Intervista a Dario Muci

In una splendida giornata di fine agosto, abbiamo incontrato ad Otranto, Dario Muci, fondatore insieme a Massimiliano Morabito e Giancarlo Paglialunga de la SelentOrkestra, con lui abbiamo parlato della sua carriera, delle sue ricerche e i suoi prossimi progetti.

Come รจ nato il tuo amore per la musica popolare, quali sono stati i tuoi primi passi attraverso la tradizione?
L’amore per questa musica mi รจ stato trasmesso da mio nonno Carmelo Marsano, un contadino, un mandataro. Nel Salento non c’era innamorato che non portasse le serenate alla propria donna, ma questo non poteva essere fatto direttamente e c’era bisogno di un cantore che eseguisse questi canti, il mandataro appunto, una sorta di messaggero d’amore che cantasse sotto la finestra dell’amata. Poi c’รจ stato l’incontro fondamentale per la mia carriera con il maestro Luigi Stifani, un barbiere, un musicoterapeuta che con il suono del suo violino alleviava e curava il morso della taranta. Il fascino della sua musica, le voci dei cantori e l’amore per la tradizione hanno accresciuto via via il mio amore per la musica del popolo, la musica popolare. Cosรฌ nel 1997 fondai il mio primo gruppo, Dakkamรจ, con cui ho inciso Nauna. Successivamente ho avuto modo di collaborare con Officina Zoรจ, Uccio Aloisi, Enza Pagliara, realizzando colonne sonore per film, documentari, teatro. Etc. In parallelo ha preso vita nel 2002 anche il progetto SalentOrkestra insieme ad altri musicisti.

Puoi parlarci della SalentOrkestra…
Questo progetto รจ nato con l’obiettivo di riscoprire la tradizione popolare attraverso brani originali, ampliando il contesto a tutta la cultura del Mediterraneo ed aprendoci quindi ad influenze greche, balcaniche, che si potessero amalgamare con la pizzica. Abbiamo intrapreso questo percorso, anche per dare voce a quell’espressione di dolore del popolo, dei migranti, degli sfruttati e non abbiamo fatto altro che studiare i brani tradizionali cosรฌ come ci venivano dagli informatori e nello stesso tempo cercare di amalgamarli a nuovi suoni e a stili musicali diversi.

So che hai lavorato anche con un altro gruppo i Mayis…
Nel 2005 con Valerio Daniele, Vito de Lorenzi, Giuseppe Spedicato e Raffaele Casarano abbiamo fondato questo gruppo, che propone uno spettacolo del tutto nuovo fatto di brani inediti e classici della tradizione salentina. Insieme a loro e ad altri musicisti ho inciso il mio primo disco come solista, Mandatari. L’incontro tra  personalitร  musicale di Valerio Daniele รจ piรน orientata verso suoni contemporanei e la mia matrice piรน popolare ha generato una proposta musicale nuova, orientata verso sonoritร  acustiche nella quale confluiscono elementi di musica popolare, ma anche di altri generi come il jazz. Abbiamo cercato di mescolare le sonoritร  mediterranee con elementi piรน moderni, senza perรฒ perdere di vista la tradizione, mantenendo integri i testi, le melodie tradizionali, le tessiture armoniche su cui รจ stato suggestivo adagiare sonoritร  jazz e su cui รจ molto interessante anche apprezzare l’improvvisazione estemporanea.

Tornando alla SalentOrkestra, ci puoi parlare di Centueuna?
Il nostro primo disco Centueuna รจ il risultato di quel percorso nelle sonoritร  del Mediterraneo di cui ti parlavo prima. E’ stato soprendente esplorare sonoritร  di terre che sono a noi vicinissime come la Grecia e l’Albania. Nel gruppo c’รจ Redi Hasa, violoncellista albanese da tempo trapiantato nel Salento che ci ha permesso di scoprire tantissimo della sua musica e che ha contribuito in maniera determinante a questo progetto. La tradizione salentina รจ stata un punto di partenza da cui partire per attraversare il “Grande Mare Bianco” come lo chiamavano gli arabi, il Mediterraneo, su cui il Salento รจ sempre stato un crocevia di culture. Questo passaggio รจ avvenuto in modo molto naturale, volevamo scoprire la radice dei  suoni, volevamo recuperare le voci, gli strumenti e le sonoritร  radicate nel tempo, lasciate a noi dai popoli che hanno percorso e conquistato questa terra. Per raggiungere questo risultato, c’รจ voluta un intensa attivitร  di ricerca sul campo, effettuata a diretto contatto con le persone.

Ascoltando il disco mi ha colpito moltissimo Jetoi…
E’ un brano importantissimo per la SalentOrkestra, di cui io ho scritto il testo e Redi Hasa la musica. Abbiamo scritto questo brano per la colonna sonora del film-documentario omonimo di Mattia Soranzo ed Ervis Eshja, che racconta della tragica vicenda di una nave di profughi albanesi affondata dalla Marina Militare Italiana. E’ un brano di grande impatto emotivo, le note, il testo, l’atmosfera trasmette dolore, disperazione per quella tragedia che poteva essere evitata, che era necessario evitare. Cosรฌ non รจ stato e questo brano vuole essere una denuncia ma allo stesso tempo un tributo a tutti coloro che hanno perso la vita per cercare la libertร  in un’altra terra.

Nel disco sono presenti vari canti d’amore come Alla Ripa De Lu Mare e T’aggiu Amata Comu Na Rosa…
Abbiamo scelto questi canti d’amore perchรฉ รจ necessario riscoprire questo lato particolare della musica saletina, che non รจ solo pizzica ma anche tanto altro. Abbiamo rielaborato i testi, gli arrangiamenti e il risultato รจ, secondo me, positivo perchรฉ abbiamo fatto emergere la vera anima di questi brani.

Nel disco c’รจ anche un altro brano originale la Ninna Nanna…
Come ti ho detto, i brani originali nascono da un grande studio sulle fonti tradizionali ed un esempio รจ la bellissima e dolcissima Ninna Nanna composta da Gianluca Longo. Lui รจ riuscito ad elaborare un testo molto bello ed intenso, cosรฌ come la musica.

Parliamo delle pizziche, ovvero Tarantella A Cumpร  Uccio, L’Indiavolata e Nella…
Tarantella A Cumpร  Uccio รจ un tributo a Uccio Aloisi, uno dei nostri miti, uno degli ultimi custodi della tradizione e non potevamo non celebrarlo in qualche modo. L’Indiavolata invece รจ tratta dal disco di Massimiliano Morabito, Sende Na Rionette Sunร  e deriva dal repertorio di Luigi Stifani. Nella invece รจ una sorta di collage di strofe di varie pizziche, messe insieme con una particolare attenzione alla parte ritmica.

Qual รจ la differenza sostanziale tra Mandatari e Centueuna?
La differenza che c'รจ tra Mandatari e Centueuna รจ che sono due modi diversi di intendere la tradizione con il primo cerco di reinventarla secondo canoni nuovi, mentre con il secondo abbiamo cercato un contatto diretto con la terra, abbracciandoci anche a tutto quello che il mare ci porta.

Veniamo al tuo importantissimo lavoro di ricerca per Kurumuny con cui hai pubblicato lo splendido libro dedicato alle Sorelle Gaballo…
Ho conosciuto le Sorelle Gaballo grazie ad un amica, nipote delle sorelle. Sapendo che io ero un musicista e mi occupavo di musica popolare, questa mia amica mi disse che le zie cantavano in modo particolare e  spesso durante le feste di famiglia. Le dissi che dovevo conoscerle assolutamente e dopo aver organizzato, finalmente ebbi modo di ascoltarle. Ci sono voluti due anni di durissimo lavoro di prove, un lavoro di sgrossamento, perchรฉ in qualche modo avevano anche imbarbarito il loro modo di cantare, tuttavia sono riuscito a recuperare lo spirito vero del loro canto polivocale. Ho provato piรน volte a cambiare le strutture a seconda delle loro voci, ogni volta il risultato era stupefacente. Era magia pura. Sono donne che hanno vissuto la vera ruralitร , che hanno raccolto il tabacco, il grano, che hanno zappato la terra. Sono donne che vivono ancora questa ruralitร . Durante gli anni dell’emigrazione si erano trasferite in cittร , ma poi hanno fatto ritorno al loro paese natale, Nardรฒ , dove vivono tutt’ora. E’ una cosa senza tempo…  Hanno imparato il canto contadino dalla loro mamma, suonatrice di organetto e dal loro papร , che cantava. Sono quattro voci diverse, arcaiche, quattro voci con quattro modi diversi di approcciare i vari brani, tra loro armonizzano, ti trasmettono i loro sentimenti, il tutto a cuore aperto. Averle conosciute, averle studiate, aver trascritto i loro canti con l’etnomusicologo Giuseppe Spedicato รจ stato come scoprire un tesoro, del quale nessuno ne sospettava l’esistenza. Dopo la morte di Luigi Stifani, Tora Marzo, Cesare Monte e tante altre personalitร  forti e interessanti della tradizione musicale locale, tutti pensavano che la zona di Nardรฒ avesse esaurito il suo patrimonio musicale ed invece non รจ stato cosรฌ. Quest’anno le Sorelle Gaballo hanno aperto il concerto de La Notte della Taranta e non senza preoccupazione mi sono deciso ad invogliarle ad andarci, salvo perรฒ affidarle ad Enza Pagliara per evitare loro un impatto con quella realtร  cosรฌ diversa, cosรฌ mediatica.

Ci sarร  un seguito per questo lavoro di ricerca?
E’ giร  pronto il secondo volume che conterrร  anche delle parti strumentali eseguite dai due fratelli, e poi ho in preparazione un terzo lavoro di ricerca dedicato al folk della terra di Nardรฒ. Aggiungo infine la pubblicazione di un mio nuovo progetto che uscirร  nell’etate 2010, dal titolo “Sulu…un uomo del Sud”.

Salvatore Esposito

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