimento e il repertorio. Il cuore del libro è rappresentato dall’ottavo capitolo, che funge da imprescindibile guida all’ascolto per il cd, allegato al libro, nel quale sono raccolti quindici registrazioni sul campo di ottima qualità sonora in cui il lettore ha modo di immergersi letteralmente nel fascino di questa tradizione musicale. Si spazia infatti dall’inziale “Gandharba Mantra”, recitativo eseguito da Nar Bahadur Gandharba con l’accompagnamento del sarangi, a “Rateuli” canto eseguito durante le nozze fino a toccare “Ramayana” in cui si cantano le gesta di Rama e la splendida “Harichandra Karkha”, brano molto popolare nel Nepal, in cui si cantano le gesta del re Harichandra con il solo ausilio del arbaj. Completano il testo le immagini tratte dai diversi viaggi di Gaggini e un prezioso glossario, che contribuisce in modo determinante alla piena comprensione di questa complessa tradizione, anche per coloro che hanno poca familiarità con questi ambiti di ricerca. Fabrizio Gaggini, con quest’opera, ci schiude le porte di una tradizione musicale poco nota ma senza dubbio assolutamente interessante sia dal punto di vista musicale sia da quello antropologico. Un opera che arricchisce in modo sorprendente il catalogo di Kurumuny, e che apre ulteriormente gli orizzonti della loro proposta letteraria e culturale.
Salvatore Esposito