Il cuncordu è il quartetto stabile delle confraternite religiose e riveste un ruolo molto importante nella vita sociale di varie località della Sardegna, a questa particolare tecnica vocale, Ignazio Macchiarella, ricercatore dell'Università di Cagliari, ha dedicato uno lungo studio entomusicologico. Siciliano di origini, Macchiarella si è stabilito in Sardegna, e precisamente a Santu Lussurgiu, paese della provincia di Oristano, dove ha avuto modo di incontrare e conoscere da vicino il quartetto "su Cuncordu 'e su Rosariu", composto da Giovanni Ardu, Mario Corona, Roberto Iriu e Antonio Migheli, insieme ai quali ha dato vita ad un interessantissimo percorso di ricerca confluito nell'ottimo volume Cantare A Cuncordu, Uno Studio a Più Voci, edito da Nota. Il testo analizza nel dettaglio questa pratica tecnicamente assai complessa e riservata esclusivamente a cantori specializzati, essendo ricca di significati religiosi e depositaria di antichi valori condivisi da intere comunità. Rispetto alle ricerche compiute negli anni settanta in Sardegna da Diego Carpitella e Pietro Lussu, Macchiarella ha puntato ad ottenere un documento che fosse dialogico, nel senso che il ricercatore interagisce direttamente con i protagonisti della ricerca, che commentano le sue osservazioni, proponendo il loro punto di vista di interpreti della tradizione. Emerge così la storia di questo quartetto che da trentacinque anni, ha ridato nuova vita a questa antichissima pratica devozionale, arrivando ad esibirsi a New York, in Brasile e in tutta Europa. Ben lungi dall'essere un gruppo folkloristico, l'intento di questi quattro cantori sardi è stato essenzialmente rivolto al recupero e al mantenimento di questa particolare tecnica vocale, affinchè resti viva anche nel futuro. Senza intenti spettacolari, ma piuttosto ancorati fortemente alla tradizione, il canto per loro è una forma rituale, anche quando non afferisce al sacro. Le loro linee vocali rimandano a quelle dei loro padri, dei loro nonni e dei loro antenati, che intrecciavano quattro secoli fa le loro voci nell'oratorio del Rosario. Insieme a loro Macchiarella ha ricostruito gli spazi, le occasioni esecutive, trattando accuratamente le diverse modalità di canto a cuncordu, arrivando poi a calarli all'interno del vivere contemporaneo del paese. Accompagnano il libro un ricchissimo apparato iconografico, un analisi delle regole canore tipiche del cuncordu, una serie di trascrizioni ma sopratutto un glossario della terminologia tecnica. Il ricercatore siciliano è così riuscito a ricostruire e a documentare questa pratica antichissima, superando l'inevitabile condizionamento che l'autore della ricerca subisce quando descrive ed analizza le realtà etnografiche sui cui lavora, dando vita non solo ad un lavoro approfonditissimo in termini musicali ma piuttosto ad un saggio di antropologia culturale di altissimo livello. Eccellente è poi il disco che accompagna il libro nel quale si ha modo di venire a contatto diretto con le modalità vocali del quartetto che ci regala una selezione del suo repertorio, attraverso una registrazione di qualità superba nella quale si apprezza ogni sfumatura delle singole voci.
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