Intervista a Riccardo Tesi e Maurizio Geri

Sopra I Tetti di Firenze è stato uno dei dischi dell’anno 2010, non solo perché celebrava il mito di Caterina Bueno, una delle regine della musica popolare italiana, ma anche per la qualità intrinseca del disco. Abbiamo incontrato i due autori del progetto, Riccardo Tesi e Maurizio Geri, per parlare con loro del loro della loro carriera, del disco e dei loro progetti futuri.

Partiamo da molto lontano ovvero dal vostro primo approccio con la musica popolare. Com’è nata questa passione?
Riccardo Tesi - Ho iniziato come molti della mia generazione ascoltando rock con una particolare passione per il progressive. Con il tempo ho scoperto Bob Dylan, Woodie Guthrie, folk inglese e da lì sono arrivato al folk italiano e, con il Canzoniere del Lazio, all'organetto. La passione per lo strumento è nata quasi per caso, suonavo musica popolare con un gruppo amatoriale della mia citta , uno dei chitarristi possedeva un organetto, me lo ha prestato e da allora non me ne sono più separato.

Maurizio Geri - È nata in famiglia, ho due fratelli più grandi che si interessavano di musica popolare, iniziarono negli anni settanta dando vita al “collettivo folkloristico montano” gruppo fra l’altro riformatosi recentemente con giovani e nuovi musicisti, di quegli anni è rimasto un libro scritto da Sergio Gargini dal titolo “Non son poeta e non ho mai studiato” (1986) che raccoglie gran parte del repertorio tradizionale della montagna pistoiese. Io ero piccolo e seguendo loro mi sono appassionato, poi piano piano ho cercato una via personale alla musica.

Entrambi avete mosso i vostri primi passi come professionisti al fianco di Caterina Bueno, potete raccontarci questa esperienza, i metodi di lavoro per la ricerca appresi al suo fianco, le esperienze dal vivo?
Riccardo Tesi - Sono diventato musicista semplicemente perchè ho incontrato Caterina che chiese al nostro gruppo di accompagnarla nei suoi concerti. Era il 1978 , avevo 22 anni ed ero a due passi da una laurea certa in Psicologia. Invece la scoperta dell'organetto e la possibilità di vivere di musica, la mia passione più grande, mi hanno fatto deviare in maniera radicale il corso della vita e sono diventato musicista full time, senza peraltro laurearmi mai. Lavorare con Caterina ha significato entrare nel cuore della cultura popolare toscana dalla porta principale, Per sua natura non mi ha mai escluso dal processo creativo ma al contrario lo ha incoraggiato e guidato. Ho imparato ad amare e rispettare la tradizione ma anche ad avere il coraggio di trascenderla perchè Caterina aveva sempre un'urgenza artistica che scavalcava il rigore filologico. Ho avuto la fortuna di lavorare con una grande artista.

Maurizio Geri - Quando ho conosciuto Caterina lei aveva già raccolto e catalogato un grande numero di brani, quello che mi ha lasciato è stato soprattutto l’amore e il rispetto per la musica ed i musicisti tradizionali, la curiosità verso la gente, la cura del particolare intesa come attenzione interpretativa del verso, la bellezza dei testi che il popolo aveva scelto , con un processo selettivo e naturale, come rappresentativi di se stesso, la scoperta che dietro a tutto ciò, c’era un mondo fatto di uomini e donne che con le canzoni esprimevano le loro gioie, i loro dolori, il disagio sociale, gli amori, le piccole e grandi debolezze che ci accomunano. Un mondo che lei sembrava conoscere come nessuno e che traspariva per esempio nelle bellissime presentazioni dei brani ai concerti e nelle note nei dischi.

Foto di Carlo Chiavacci
Il vostro sodalizio è nato proprio perché entrambi avete suonato al fianco di Caterina Bueno, potete parlarci del vostro incontro e delle vostre successive collaborazioni?
Riccardo Tesi - Praticamente Maurizio ha preso il mio posto quando nel 1981 decisi di abbandonare il gruppo di Caterina e camminare da solo alla ricerca della mia idea di musica, registrando il mio primo album solo e poi fondando il gruppo Ritmia. Nel 1993 invece ho pensato a lui quando ho deciso di fondare Banditaliana e da allora non abbiamo mai smesso di lavorare insieme anche se parallelamente portiamo avanti anche progetti personali. E' un chitarrista formidabile ed un grande interprete vocale e da allora l'ho quasi sempre coinvolto nei progetti speciali che di volta in volta ho realizzato come “Un ballo liscio”, “Crinali”, “Transitalia” o “Flatus Calami”. Invece “Acqua Foco e Vento “ e “Sopra i tetti di Firenze” , dedicati alla Toscana, li abbiamo realizzati a quattro mani perchè condividiamo un 'idea comune della musica tradizionale della nostra regione e , soprattutto, siamo in sintonia su come lavorarci creativamente grazie all'esperienza comune maturata in 18 anni di Banditaliana.

Maurizio Geri - Ho conosciuto Riccardo nello stesso periodo ma non abbiamo mai suonato insieme a Caterina, lui era uscito dal gruppo circa un anno prima che entrassi io, poi nel ’92 mi ha chiamato per formare Banditaliana insieme a Claudio Carboni e Ettore Bonafè. Col tempo abbiamo trovato un modo originale di rileggere il repertorio tradizionale che ha dato vita a brani come “maggio”, “tre sorelle” e a dischi come “Acqua, foco e vento” e l’ultimo “Sopra i tetti di Firenze” omaggio alla nostra Caterina. A fianco di questi progetti “a tema” continuiamo l’esperienza Banditaliana che è più rappresentativa del suo lavoro come compositore e arrangiatore e ultimamente stiamo inserendo in repertorio anche canzoni mie e brani di Claudio insieme ad alcune interessanti riletture di Modugno e De Andrè.

Potete illustrarci il vostro metodo di ricerca sulle fonti tradizionali?
Riccardo Tesi - Pur avendo studiato etnomusicolgia al DAMS con Roberto Leydi non ho mai svolto una vera attività di ricerca , la vita del musicista ha avuto il sopravvento su quella dello studioso.

Maurizio Geri - Non mi ritengo un ricercatore, il mio approccio è più da musicista, non ho condotto nessuna ricerca seria sul campo, ho imparato ad orecchio un repertorio fin da piccolo, perché mi piaceva. Affiora credo qua e là nelle cose nuove che scivo.

Come nasce Sopra I Tetti di Firenze, questo splendido omaggio a Caterina Bueno?
Riccardo Tesi - L'idea è di Leonardo D'Amico, direttore di Musica dei Popoli, che nell'ottobre del 2008 ci ha commissionato questa produzione originale che è diventata spettacolo grazie alla coproduzione del festival Lunatica di Massa Carrara e Sentieri Acustici di Pistoia . In seguito con un contributo della Regione Toscana e la nostra produzione è nato il disco che in corso d'opera è diventato doppio.

Maurizio Geri - L’idea della produzione è nata dal centro Flog di Firenze, poi si sono associati Lunatica di Carrara e la provincia di Pistoia con Sentieri acustici, Riccardo mi ha coinvolto nell’operazione come facemmo per Acqua foco e vento, da li in poi abbiamo selezionato i brani e ci siamo chiusi in studio per scrivere e arrangiare, ci sembrava così importante questo disco che abbiamo deciso di chiedere ad artisti toscanì famosi di dare il loro contributo, come un coro che dalla Toscana si levasse a ricordare una delle sue voci più importanti. La bellezza del repertorio ed il coinvolgimento emotivo ci ha mostrato credo la giusta via.

Avete scelto Lucilla Galeazzi per sostituire la voce dell’indimenticata Caterina…
Riccardo Tesi - Il motivo sta nella grande qualità interpretativa di Lucilla e nella sua pronda conoscenza della musica tradizionale. Stiamo parlando di una delle più belle voci che abbiamo in Italia e non solo. Avevamo lavorato insieme diversi anni fa in un progetto , Terras de Canto, che aveva girato molto in Francia, quindi sapevo che sarebbe stata la persona giusta.

Maurizio Geri - Lucilla per vocalità, talento, esperienza era la persona adatta a questo, anche lei come noi è partita dalla musica popolare per poi proporre brani suoi e canzoni “tinte” di tradizionale, anche il nostro è per certi versi un lavoro d’autore.

Come avete approcciato i brani originali in fase di rielaborazione?
Riccardo Tesi - Una delle cose più importanti che credo ci abbia trasmesso Caterina è il coraggio di osare e di rispettare la tradizione tradendola. Anche lei , pur conoscendo e padroneggiando come nessun altro lo stile tradizionale toscano ha sempre avuto un atteggiamento estremamente creativo nel momento in cui reinterpretava un brano , inseguendo più l'emozione che non il rigore scientifico. Forse l'essere figlia di due artisti l'ha aiutata in questo. A noi non interessava fare un progetto filologico , per fortuna i dischi di Caterina sono reperibili sul mercato , per cui chi vuole conoscere questa grande artista ha la possibilità di farlo direttamente ascoltando gli originali. A noi interessava risuonare musiche che abbiamo conosciuto all'inizio della nostra carriera aggiornandole a quello che siamo diventati oggi. Quindi dentro c'è tutto il nostro mondo musicale, quello che si ritrova nei vari dischi che , insieme o separatamente, abbiamo prodotto in questi anni. Come al solito abbiamo dato libero sfogo alla nostra creatività e abbiamo seguito, di volta in volta, le suggestioni che il brano originale ci suggeriva senza preoccuparci di dove saremmo finiti. La complicità artistica cementata da anni di collaborazione ha fatto si che fossimo immediatamente d'accordo sulla direzione musicale da prendere e gli arrangiamenti sono nati in maniera fluida e spontanea. Volutamente ci siamo circondati del team di musicisti con cui normalmente collaboriamo perchè avevamo bisogno di andare dritti all'obbiettivo e da loro sapevamo esattamente cosa aspettarci. Oltre a Claudio Carboni ai sax e Marco Fadda alle percussioni (Banditaliana ) abbiamo coinvolto anche Stefano Melone . Chi segue attentamente i nostri lavori si sarà accorto che tutti i nostri dischi, anche individuali, sono tutti realizzati da questa specie di genio che oltre ad essere un ottimo musicista e arrangiatore, che ha lavorato con i più grandi della canzone d'autore, è anche un ottimo fonico. Quindi quando noi abbiamo ideato, realizzato e registrato la musica lui finisce il lavoro editando, mixando fino alla masterizzazione finale del disco. Il suo apporto al nostro lavoro è fondamentale perchè Stefano è un grande produttore e ti porta a realizzare i progetti al meglio. Insostituibile! A metà cammino ci siamo accorti però che ci mancava un basso ed allora abbiamo invitato Filippo Pedol con cui abbiamo in altri progetti.

Maurizio Geri - Con un atteggiamento molto libero e personale, cercando prima un andamento ritmico che ci piacesse per creare l’ossatura del brano e dopo abbiamo inserito qua e la gli elementi che secondo noi mancavano o di cui sentivamo la necessità formale, le melodie non le abbiamo toccate, quelle sono rimaste così com’erano.

Rispetto ai vostri esordi con Caterina come si è evoluto lo studio e la ricerca nella musica popolare?
Riccardo Tesi - Rispetto alla fine degli anni settanta adesso c'è un approccio molto più libero e creativo nei confronti della musica etnica che io giudico positivo perchè le nuove generazioni portano idee fresche, nuove tecnologie ed un approccio sgombro da ideologie che danno un nuovo impulso a queste musiche. Per altri versi però questi spesso si fermano agli aspetti esteriori della musica popolare senza approfondire e comprenderne la realtà portata così alcuni finiscono per fare delle operazioni magari in sè anche simpatiche e carine ma purtroppo spesso superficiali. Io comunque sono favorevole a tutto quello che c'è di nuovo anche se non tutto mi piace, sono contento che queste musiche vengano stravolte ma riutilizzate, mi fa piacere che continuino ad esistere anche se per questo sono costrette a cambiare forma. Sono invece fortemente contrario a quelli che si spacciano per difensori della tradizione, a quegli integralisti che si travestono da contadini senza esserlo, suonano e cantano spesso male e spacciano il tutto come puro. Trovo insopportabile questo atteggiamento saccente e moralistico, lo trovo antistorico e mistificante. La musica tradizionale è un sistema complesso e va studiato bene. Noi non siamo musicisti popolari e lo diciamo a voce alta. Questo non vuol dire che non amiamo e non conosciamo la tradizione ma semplicemente la suoniamo alla nostra maniera perchè questo è il nostro modo di essere artisti.

Maurizio Geri - C’è sempre più interesse verso le forme tradizionali e soprattutto noto un atteggiamento più libero nell’approccio che tanti musicisti hanno verso questa musica, ci mettono del loro, credo sia la strada giusta, l’unico modo per non ibernarla e anzi traghettarla verso le nuove generazioni.

Spesso nel panorama della musica popolare italiana si tende a mettere da parte i canti di lavoro a favore di sonorità e tematiche più leggere, quanto è importante ed attuale recuperare questo corpus di brani presenti in tutte le tradizioni regionali italiane?
Riccardo Tesi - La musica tradizionale è espressione di una comunità ed in quanto tale racconta ogni minimo aspetto della vita di questa comunità, ogni momento importante è sottolineato e raccontato dalla musica, esiste un canto per ogni occasione. Il fatto che questa musica si tramandi nel tempo significa anche che pur essendo espressione di una piccola comunità in realtà parla dei temi universali dell'uomo e per questo non smette mai di essere attuale. Recuperare anche gli aspetti più impegnati, più nascosti e più poetici della nostra cultura significa anche imparare e conoscere meglio da dove veniamo.

Maurizio Geri - Come ti dicevo le canzoni restano vive se si trasformano, prendi per esempio Battan l’otto un brano che ha attraversato periodi storici differenti: da canto di carcere diventa canzone anarchica, socialista, di lotta sindacale e infine antifascista. Il lavoro e la condizione sociale sono elementi che insieme ai canti d’amore, alle filastrocche per bambini alle canzoni “a ballo”, concorrono a creare un quadro completo della vita dell’uomo, se si omette qualcosa non si “racconta tutta”.

Venendo più direttamente alla produzione di Riccardo, vorrei fare un passo indietro e parlare di due progetti che ritengo fondamentali nella tua carriera ovvero lo splendido Colline e l’altrettanto incantevole Crinali…
Riccardo Tesi - Crinali, insieme ad Acqua Foco e Vento e Un Ballo Liscio, appartiene a quei lavori tematici che ogni tanto amo fare mentre Colline descrive meglio la mia idea di musica, quella composta in prima persona. Crinali è dedicato alla musica tradizionale dell'Appennino Bolognese ed è praticamente la continuazione di Acqua Foco e Vento con Claudio Carboni al posto di Maurizio Geri. Il gruppo è praticamente lo stesso di Sopra i tetti di Firenze con l'aggiunta del grande Nico Gori al clarinetto e la bellissima voce di Ginevra Di Marco perfettamente a suo agio nella musica popolare dopo l'esperienza CSI e PGR. Colline è invece un disco di qualche anno fa legato alla mia collaborazione storica con Patrick Vaillant, straordinario mandolinista nizzardo. In questo avevamo coinvolto un grandissimo artista jazz che inseguivamo da tempo: Gianluigi Trovesi. In tutte le esperienze che ho avuto di incontri con musicisti jazz quella con Trovesi è sicuramente uno dei meglio riusciti perchè è un musicista di grande poesia e profonda intelligenza. Ha saputo mettersi al servizio della musica con una sensibilità e umiltà rari riuscendo ad essere sempre pertinente al linguaggio musicale che stavamo inventando in quel momento, senza preoccuparsi se fosse jazz o no ! Una bella lezione di musica da parte di uno dei personaggi più interessanti e creativi a livello internazionale.

Altro disco di Riccardo che, a mio parere, merita attenzione è Presente Remoto, vorrei che ne illustrassi i tratti principali ai nostri lettori…
Riccardo Tesi - Si tratta del disco realizzato per festeggiare i miei trent'anni di carriera e così ho pensato di invitare molti dei miei amici con cui ho condiviso parte di questo viaggio nella musica e altri con cui da tempo sognavo di collaborare. Tra i primi ci sono, tra gli altri, Patrick Vaillant, Elena Ledda, Ginevra di Marco, Daniele Sepe , Gianmaria Testa, Banditaliana, Archea mentre del secondo gruppo fanno parte Stefano Bollani, Cocco Cantini, Gavino Murgia ecc. Insomma alla fine sono trenta musicisti, una bella faticata ma anche un'esperienza irripetibile, vedere tutto questo fior di musicisti impegnati nel suonare la mia musica mi ha commosso. Ognuno ha dato tantissimo, oltre quello che mi sarei immaginato. Ringrazio l'IMAIE per avermi aiutato a realizzare questo sogno.
Credo che sia forse il mio miglior disco perchè riunisce in maniera coerente le varie anime che vivono dentro di me .

Da ultimo, una domanda di rito, sui vostri progetti futuri…
Riccardo Tesi - Adesso vorrei dedicarmi di nuovo alla composizione. Abbiamo in progetto il nuovo disco di Banditaliana, Madreperla che uscirà a marzo (trovate un anteprima in fondo ndr). Sono molto contento dell'ingresso del nuovo percussionista Gigi Biolcati , sento una bella energia nella band e credo che faremo buone cose insieme. Ultimamente sono stato coinvolto in progetti di più organetti. Il primo, Triotonico,è tutto italiano e mi vede in compagnia di due tra i più talentuosi giovani organettisti italiani : Simone Bottasso e Filippo Gambetta. L'altro è un progetto europeo che riunisce, oltre al sottoscritto, il belga Didier Laloy, l'irlandese Dave Munnelly, il finlandese Markku Lepistu ed il francese Bruno Le Tron. Sto anche lavorando in duo con Mauro Palmas, grande suonatore sardo di strumenti a plettro e collaboratore stabile di Elena Ledda. Insomma per adesso non rischio di annoiarmi !!!

Maurizio Geri - Come sappiamo il mercato del disco è in grande crisi, un musicista campa anche sui dischi, ti direi che ne ho in testa almeno tre ma bisogna andare con i piedi di piombo perché poi a rimetterci migliaia d’euro è un attimo. Per scaramanzia non ne parlo, però lancio un appello, per dirla come Daniele Sepe : “ Signori e signore…accattatevi ‘o disco!”


Riccardo Tesi e Bandaitaliana – Madreperla (Associazione Culturale Viavai) ANTEPRIMA


Sono passati sei anni da Lune e Riccardo Tesi e la sua Bandaitaliana tornano con un nuovo ed interessantissimo disco, Madreperla, nuova tappa del loro lungo viaggio cominciato diciotto anni fa e durante il quale hanno attraversato idealmente il mondo partendo dalla loro Toscana fino a Rio De Janeiro passando per Costantinopoli fino ad approdare alle coste del Mediterraneo. In questi anni la Bandaitaliana non è stata mai ferma ma ha dato vita a splendidi dischi come Crinali, Presente Remoto e Sopra I Tetti di Firenze, ma anche alle varie opere soliste di Riccardo Tesi, Claudio Carboni e Maurizio Geri. La novità di questo nuovo disco è rappresentata dall’ingresso nel gruppo di Gigi Biolcati alle percussioni che ha aggiunto al suono la sua ricchezza ritmica fatta di improvvisazione jazz e ricerca sonora tra i ritmi della world music e dell’Africa. Il disco, a differenza dei predecessori non è un concept ma piuttosto un istantanea della band, in uno stato di particolare grazia creativa, e non è un caso che i brani siano tutti originali e che vi sia un equa distribuzione tra canzoni e strumentali. La sensazione di essere di fronte ad un disco corale, nel quale tutti hanno avuto modo di scrivere canzoni e di contribuire alla creazione del disco, la si ha già dall’ascolto dei due brani che ci sono stati concessi in anteprima da Riccardo Tesi. La title track, in cui c’è lo zampino di Maurizio Geri in fase compositiva, è un brano dai ritmi trascinanti sospeso tra la poesia del testo e la ricchezza sonora, sinonimo questo delle tante ispirazioni che si sono alchemicamente combinate in fase realizzativa. Lo strumentale Kafkaffè di Riccardo Tesi, è avvolto da una ritmica travolgente sulla quale sinuoso si muove l’organetto del musicista toscano, regalandoci quattro minuti di grande musica a metà strada tra sperimentazione sonora e artigianato folk. Insomma questi due brani presenti nel singolo promo, sono qualcosa di più di una semplice anteprima ma ci lasciano intravedere chiaramente quello che sarà Madreperla, un disco dalla bellezza levigata, dai suoni fascinosi, e dalla sorprendente carica emozionale.


Salvatore Esposito

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