Uce De Fimmena: Anna Cinzia Villani
da un intervista originariamente pubblica su Folk Bulletin
Considerata una delle voci femminili piรน rappresentative del Salento, Anna Cinzia Villani รจ anche una apprezzata musicista e ricercatrice, con alle spalle un lungo percorso musicale cominciato con la frequentazione dei concerti dei gruppi della riproposta: “Ho conosciuto la musica tradizionale salentina in modo casuale. Avevo circa vent’anni quando ho iniziato a frequentare le varie feste ed incontri durante i quali l'attrattiva piรน forte erano dei gruppi di riproposta esistenti giร da diverso tempo. Erano i primi anni novanta, quando si cominciavano ad organizzare delle "ronde" spontanee e chi voleva si poteva unire, partecipare, imparare. La "seconda generazione" di musicisti di riproposta รจ nata tutta lรฌ o quasi, ci siamo conosciuti tutti in quel periodo. Il mio sogno da piccola era sempre stato quello di diventare cantante, era un vero e proprio sogno nel cassetto. Mi piacevano quelle situazioni e basta, anzi, la prima cosa che veramente ho fatto รจ stata cimentarmi nella danza della Pizzica-pizzica. Quindi la mia passione si รจ alimentata pian piano, cantavo alle feste con gli amici, che ormai non mi sopportavano piรน. Quando hanno iniziato a chiedermi di cantare con dei gruppi musicali la mia risposta รจ sempre stata no. Mi vergognavo, ero vittima di una timidezza spropositata! Ho accettato solo quando me lo chiese una mia amica, Annalรน Sabetta, che voleva mettere su un gruppo femminile per animare una serata dedicata al poeta Antonio Verri: il gruppo Le Striare avrebbe dovuto sciogliersi la sera stessa, poi in realtร ha continuato come gruppo di amiche, abbiamo suonato in busker festivals e cosรฌ via”.
La passione รจ stata poi alimentata anche da un personalissimo percorso di ricerca: “Non ho fatto nessuno studio accademico perchรฉ la mia passione รจ cresciuta poi lentamente. In quel periodo poi, non c'era tanto materiale pubblicato per approfondire, e mi riferisco alle registrazioni sul campo. Circolavano sotto banco delle registrazioni Albatros, che io ascoltai per caso da un mio amico e che poi mi regalรฒ un altro, tra l'altro riprodotte malissimo. Non si trovava nulla allora e, inoltre io non avevo ancora chiaro che, se una persona vuole fare un percorso a ritroso nella cultura musicale del posto in cui vive, deve necessariamente frequentare il mondo rurale, che ha dato vita a quei canti e a quei suoni. Questo l'ho realizzato un po’ dopo, quando giร per me questa musica stava rappresentando un lavoro. Quindi ho cercato di conoscere piรน da vicino le strofe che cantavo sul palco. Ho chiesto dapprima a mia nonna, Genoveffa Cicerello, contadina da sempre e bravissima cantatrice, conosciuta al suo paese e nei dintorni (questo perรฒ io non lo sapevo!) e poi, ho frequentato altri cantori, come Uccio Aloisi. Ma andando avanti ho capito che c'erano e ci sono tante persone in grado di ricostruire canti, suoni, vicende umane molto interessanti! E poi, fortunatamente tanto materiale รจ stato pubblicato, quindi io "studio" ascoltando quelle voci”.
Del 2008 รจ il suo disco di debutto come solista, Ninnamorella: “Ninnamorella รจ nato perchรฉ da tempo volevo lasciare una specie di impronta, volevo che il mio modo di pensare a questa musica fosse "vivo" e fruibile. Durante la mia attivitร di conoscenza e riproposta musicale, ho sicuramente intrapreso strade che si distinguono un po’ da quelle battute solitamente. Nel complesso รจ un po’ il resoconto della mia esperienza, che รจ ricca e piena di confronti e collaborazioni. Infatti non posso dire che รจ il disco della mia formazione musicale, in cui sono voce solista, ma piuttosto รจ un lavoro corale con la presenza di tante persone a me vicine. Quindi alcuni brani hanno un sapore etereo, rarefatto, altri sono molto piรน ruspanti, in tutto questo non potevo ignorare i cantori e le cantatrici che mi hanno amorevolmente insegnato arie e versi. Non solo ritengo queste persone una vera e propria "scuola" di musica e di vita, ma trovo che il mio modo di cantare si trasformi quando entra a contatto con le loro voci, รจ come se la voce si sciogliesse maggiormente, come se si lasciasse condurre molto liberamente alla ricerca di sonoritร che spesso chi non conosce questi canti, ignora completamente o addirittura disprezza! Nella scelta dei brani di Ninnamorella ho privilegiato quelli che mi rappresentavano di piรน ma anche quelli a cui ero piรน legata e quelli che volevo avessero una diffusione maggiore. In questo senso mi sono soffermata soprattutto sugli aspetti vocali di alcuni canti che presentavano melodie piรน lunghe e arcaiche”.
Salvatore Esposito
Fimmana, Mare e Focu! - La Videointervista
In occasione della sua partecipazione come ospite a Disco Days, kermesse napoletana dedicata al collezionismo musicale, tenutasi lo scorso 15 aprile abbiamo incontrato Anna Cinzia Villani, con la quale, dopo la sua breve ma splendida esibizione in solitario, ci siamo soffermati a parlare del suo nuovo album. “Fimmana Mare e Focu รจ un disco dedicato alla donna”, afferma la musicista e ricercatrice salentina, “e nel quale mi focalizzo su quei brani della tradizione nei quali l'uomo si rivolge a quest’ultima per dedicarle versi e canti molto romantici. Si tratta di brani usati per il corteggiamento. Certo, esistono nella nostra tradizione anche i brani di degno, ma che non sono presenti nel disco. Quando la donna si presentava in una maniera un po' piรน trasgressiva o comunque contravveniva alle regole sociali e comportamentali del rapporto uomo-donna, venivano canti questi brani con i quali venivano insultate ed erano anche un motivo di vergogna. Noi sappiamo che la societร contadina non contemplava molto la dimensione privata tanto nei modi quanto nei comportamenti e quindi tutto si sapeva subito. Diciamo che questo disco nasce da una mia riflessione personale, e dalla conoscenza diretta di tante donne salentine, ed in particolare delle cantatrici, coloro che poi mi hanno anche insegnato molti canti e che da diversi anni io ho frequentato in situazioni spesso familiari. Solitamente pur essendo persone molto aperte tendono a contenersi in pubblico. Io ho avuto la fortuna di frequentarle anche calandomi tra di loro e lรฌ devo dire che puรฒ succedere di tutto perchรจ sono delle donne che hanno voglia di stare insieme, che si sentono piรน protette da una dimensione femminile. Allora si lasciano andare a commenti provocanti, fatti piccanti, barzellette. Tutto ciรฒ mi ha fatto riflettere sul fatto che le donne sono obbligate a seguire un determinato codice comportamentale e al quale spesso aderiscono, tuttavia appena possono sfuggono a queste regole. Da qui nasce un po’ tutto il disco e per certi versi anche l’ironizzazione di questo mondo”.
Rispetto a Ninnamorella questo disco vede Anna Cinzia Villani protagonista anche come autrice di alcuni brani: “A differenza del precedente, questo disco segue una tematica unitaria, e si caratterizza anche per alcuni brani che ho scritto io ovvero le due pizziche pizziche ballabili Farnaru Farnareddhu e Fimmana, Mare e Focu, e poi Luntananza e Tridici Stelle. Il primo Farnaru Farnareddhu contiene una citazione di un rito molto particolare che si utilizzava da noi quando si smarriva qualcosa e si avevano sospetti su qualcuno. Si prendeva il farnaru (il setaccio), che poi รจ anche quello che da la forma al tamburello, e lo si interrogava infilzando la lama di un paio di forbici sul telaio e si diceva: “Farnareddu Farnareddhu meu macareddhu tie macareddhu ieu ci s'appjata sta cosa? Se se l'ha pijata lu Ciru De Rosa gira se, no statte fermu!” Setaccio, setaccino mio fatato sei tu e mago sono, io chi si รจ presa questa cosa? Se se l'รจ presa Ciro De Rosa gira, altrimenti stai fermo!” Se il setaccio, tenuto con questa lama, si metteva a girare dalla parte del telaio voleva dire che quella persona aveva rubato, quella cosa altrimenti era innocente. In questa pizzica la donna interroga il setaccio perchรจ aveva perso il suo cuore, probabilmente l'aveva sparpagliato in giro, ed รจ indecisa su quali tra questi tre giovani si devono fermare le sorti e chi deve amare. Un giovane appartiene al mare, un giovane appartiene al vento, l'altro appartiene alle pietre preziose. Alla fine mentre sta per infilzare le forbici sul telaio le forbici le cadono per terra. Poi arrivano alcune strofe prese dalla tradizione “Na donna cinquecento se chiamava e cinquecento innamorati aveva”, c’era una volta una donna che aveva cinquecento innamorati, a tutti dava un bacio o un dono e tutti quanti li aveva in pugno. Ad un certo punto la sua sorte si ribellรฒ e di tanti amanti non le restรฒ nessuno. In poche parole la tradizione dice che chi troppo vuole nulla stringe. L’altra pizzica pizzica che da il titolo al disco, che ho composto io tra virgolette, nasce dall’unione tra vari proverbi che parlano delle donne, รจ stato un lavoro molto divertente perchรฉ ho messo insieme che ho raccolto durante le ricerche o che avevo sentito a casa mia durante l'infanzia, poi ne ho prese altre da manuali che sono stati pubblicati sui proverbi tradizionali. Tutti parlano della donna dal punto di vista maschile, che non รจ sempre roseo per la donna, e tutto questo รจ molto ironico perchรจ mi รจ piaciuto mettere insieme questi versi ed adattarli alla metrica della pizzica pizzica. Luntananza, invece รจ un canto in cui si affronta una tematica dolorosa, che รจ quella del distacco sentimentale. Potrebbe essere un brano autobiografico, perchรจ da esso trapelano un po' di sentimenti personali ed รจ stato pensato sulla traccia del canto alla spiga, che cantavano le Sorelle Gaballo, delle cantatrici che ancora oggi abbiamo la fortuna di poter ascoltare e sulle quali รจ uscita una pubblicazione curata da Dario Muci. Questo canto ha una origine molto arcaica e si fa sul bordone. Mi รจ piaciuto sin da quando l'ho ascoltato per la prima volta finchp mi ha ispirato a questa melodia. Prima perรฒ sono nati i versi, le parole e poi ho dovuto modificare la melodia perchรจ mi sembra giusto che ci debba essere del mio. Tredici stelle affronta nuovamente la tematica del distacco, che รจ perรฒ quello della partenza, quindi il distacco fisico che per i salentini ha rappresentato un problema affrontato anche con molto dolore quando si partiva per la guerra, per l'emigrazione, e ancora oggi si parte dal Salento In questo brano c'รจ invece una leggera spensieratezza nel distacco perchรจ si affronta con tranquillitร . Si fa una sorta di preghiera per ritrovarsi”.
Determinante รจ stata anche la presenza al fianco della musicista salentina della MacuranOrchestra: “La formazione รจ piรน o meno quella del primo disco Ninnamorella, con la differenza che al posto del violoncello c'รจ il contrabbasso, che riempie quelle frequenze di cui abbiamo bisogno, perchรจ tutti gli strumenti come le nostre voci sono sull'acuto. Invece รจ interessante sentire l'impasto tra l'organetto e il contrabbasso, che secondo me rende molto sui brani ballabili. Per me la ricerca sonora รจ sempre quella dell'equilibrio tra tradizione e sonoritร piรน moderne, quindi non dimentico mai la base perchรฉ devo sentirmi sempre un po' a casa. Nel disco c’รจ quindi l'organetto diatonico, i tamburelli, l'armonica a bocca, la chitarra di Valerio Daniele, che ha fatto da direttore musicale di questo progetto e ha arrangiato anche Intra Sta Curte e Luntanaza, e E Na Na Stasira Egnu insieme a Gianluca Vendola, che nel disco canta Daniele Girasoli. C’รจ perรฒ anche qualche traccia dalla struttura piรน moderna come Lu Desideriu Miu Cu Bessu Cozza”. Concludendo la nostra chiacchierata ci soffermiamo sul brano che apre il disco, Ijo Pucanรจ, brano composto da Piero Milesi: “Piero mi regalรฒ questo brano nel 2001 quando lavorammo insieme per quell'edizione della Notte della Taranta. Per lui era la seconda edizione che curava e in quell'occasione si cimentรฒ nello scrivere le parti per l'orchestra sinfonica. Fu un esperimento molto bello e senza dubbio uno dei piรน riusciti, per altro non abbastanza valorizzato purtroppo. Io andai ad incidere a maggio questo brano che per certi versi ricorda le voci bulgare. Il testo รจ tratto da una poesia scritta da Gianni De Santis e parla della nostra terra, Ijo Pucanรจ significa Sole ovunque. Piero scrisse le parti delle voci e io incisi tre voci e il pezzo fu mandato campionato per l'inizio del concertone. Piero sin dall'inizio mi disse: “Questo รจ tuo e puoi farne ciรฒ che vuoi”. In tutti questi anni ho sperato di poterlo utilizzare insieme a lui. Per questo non l'ho neanche inserito in Ninnamorella, perchรจ mi sembrava di togliere qualcosa a quell'idea. Poi purtroppo Piero รจ scomparso ad ottobre e allora ho pensato che sarebbe stato bello fare a lui questo omaggio ed inserirlo come prima traccia”.
Ciro De Rosa
Trascrizione e adattamento Salvatore Esposito
Anna Cinzia Villani – Fimmana, Mare e Focu (AnimaMundi)
CONSIGLIATO BLOGFOOLK!!!
Da tempo attiva nell’ambito della ricerca e della riproposta della musica tradizionale salentina, Anna Cinzia Villani a quattro anni dal suo debutto come solista con Ninnamorella, torna con Fimmana, Mare e Focu, disco dedicato alla donna e alle sue tante anime, cantata perรฒ da una prospettiva diversa rispetto ai versi del repertorio tradizionale che la vuole o dea irraggiungibile o fonte di sofferenza per l’amore non ricambiato. Il disco esplora cosรฌ il lato meno noto della donna all’interno della tradizione, ovvero quello che la vuole poco incline al cantar di sรฉ e dei suoi desideri piรน nascosti ma piuttosto concentrata nella sua dimensione quotidiana spesa tra la vita familiare ed il lavoro nei campi. Partendo da alcune ricerche sul campo, Anna Cinzia Villani ha cercato di individuare quei canti in cui era la donna a parlare in prima persona o che in qualche modo rimandassero alla sua vita di figlia moglie, madre. Dal punto di vista musicale molto importante รจ la presenza al fianco della musicista salentina della MacuranOrchestra, che raccoglie eccellenti strumentisti provenienti da esperienze diversificate in ambito world, trad e jazz come: Annamaria Bagorda (organetto), Vito De Lorenzi (batteria etnica, tamburello, percussioni), Giorgio Vendola (contrabbasso), Daniele Girasoli (voce, violino, armonica, marranzano), Giorgio Distante, (tromba), e Gaetano Carrozzo (trombone), guidati magistralmente da Valerio Daniele il quale oltre a suonare la chitarra ha curato la direzione musicale. Inciso nella splendida cornice della Masseria Santa Lucia ad Alessano (Le), luogo particolare sia per la bellezza estetica sia per la particolare acustica delle sue stanze, il disco presenta tredici brani nei quale emerge una combinazione di suoni in grado di conservare ed accrescere la potenza della musica tradizionale attraverso ritmiche, armonizzazioni e timbriche che spaziano dalla world music al jazz. Ad aprire il disco รจ รjo pucanรจ, brano tradizionale magistralmente interpretato dalla Villani presentato nella versione riarrangiata da Pietro Milesi per l’orchestra nel corso dell’edizione del 2001 della Notte della Taranta. Si passa poi alla travolgente Mujerima pe’ la Musica รจ Pazza Pazza, canto raccolto da Diego Carpitella ed Ernesto De Martino a Muro Leccese (Le) nel 1960 e caratterizzato da un incedere ritmico irresistibile con i fiati che rimandano alle bande delle feste di piazza e la voce della Villani in grande evidenza. Le atmosfere si fanno piรน soffuse ed evocative con la romantica Intra ‘sta Curte Stannu Li Bellizzi, brano tradizionale proveniente dalle ricerche di Giovanna Marini a Sternatia (Le), i ritmi tornano piรน movimentati con Farnaru Farnareddhu, pregevole composizione originale ispirata dall’uso antico di interrogare un setaccio per scoprire il colpevole di un furto. Altro brano composto dalla Villani รจ poi Luntananza, canto d’amore ispirato al Canto alla Spiga delle Sorelle Gaballo e caratterizzato da un testo di grande intensitร poetica nella quale emerge la grande capacitร della musicista salentina di immergersi nella tradizione per diventarne parte integrante lei stessa. Dalle sue ricerche personali ed in particolare dalla voce cantrice Teresa Chiriatti arriva Lu Desideriu Miu Cu Bessu Cozza, che a buon diritto puรฒ essere considerato uno dei vertici del disco insieme alla pizzica dei proverbi Fimmana, Mare e Focu!, un particolarissimo pastiche letterario di filastrocche e modi di dire, che fanno emergere la visione amara ed allo stesso tempo ironica del rapporto uomo-donna. Da ascoltare con attenzione sono poi E Stasira Egnu in duetto con Daniele Girasoli, la toccante La Partenza caratterizzata dal recitato di Luisa Ruggio, e Tridici Stelle, altro brano composto dalla stessa Anna Cinzia Villani ed impreziosito dalla chitarra arpeggiata di Valerio Daniela. Il disco verso il finale ci regala ancora la splendida Serenata nella quale brilla l’organetto di Anna Maria Bagorda, la trascinante Pizzica Pizzica di Copertino e Puccia Canaja in cui ritroviamo la voce di Daniele Girasoli in duetto con la Villani. Fimmana, Mare e Focu! รจ senza dubbio il disco della piena maturitร artistica di Anna Cinzia Villani ma allo stesso tempo รจ un lavoro da ascoltare con attenzione, perchรจ i suoi solchi racchiudono un approccio illuminato alla musica tradizionale, vista non come qualcosa da riproporre piรน o meno casualmente ma piuttosto come un prezioso tesoro tutto da scoprire e da cui attingere per trovare idee e spunti sonori per il futuro.