I Violini di Santa Vittoria, Riccardo Tesi e Claudio Carboni – L’Osteria del Fojonco (Eleytra Edizioni/Egea)

L’arrivo delle truppe Napoleoniche nella Pianura reggiana portò con se, oltre ad un nuovo vento di libertà, anche una serie di balli nuovi. Polka, mazurka, valzer presero a diffondersi rapidamente e pian piano andarono a sostituire i balli staccati, le cui figurazioni permettevano ai ballerini di toccarsi appena. Sebbene la restaurazione ne avesse compresso lo sviluppo, i ceti popolari continuarono a considerare questi balli come una esternazione del loro desiderio di libertà. Così parallelamente ad una straordinaria diffusione dell’alfabetizzazione musicale in quell’area, si assistette alla moltiplicazione di gruppi e di composizioni musicali. Nasceva così il ballo liscio, che successivamente divenne la colonna sonora di quella rinascita dell’Italia del nord dopo la tragedia delle due guerre. Una musica che suonava e suona come l’esigenza di emancipazione del proletariato, dei piccoli artigiani, degli operai, della gente che frequentava le Case del Popolo e popolava le piazze nel corso delle estati, o ancora le balere della riviera Romagnola. Le prime formazioni di liscio documentate sorsero nella Provincia di Reggio Emilia, ed in particolare nel comune di Gualtieri dove nacquero i Violini di Santa Vittoria, una sorta di Concerto di Violini composto da semplici braccianti che ben presto divennero veri e propri professionisti in grado di sviluppare nuovo materiale ed insegnarlo ai più giovani. A recuperare questa particolare tradizione musicale che vuole il liscio come figlio della più nobile musica classica, è nato alla fine degli anni novanta il progetto di ricerca storico-musicologica I Violini di Santa Vittoria, nato prima come spettacolo musicale e successivamente trasformatosi in due dischi entrambi prodotti da Sheherazade, ovvero il disco omonimo del 2001 e Kragujavec nell’Emilia, quest’ultimo curato Jamal Ouassini e Aleksandar Milojevic. L’idea base di questo progetto non è solo continuare a percorrere quella strada battuta della primissima formazione di Violini di Santa Vittoria, ma anche di dare a questa tradizione una dimensione creativa, cercando di lasciare la giusta libertà ai musicisti per approcciare questa tradizione, in modo che suonasse quanto meno ingessata possibile. I Violini di Santa Vittoria nella sua formazione base sono un quintetto d’archi composto da Davide Bizzarri, Roberto Mattioli, Orfeo Bossini, Luigi Andreoli, Filippo Pedol, ovvero tre violini, una viola e un contrabbasso, con la particolarità classica degli ensamble sanvittoriesi di suonare unici ed inusuali. Il repertorio da loro riproposto è il liscio mediopadano, le cui partiture principali risalgono agli anni dal 1930 al 1950, sebbene larga parte di questi risalgano addirittura ai Concerti di Violini di fine ottocento. Il nuovo disco de I Violini di Santa Vittoria, L’Osteria del Fojonco è stato ideato da Andrea Bonacini in collaborazione con il celebre organettista Riccardo Tesi e il sassofonista Claudio Carboni e recupera parte del repertorio di musiche scritte dal violinista e compositore Arnaldo Bagnoli ed inoltre presenta un tradizionale (Secondo Maggio/ Primo Maggio), un aria di Verdi (il Preludio della Traviata), un originale di Tesi (La mazurca del nonno), uno di Carboni (Vittoria) e uno Tango del fojonco, di Davide Bizzarri, che ha anche curato gli arrangiamenti del disco. Durante l’ascolto si spazia dalle mazurke alle polke passando per valzer e balli da aia, il tutto trascinati dagli archi che si intrecciano e dialogano ora con il sassofono di Carboni ora con l’organetto di Tesi. L’emozione di ascoltare queste melodie senza tempo cresce di brano in brano fino ad arrivare al vertice del disco ovvero Il Novecento, un sontuoso valzer dalle atmosfere quasi cinematografiche firmato da Arnaldo Bagnoli. L’Osteria del Fojonco non è dunque un semplice disco di musica da ballo, ma racchiude in se la memoria di una tradizione che viene da lontano, che mescola suoni, dipinge atmosfere, regala emozioni senza tempo.



Salvatore Esposito
Nuova Vecchia